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Rossetti, automobili, il Presidente Kennedy, Marilyn Monroe, le stelle della bandiera americana, viti e bulloni, tende veneziane, scolapiatti, cavi elettrici, fiori, statua della libertà: shakerate il tutto, e otterrete James Rosenquist.
Il grande pittore statunitense (nato nel Nord Dakota nel 1933) è scomparso a New York.
Padre storico della Pop Art, insieme a Andy Warhol e Roy Lichtenstein, aveva usato il grande formato e i temi propri del mondo pubblicitario, del quale aveva fatto parte all’inizio della sua carriera – come lo stesso Warhol – come cifra di riconoscimento, non perdendo di vista uno sguardo socio-politico. Il suo dipinto più famoso, e uno dei più grandi al mondo, è infatti F-111 (sopra) del 1965, ispirato alla guerra del Vietnam e raffigurante un aereo da caccia americano accanto a oggetti e simboli frammentati, un piatto di spaghetti a un fungo atomico.
Un quadro, aveva spiegato, «Per volare attraverso le contraeree della società dei consumi e mettere in discussione la collusione tra la macchina di morte del Vietnam, il consumismo, i media e la pubblicità».
Ex membro dell’American Academy and Institute of Arts and Letters, lue opere sono conservate nei musei di tutto il mondo, dal MART di Rovereto, al Metropolitan e MoMA di New York, al Guggenheim di Berlino e quello di New York, che gli ha dedicato nel 2003 una grande retrospettiva, fino al Pompidou.
Addio grande pittore della società.