20 marzo 2004

Bassolino? In viaggio di lavoro a Mosca si mette a fare il critico militante

 

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Curioso il percorso del governatore della regione Campania Antonio Bassolino, da paludato oligarca di partito (comunista) ad amministratore moderno e un po’dandy, sempre presente nelle gallerie d’arte più alla moda, frequentatore di ristoranti giusti e amante del ben vestire.
In una bella intervista rilasciata ad Antonio Galdo per il numero di Panorama in edicola da venerdì 12 marzo, il cavallo di razza DS ripercorre tutta la sua carriera politica, parla degli errori commessi, apostrofa –lui comunista dall’età di 6 anni- il comunismo come un “gigantesco fallimento”. E annuncia che oggi la politica non è più l’unica sua ragione di vita. Ci sono anche le passioni, l’identità personale. Puntuale arriva la domande dell’intervistatore sulla nuova passione del politico per l’arte contemporanea. “Gli artisti mi attraggono, mi incurioscono, li sento come compagni di vita” confessa Bassolino prima di partire con l’aneddoto. “Qualche giorno fa ero a Mosca, ma dopo una serie di riunioni sono letteralmente scappato negli studi dei nuovi, giovani artgisti russi. E ho anche comprato una piccola opera che mi piaceva…”.
Si dice che Bassolino abbia instaurato in Campania un triumvirato immutabile (Cycelin – Bassolino – Bonito Oliva) che gestisce l’arte contemporanea in regione dando pochissimo spazio alle altre iniziative; si dice che a Napoli girino tanti milioni attorno all’arte, ma sempre nelle mani delle stesse persone. Si può dire quello che si vuole, ma a noi, l’ex O’ Sindaco, è il governatore che ci piace più di tutti!

[exibart]

6 Commenti

  1. L’oligarchia artistica ci piace neno di tutti e tutto! Che Bassolino faccia il “Governatore” mi sta bene, ma la critica d’arte è tutt’altra cosa e il triunvirato nel settore dell’arte, dove aleggia il fantasma di Bonito Oliva, è solo l’iceberg di un modo di fare certe mostre e attività in Campania: quello che Bonito Oliva ha fatto alla Certosa di Padula ne è l’esempio più lampante visto che vuole monopolizzare il mercato dell’arte. Quando la critica d’arte si sostituisce, o tenta di farlo, all’arte pura, alla ricerca artistica pura siamo allo schifo più totale. Gerardo Pecci, Storico dell’Arte.

  2. Che tristezza! Ma è sempre stato così.
    Chi vivrà vedrà e sicuramente riderà di governatori in bella mostra e di critici rampanti.

  3. Che in Campania ci sia questo triumvirato immutabile per gli eventi di arte contemporanea è assolutamente vero; a mio parere è una specie di catena di montaggio, dove finita la mostra di Clemente, per dire, inizia quella di Koons, finita quella di Koons, inizia quella di Kapoor, e così via…. Per quanto riguarda invece la frase di Bassolino sulla fuga negli studi di artisti, non mi adombrerei più di tanto, avere un politico che ama l’arte e la capisce un po’, senza sbandierare questa passione come un motivo di visibilità mediatica, non mi sembra un male, nel quadro attuale delle uscite dei nostri politici. Ciao

  4. Che Bassolino vada in giro a fare il governatore benissimo, e mi va bene anche che abbia affidato la gestione dell’arte a qualcuno che ne capisce più di lui (Bonito Oliva), meno digeribile è l’operato di Cycelin il quale favorisce esplicitamente poche gallerie: Mimmo Scognamiglio, Alfonso Artiaco ed in secondo ordine anche lo Studio Trisorio, alcune di queste per ben mascherare gli affari, si nascondono dietro associazioni create ad hoc, vedi per esempio quella chiamata Civita.
    Per verificare se dico il vero basta dare uno sguardo ai cataloghi e vedrete che si tratta di un affare di poche persone, sempre le stesse che si spartiscono i soldi pubblici

  5. Ma perchè, quando c’è qualcuno che fa le cose per bene (basta fare un semplice raffronto tra l’attuale e la precedente amministrazione della città, per dire)non lo si riconosce e, semplicemente, si riparte da lì? Ricordiamoci com’era la città (non certo una delle più semplici da gestire) prima, e come era dopo la sua amministrazione. Già che ci siamo, diamo anche un’occhiata a come è ridotta oggi. Curiosa, infine, la critica a chi fa autocritica.

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