Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Immaginate un edificio fatiscente nella zona di Próżna a Varsavia, conosciuto da molti anni proprio per il suo stato di abbandono. Ora pensate però che anche in Polonia gli edifici dismessi si trasformano in galleria, e vi si mettono in scena mostre che se guardate togliendo un po’ di quello che sappiamo dell’arte e di Maurizio Cattelan -visto che il protagonista, in questo caso, è lui- potrebbero mettere i brividi. Se si guarda infatti dallo spionciono gotico di un portone sbarrato, quello che si vede in fondo al passo è un bambino o un uomo inginocchiato. Avete capito: in questo ex caseggiato ebreo è stato installato il piccolo Adolf Hitler –Him– che Cattelan realizzò nel 2001. La figura inginocchiata sembra essere impotente, eppure l’ambiguità del lavoro non è sfuggito alla popolazione di Varsavia che è accorsa a visitare la sezione della mostra “Projekt Próżna”, organizzata dal Centro per l’Arte Contemporanea Castello Ujazdowski e curata da Krystyna Piotrowska, sulle relazione ebraiche e la città. «Hitler in questo lavoro è molto piccolo, in ginocchio. Può essere l’espressione di qualche tipo di penitenza -spiega la Piotrowska- Nel mirino guarda un sacco di gente: i bambini non si accorgono della sua simbologia, mentre le persone più anziane spesso dichiarano che il lavoro “non fa per loro” e molte ragazze se ne vanno indignate». Un’azione che strizza l’occhio alla volontà di sensazionalismo. E che porta il nostro italiano alla ribalta delle cronache dell’arte dell’est. Dove forse un piccolo Hitler, guardato da voyeuristica distanza, come si guardavano a debita distanza i campi di concentramento, fa ancora la diffferenza.












…Un caseggiato ebreo?…ma perchè non imparate a scrivere? era l’ex quartiere ebraico…