17 aprile 2003

Botero? Indigesto per i veneziani!

 

di

Fernando BoteroI bronzi cicciobombi di Fernando Botero hanno invaso calli e campi di Venezia e monta, puntuale come un orologio, la polemica. Questi i fatti ed i fattacci: la mostra dell’artista di origine colombiana consta di 25 dipinti, collocati nella sala del Piovego di Palazzo Ducale e 24 opere monumentali sparse per la città. Gli organizzatori sono il Comune di Venezia, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici e il potente gallerista veneziano Contini che, ovviamente, non ha perso certo tempo, inaugurando una personale dell’artista in galleria. Insomma: ti piace il gattone di metri 2,53 ma lo trovi ingombrante per il salotto? Niente paura, è pronto il cagnolino di cm. 43. Già perché, a detta del direttore dei Musei Civici veneziani, Giandomenico Romanelli, per questa mostra “il Comune non ci mette una lira” (solo il nome, se vi pare poco), perché è interamente sponsorizzata dalla galleria veneziana; una bella operazioncella di mercato, niente da dire. E a chi gli ha fatto notare che, soldi alla mano, a Venezia finiva per esporci anche la zia Pina, il buon Romanelli non s’è scomposto, sostenendo l’innegabile fama internazionale dell’artista. Ok, magari alle Champs Elysées di Parigi era venuta fuori una cosa almeno carina ma, dopo la recente consacrazione fiorentina, era proprio indispensabile rifilarci un altro Botero show a Venezia? Certo è che quell’affollamento di statue, collocate su brutti piedistalli, stavolta proprio non piace: non piace agli appassionati, non piace ai veneziani, non piace neppure a Mons. Lucio Cilia, rettore del Seminario patriarcale che, con pacatezza ma con fermezza, ha fatto togliere cavallone, donnone e omone, ciascuno alto oltre 3 metri, che impallavano la vista della Madonna della Salute. Il Maestro si è dispiaciuto per l’accaduto ma si è mostrato accondiscendente e cooperativo, più di quanto lo sia stato quando, per le opere pittoriche, gli erano state proposte le sale di Ca’ Pesaro, fresche di restauro. Alla proposta della prestigiosa location, Botero ha storto il naso, giudicandola forse dimessa, periferica e preferendogli il più consono Palazzo Ducale.
Le opere di Botero, Venezia se le dovrà sciroppare almeno fino a giugno: già perché tutti concordano almeno sul fatto che proprio no, con la Biennale Arti Visive questo artista non c’entra. Domanda: se non c’entra con il più grande appuntamento mondiale per l’arte contemporanea, con che c’entra?
L’evento ha lasciato tuttavia il segno anche per gli accadimenti mondani: ad omaggiare Botero un bel po’ di vip, politici, artisti, galleristi e collezionisti. E’ arrivato l’ambasciatore, e non è una battuta trattandosi di quello colombiano a Roma, e c’erano pure il cantante Zucchero e Umberto Smaila, quest’ultimo perché ha la moglie colombiana (e che ce frega? Neanche fosse Shakira). Finale scontato, con i bagordi del party esclusivo del sabato sera, cena-buffet offerta da Contini e grande sfoggio di gioiellame, zigomi e nasi rifatti.
Ovviamente c’era anche lui, l’onnipresente artista Fabrizio Plessi, a far gli onori di casa-venezia e a sfoggiare la moglie in istato interessante. Maschio o femmina che sia, speriamo solo che assomigli alla madre. (alfredo sigolo)

[exibart]

2 Commenti

  1. sì, bravo Alfredo.
    Botero è un orrore,non bastava aver insozzato il centro di Firenze, ecco lì dove va il decoro pubblico, se non altro almeno le statue fanno ridere…

  2. Venezia, città che vieta ai turisti di sedersi in piazza ma permette il mercato di botero al Palazzo Ducale, chi ringraziare????
    e soprattutto chi ci guadagna?????????????

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