09 luglio 2012

Carol Rama. Il ritratto di una “casta sfrontata stella”, in una nuova biografia dedicata all’artista

 

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Una biografia. Ma non una biografia come quelle che si mettono insieme per interposta persona, raccogliendo testi critici, tracciando solamente una linea del lavoro, ma un resoconto vivo e partecipato intorno a una delle più discusse e affascinanti artiste italiane: Carol Rama.
A curarla è la giornalista Gianna Besson, che a partire da una videointervista all’artista, realizzata nel 1998, ricostruisce la vita di Rama attraverso aneddotti, seguendo le parole delle persone che l’hanno conosciuta, dai galleristi agli amici, i famigliari e i collezionisti raccontano, ognuno a proprio modo, la vita e il carattere della “ragazza umorale” e che da tempo ricosciamo per l’iconfondibile treccia bianca, in qualche modo anche soggetto della copertina di questo volume, dal lungo titolo “Carol Rama. Casta sfrontata stella. Biografia corale di un’artista extra-ordinaria”, realizzato per le edizioni Prinp.
Nata a Torino nel 1918 e Leone alla Carriera alla Biennale di Venezia del 2004, il percorso di Carol Rama non è mai stato ascrivibile a correnti o movimenti: è un corpus indipendente che attraversa tutto il Novecento, dai primi disegni degli anni Trenta alle installazioni con “le gomme”, come semplicemente lei le definisce degli anni Sessanta e Settanta. Epoche che l’hanno inserita come componente dell’arte Concreta o, per slittamenti, all’arte Povera, ma che ha sempre mantenuto un taglio estremamente personale, con una figurazione che rimandava ai grandi delle avanguardie del Novecento, da Duchamp a Bellmer fino a retrocedere con Schiele, in un’universo che è stato definito come antesignano del femminismo. Ma bando alle catalogazioni, Carol Rama non si fa identificare. E il risultato è questo originale libro che prova a tracciare una luce sull’artista che ama raccontarsi così: «La rabbia è la mia condizione di vita da sempre; sono l’ira e la violenza a spingermi a dipingere; e il lavoro mi appaga, mi rasserena».

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