19 novembre 2018

A Maastricht, la più grande mostra museale di David Lynch. Presentata da un trailer

 

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Qualcuno è in casa? Questa domanda l’avrete ascoltata e rivolta in decine di occasioni ma se a chiederlo è uno come David Lynch allora la risposta potrebbe non essere così scontata. Segnate negli annali il 30 novembre 2018, perché al Bonnefantenmuseum di Maastricht aprirà la prima e più completa esposizione museale dedicata alle opere d’arte visiva del grande regista americano. “Someone is in my House” potrebbe essere l’incipit perfetto di uno storia alla Strade Perdute – ricordate la famosa scena della telefonata? – ma in questo caso è il titolo della mostra, che promette di farci perdere in un intricato labirinto onirico, scandito da oltre 500 opere tra dipinti, fotografie, disegni, litografie, quaderni di schizzi e acquerelli che vanno dagli anni ’60 a oggi, oltre ai cartoni animati della serie The Angriest Dog in the World (1982-93) e a diversi cortometraggi realizzati dal 1968 al 2015.
Già qualche mese fa, David Lynch espose alcune sue opere alla Kayne Griffin Corcoran di Los Angeles e la sua passione per il disegno è ormai nota. Il primo contatto con l’arte avvenne a quindici anni, sotto la guida del pittore Bushnell Keeler, amico di famiglia. In seguito, Lynch avrebbe dovuto frequentare un corso in Europa con Oscar Kokoschka ma la cosa non andò in porto – e chissà cosa sarebbe successo dall’incontro tra i due – quindi, tornato negli Stati Uniti, decise di iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Philadelphia per studiare pittura. Infatti, il suo desiderio di creare dipinti in movimento si tradusse nella breve animazione in stop-motion, oggi leggendaria, Six Men Getting Sick, del 1967, originariamente proiettata su uno schermo scolpito. Dieci anni dopo avrebbe dato alla luce il suo primo lungometraggio, Eraserhead. Ed è evidente il tratto che riunisce la composizione registica e quella pittorica, rendendo coerenti e consequenziali entrambi i linguaggi, una linea nitida e oscura al tempo stesso, come se il mistero fosse il rovescio del quotidiano, una forma indistinta dalla quale preferiamo distogliere lo sguardo ma che cammina al fianco, perfettamente definita nel nostro inconscio.
E anche la sede della mostra sembra prestarsi bene a questo gioco di doppi. Dal 1951 al 1978, il museo d’arte antica e contemporanea, con una collezione che va da Rubens a Bruce Nauman e Jannis Kounellis, era situato nel centro della città, nel convento dei bons-enfants, risalente al XVII secolo. Ma dal 1995 è stato spostato in una vecchia zona industriale sulla riva orientale della Mosa, su progetto di Aldo Rossi, pur mantenendo lo stesso nome.
La mostra sarà accompagnata da una monografia riccamente illustrata, con saggi del curatore e direttore artistico del museo, Stijn Huijts, e di Kristine McKenna, Petra Giloy-Hirtz e Michael Chabon. In programma anche una collaborazione con il cinema Lumière di Maastricht e il museo cinematografico EYE di Amsterdam, per un focus speciale sull’opera cinematografica completa di David Lynch. Che, per augurare buona visione a tutti, ha realizzato anche questo teaser.

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