21 luglio 2006

Anton Corbijn in Control. Parte la realizzazione del film su Ian Curtis

 

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Finalmente il sogno di Anton Corbijn si realizza: sono, infatti, iniziate ufficialmente il 10 luglio scorso le riprese di Control, il film biografia sul leader dei Joy Division Ian Curtis, diretto dal fotografo olandese, e prodotto da Deborah Curtis, moglie dello scomparso Ian. A interpretare il cantante ci sarà il giovane Sam Riley, già frontman della band 10,000 Things; mentre il ruolo di Deborah è stato affidato a Samanta Morton, la sirena del video di Electrical Storm degli U2 (diretto sempre da Corbijn), nonché candidata all’oscar per Accordi e disaccordi di Woody Allen. Le riprese saranno effettuate nei luoghi che hanno fatto da teatro alle gesta della band simbolo del dark: Manchester e Macclefield, in particolare, saranno rese esattamente come apparivano all’epoca. L’uscita nelle sale è prevista per l’inizio del 2007. Per Anton Corbijn quello con i Joy Division è un legame quasi fraterno: da grande fan quale era, li seguì nel loro tour del 1979, per scattare le foto che a tutt’ora rimangono l’iconografia classica della band di Manchester. (guia cortassa)


Info: www.controlthemovie.com

[exibart]

2 Commenti

  1. Quella dei Joy Division, rimane una delle esperienze piu incisive e imprescindibili nell’universo sconfinato delle band inglesi di fine anni settanta, che hanno segnato un epoca ed una generazione.
    Chiunque si sia trovato tra le mani i dischi dei quattro di Manchester, e abbia poggiato la puntina del giradischi sul vinile contenuto in una copertina, vivida e minimale, come quella di Uknown Pleasure, non ha più smesso di farsi domande su quei quattro anni prima del 18 maggio 1980.
    Nessuno meglio di Anton Corbijn può raccontare quei giorni in cui Ian Kevin Curtis, divideva la sua passione per la poesia e le sonorità gravi ed elettriche, con l’epilessia.
    L’immagine della band, romantica e cupa, immersa in un sogno troppo presto interrotto, è frutto della sensibilità e della fraterna corrispondenza che Corbijn ha avuto per Ian Curtis, Bernard Dicken (all’anagrafe Bernard Sumner, chitarra e voce), Peter Hook (basso e voce) e Terry Mason (batteria e voce).
    Per tanto chiunque abbia amato questo “piacere sconosciuto” non può che attendere senza riserve questo lavoro, rimanendo il più “vicino” possibile al ricoordo vivido che Corbijn ha di una esperienza unica ed irripetibile.

  2. Ha vent’anni hanno saputo scrivere, in poco tempo, insieme a Curtis una pagina importante della storia della musica recente.
    Il genio di Ian è stato capace di creare atmosfere mai provate prima nella musica, portandoci nel buio dell’interiorità.
    Mi chiedo se basti l’epilessia (come hanno sostenuto alcuni che lo conoscevano) a spiegare quel gesto.

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