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Il suo trucco, anzi la sua maschera, è in qualche modo “patrimonio” della cultura italiana. Lei, Moira Orfei, un’icona.
Criticabile, e criticata, ma anche specchio di un Belpaese che non c’è più, che aveva un appeal godereccio, dove il circo era uno dei massimi e più esotici spettacoli. Dai primi anni ’60 Moira, nata a Codroipo in provincia di Udine, 83 anni fa, era diventata l’icona dei tendoni.
Il suo “faccione”, all’epoca ancora non completamente coperto dal cerone, era nato come un’operazione di marketing, da un’idea del produttore Dino De Laurentiis, per sottolineare la sua eccentrica personalità.
Le portò bene, per certi versi, con il cinema: Pietro Germi la volle in Signore e Signori, Fellini per i Pagliacci ed ebbe anche un ruolo con Mastroianni in Casanova ’70.
«Con Fellini ho fatto I clowns. Nel ’74 ci veniva a trovare in viale Tiziano. Era l’unico che non mi faceva la corte, era molto, molto amico. Mi portava a vedere le prostitute, faceva delle interviste e io ascoltavo», raccontava Moira, nella foto sopra con il grande regista.
Per il resto, in realtà, solo parti un po’ di genere, come fu quella dove interpretava la moglie di Christian De Sica in Vacanze di Natale ’90.
«Moira Orfei ci lascia in serenità e circondata dall’amore dei familiari, in questa mattina di novembre nella sua bellissima e celebre casa mobile. Il Circo Orfei che Moira, insieme al marito Walter Nones ha guidato facendo divertire intere generazioni, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti andrà avanti per continuare la tradizione in onore della più grande arte circense», si legge in una nota rilasciata dalla famiglia.
Ma da oggi “il carrozzone” di ogni circo è un po’ più solo.