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Aveva inventato la Saint-Tropez degli anni sessanta, Antonioni si era ispirato al suo abbigliamento quotidiano (mocassini neri, pantaloni bianchi e camicia a righe bianche e azzurre dal collo aperto) per il protagonista di “Blow Up”, ma soprattutto era stato definito per tutta la vita un playboy che aveva tra le sue conquiste anche la leggendaria Brigitte Bardot. 
Storie di un’altra epoca quelle di Gunter Sachs, vissute sia in prima persona accanto ai personaggi più celebri del pianeta, dai Kennedy a Coco Chanel, da Salvador Dalì a Gianni Agnelli, e passate anche attraverso il suo obiettivo fotografico. Inoltre una passione per la matematica e l’astrologia e un’attività industriale nell’omonima casa automobilistica, da lui fondata, che l’avevano reso uno degli uomini più ricchi della Germania. Eppure Sachs non aveva retto il colpo della vecchiaia, suicidandosi l’anno scorso a 78 anni, presumibilmente perché malato di Alzheimer. 
Tra tutte le attività dell’uomo però ce n’era una in particolare che ha accresciuto la sua fama nel mondo dell’arte: Sachs era un grande collezionista, forse più per frequentazioni che altro eppure, in mezzo secolo, aveva fatto incetta di un cospicuo nucleo di opere di Andy Warhol, di Roy Lichtenstein , René Magritte e dell’amico Dalì. Ora i trecento lotti andranno in asta da Sotheby’s, il 22 maggio, a Londra. E oltre al mare di “pop” anche pezzi del “Nouveau Realism”, art Decò, Giacometti, Yves Klein, graffitisti e design del XX secolo. La stima della collezione si aggira intorno ai 20 milioni di sterline.
 


 
            
 


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