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Due anni fa una pagina web radio del Nord Carolina intitolò un grande articolo ad Ellsworth Kelly, che a 90 anni “porta gioia con tele colorate”. Era infaticabile, il vecchio Kelly, National Medal of Arts ricevuta proprio nello stesso 2013, dal presidente Barack Obama. Per l’occasione aveva avuto una sua retrospettiva alla Phillips Collection di Washington, ma sono state infinite le mostre che hanno segnato la carriera del padre dell’Hard Edge Painting, e tra le altre vi fu anche la grande retrospettiva al Guggenheim, nel 1995-96.
La pittura dei contrasti netti era arrivata dagli anni ’60, come influenza forse imprescindibile dal Minimalismo, e Kelly l’aveva fatta sua trasportandola fino ai giorni nostri, arrivando a forme di un’essenzialità assoluta.
Nato nel 1923, soldato americano nella seconda guerra mondiale, Kelly è scomparso stanotte nella sua casa di Spencertown, a nord di New York, e ad annunciarlo è stato proprio il gallerista Matthew Marks, e subito sono iniziate a piovere sui social le condoglianze di tutto il mondo dell’arte internazionale, a partire dal critico Jerry Saltz.
La sua prima mostra fu nel 1951 a Parigi, che Kelly scelse come città di adozione per sei anni, alla galleria Arnaud Lefebvre. Rientrato a New York, nei ruggenti anni sixty’s, l’artista fece parte integrante della vita culturale newyorkese, dividendo anche studi con Robert Indiana, Agnes Martin e James Rosenquist. Addio grande mito affascinato da Picasso, e che voleva fare “qualcosa di diverso”.












