Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
- Servizi
- Sezioni
-
Tutti gli occhi puntati su Londra ieri sera. La capitale inglese ora e per le prossime due settimane, sarà in qualche modo la capitale del mondo. Ieri sera lo show d’apertura, alla cui regia c’era Danny Boyle, autore di Traispotting e The Millionaire, ha raccontato le vicende dell’Inghilterra, dalla vita rurale alla rivoluzione industriale, fino ai nostri giorni. E tra i simboli di Londra non poteva mancare un riferimento alla Battersea Power Station, l’ex centrale elettrica più grande d’Europa, tutta realizzata in mattoni, di cui vi avevamo parlato nei mesi scorsi come uno dei simboli della capitale britannica con il futuro più incerto davanti a se.
Qualcuno aveva rassicurato: l’edificio, che ha fatto da sfondo a film, video e colonne sonore, copertina dell’album Animals dei Pink Floyd, nonostante sia in vendita non verrà venduto. Perché sotto tutela e perché impossibile da riconvertire. E invece è stata venduta, eccome! Per 400 milioni di sterline, quasi 504 milioni di euro, ad un consorzio di aziende malesi a cui capo c’è la Sp Setia, un’immobiliare che mira a costruire, con imponenti opere di restauro e di riqualificazione della zona, una quartiere di lusso. Che sorgerà a Battersea nei prossimi 15 anni. Certo è dunque che le 4 torri bianche resteranno al loro posto ancora per un po’, e si spera in realtà che ci restino per sempre, perché un piano di tutela per questo “bank” a sud del Tamigi esiste davvero: non basterà un progetto da 8 miliardi di sterline per tutta l’area, la centrale in qualche modo dovrà restare intonsa. Forse piena di loft, ma comunque rispettata nella sua architettura originaria, almeno esterna. Il consorzio malese ha battuto la concorrenza del miliardario russo Roman Abramovich che sognava di trasformare l’area, che misura oltre 15 ettari e mezzo, nel nuovo stadio del Chelsea, la sua squadra di calcio. Abbandonata dal 1983, l’ex centrale era da tempo in mezzo a propositi, vari ed eventuali, di rinnovo, tra cui spiccava l’assurda idea di un parcheggio multipiano all’interno della struttura.