-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Non cessano nemmeno con l’avvicinarsi del Ferragosto le uscite sensazionali dell’assessor Sgarbi. Ormai il confine fra progetto serio e circostanziato, «pour parler» preso troppo sul serio e perenne ricerca di scoop giornalistici pare essere sottilissimo. Un fatto è tuttavia certo: il critico non intende di sicuro impostare un mandato grigio ed inconsistente, come ce ne sono stati nel recente passato meneghino. E già di questo Milano aveva bisogno.
L’ultimo di una lunga serie di progetti -rivelato dal Il Giornale nell’edizione milanese- riguarda una grande manifestazione multidisciplinare in grado di rivaleggiare con la Biennale di Venezia. «Si chiamerà Babele o qualcosa del genere» – rivela Sgarbi -, «il produttore sarà Luigi Settembrini, il curatore della terza edizione della Biennale di Valencia, mentre mi piacerebbe che ci fosse un curatore per ogni disciplina – musica, video arte, scultura, design, fotografia, moda – che sarà scelto a seconda delle competenze e dei nuovi talenti che saprà scoprire». Ogni settore avrà una sede espositiva diversa, e inaspettata come il mezzanino della stazione Centrale – 3000 metri quadrati – dedicati alla fotografia, o lo scalo ferroviario di porta Genova per la video arte. Ed è fra le righe di queste anticipazioni che il critico infila la novità più interessante, una vera e propria revisione del suo pensiero critico. «Devo rivedere la mia teoria sulla pittura: non è più indispensabile. Come il cavallo. Oggi possiamo spostarci a cavallo, ma anche in treno o in aereo, così è per la pittura, non è più l’unica forma d’arte, i linguaggi si sono moltiplicati e bisogna tenerne conto». Cerchiobottismo calcolato o sincera presa di coscienza?
[exibart]










bravo vitto’! hai fatto la scelta giusta.. con la presa di coscienza!
attenzione a confondere la freschezza d’idee con la fiera di strapaese.
Questa riflessione poteva avere un senso (anche se è veramente senza senso) in un periodo ormai passato che ha iniziato il suo declino,menomale ,nella fine degli anni 90,ma oggi fare un discorso come questo parlando di pittura come forma dispensabile è da ubriachi,ma si sà che il buon VECCHIO Vittorio arriva ,come si suol dire,dopo la polvere o la polveriera!!!!
Hallo ,Sgarbi, Hallo???!!!
La risposta potrebbere essere “anche” oppure “forse” oppure “quindi sì”.
Ovvero: serve porsi delle domande con Sgarbi?
va a curare konstabi fallito!!!
sventurata la terra che ha bisogno di eroi
(b.brecht)
PARE GIA ACCADUTO …………………………………………………………………………………………….O NO.
SCUSATE MA QUESTO è GIà ACCADUTO …………..MI PARE IL CONTRARIO BISOGNA RI R NERE I PEZ I PER UTI………. .
Milano cerca da anni un posto nell’arte contemporanea. L’idea più banale per risolvere il problema, ma anche quella più mediatica, è di fare l’ennesima biennale – quella che non serve a nessuno dopo che in tutto il mondo ne sono nate a dozzine. Sgarbi ha sempre considerato l’arte contemporanea poco rilevante, ma ora, come assessore, si accorge che è uno dei pochi ambiti in cui può fare notizia. La Moratti lo ha scelto perchè è noto e poteva dare notorietà alla sua giunta. E’ noto perchè è stato in televisione. E’ stato in televisione perchè è stato belloccio e polemico. Non importa se il suo curriculum scientifico non è di profilo internazionale. Speriamo che sia solo una boutade da colpo di sole. Di tutto c’è bisogno a Milano tranne che di strutture temporanee. Rimetteteci a posto la Triennale, il Pac, Palazzo Reale, la Fabbrica del Vapore. Niente di più, basta questo purchè ben fatto.
Cara Angela, non mi immischio nella tua analisi artistica della biennale.banale a Milano. Solo una nota sull’analisi politica: la Moratti non ha affatto scelto Sgarbi perché noto e perché può dare notorietà. Primo perché la Moratti è già nota di per se avendo fatto addirittura il ministro della Repubblica (non è che Milano abbia avuto tanti sindaci ex ministri); secondo perché la Moratti non mi pare il tipo che si va a cercare beghe e notorietà così per fare immagine; terzo perché il lavoro della giunta della capitale morale è sempre e comunque sotto i riflettori, Sgarbi o non Sgarbi; quarto perché se avesse voluto sfruttare la vis mediatica del belloccio di Ferrara, l’avrebbe sfruttata prima delle elezioni comunali, non dopo.
La Moratti ha scelto Sgarbi, invece, per un banale (questo sì) accordo politico laddove Sgarbi in cambio di un ruolo pesante in giunta avrebbe ritirato la sua strombazzatissima candidatura a sindaco della metropoli lombarda. Una candidatura che, qualora concretizzatasi, avrebbe costretto Donna Letizia al ballottaggio…
La Vettese ha preso Sgarbi per l’assessore ai lavori pubblici, giustamente lui pensa ad eventi artistici… anche se devono avvenire sulla tangenziale. 1 punto per Sgarbi.
è no caro giofra, mille punti per angela vettese, ribadisco il mio parere del rischio d’una fiera di strapaese sotto l’egida di sgarbi. non serve esser cassandra per pronosticarlo. bene ha fatto anche tonelli ad, ahimè, sottolineare la verità del perchè un sindaco come la moratti, già buon ministro, sia scaduto ad accordarsi (accontentarsi) d’un assessore come sgarbi.
condivido moltissimo il suggerimento che gli spazi esistono. e splendidi per altro. solo che hanno una gestione da barzelletta. in questo senso nell’articolo sul “domenicale” di qualche settimana fa vettese è stata fin troppo soft nel confrontare la triennale, il palais de tokyo et le magasin de grenoble.
se ci fossero professionisti veri, con un minimo d’esperienza all’estero e, se mi è consentito, giovani, milano sarebbe n.1 in europa. a tutti consiglio la visione dei seguenti siti d’istituzioni ben minori ad esempio della triennale, ma, tenete con voi un fazzoletto per le lacrime ripensando alla città ambrosiana dopo questo “tour on line”
http://www.swissinstitute.net , http://www.fracnordpdc.asso.fr, http://www.mam-st-etienne.fr, http://www.mamco.ch, http://www.centre.ch
Un critico che si definisce “contemporaneo” come può dire: “libro di Damien Hirst sui consigli da dare a un giovane artista, per vedere quante sciocchezze può scrivere questo cretino” Ma… siamo fuori? No, siamo Italini.
Immaginate negli anni 70 cosa poteva dire sul libro di Andy Warhol…
Fortunatamente a Milano c’è gente OK!
E se ci sono artisti, come Cattelan, Vanessa Beecroft, ecc… che mantengono vivo il nome dell’italia nel 2000, dobbiamo ringraziare loro non certo Sgarbi.