11 maggio 2004

Caso Cattelan, i nuovi sviluppi

 

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Mentre i media nazionali (dal radical chic Tg3 al popular Verissimo con tanto di commenti della Parodi) non mollano la presa sull’affaire dei tre fantocci impiccati piazzati dall’artista Maurizio Cattelan in un albero in centro a Milano, si susseguono gli sviluppi del caso.
Franco Di Benedetto, il muratore che in condizioni di semi-ebbrezza ha staccato due delle tre sculture e cadendo a terra a sua volta, è stato iscritto nel registro degli indagati. Ma a denunciarlo non è stata la Fondazione Trussardi -l’ente milanese che ha realizzato e promosso l’installazione- bensì direttamente il pm di turno in quanto il reato di danneggiamento aggravato è perseguibile d’ufficio, dunque anche in assenza di querela.
E passiamo ai burloni made in Padania della Lega. Non ci crederete ma loro hanno organizzato la seguente performance. Hanno preso numero tre bamboline gonfiabili acquistandole da un sexy shop, le hanno vestite alla meglio e le hanno imbavagliate con un foulard rigorosamente verde, le hanno infine esposte nei pressi di Palazzo Marino, il municipio del capoluogo lombardo.
E sapete cosa ha dichiarato quel genio di Matteo Savini, capogruppo della Lega al consiglio comunale (gente pagata dai milanesi, insomma)? “Queste tre bambole sono una porcheria proprio come lo erano i fantocci di Cattelan”.
…Che la Lega Nord non abbia un briciolo di residua credibilità lo sapevamo tutti, c’è bisogno di riconfermarcelo ogni volta?

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7 Commenti

  1. Io, invece, penso che una volta tanto il gusto vagamente pecoreccio dei leghisti abbia fatto centro: la “performance” delle bambole gonfiabili mi ha strappato una sincera risata liberatoria.
    La faccenda dei manichini di Cattelan è emblematica di una città che avrebbe ancora molto da fare sul versante dell’internazionalismo (o quanto meno dell’europeismo), ovvero percorsi ciclabili, recupero di aree depresse o sottovalutate, riqualificazione culturale in senso lato, ecc., ma che scavalca le priorità suggerite dalla ragionevolezza per cercare di accaparrarsi la fama di città moderna a suon di provocazione fine a se stessa; purtroppo, però, Milano non è Parigi o Amsterdam, per cui il colpo non va a segno, anzi sortisce esiti demenziali.
    Non voglio difendere il gesto di un uomo probabilmente semi-esaltato, ma l’opera di Cattelan era indegna di essere esposta in una pubblica piazza; non doveva essere imposta alla sensibilità dei milanesi, per giunta con una tale odiosa spocchia auto-referenziale. Quest’opera, peraltro, non contiene alcun messaggio così sconcertante da essere intollerabile (può risultare assai più sconcertante un celebre quadro del Mantegna esposto alla Pinacoteca di Brera, tanto per fare un esempio): intollerabile è piuttosto la sua inconsistenza artistica, posto che se manca il soffio dell’arte manca il veicolo attraverso il quale un messaggio (brutale o meno che sia) può giungere realmente nell’intimo di chi osserva l’opera.
    Ma, al di là di tutto questo, era proprio il caso che Albertini si imbarcasse in questa ulteriore baracconata? Non gli è bastato che i milanesi siano stati afflitti per anni da quella scemenza dell'”Alba di luce” (quella orrida rampa a fibre ottiche colorate che sbarrava la visuale del piazzale della Stazione Centrale), che solo di recente è stata rimossa, per la gioia di tutti? E gli interminabili restauri in piazzale Oberdan (più di sette anni per ripulire due edifici di un piano) con quei chiassosissimi cartelloni pubblicitari (secondo la formula che ha consentito il recente restauro di due monumenti)?
    Vorrei, in ultimo, sottolineare che la collocazione dei manichini era anche estremamente pericolosa, perché la quercia a cui erano stati impiccati si trova a lato di una carreggiata tortuosa che si immette in un incrocio molto trafficato (corso San Gottardo/viale Col di Lana): la vista dell’installazione in un conducente non preparato poteva essere traumatizzante, con conseguente rischio di incidente stradale. Possibile che nemmeno a questo si fosse pensato?

  2. Sempre fini, superbi, sopra le righe…..In relatà questi geni hanno davvero uno spirito artistico, indubbiamente la loro mania di protagonismo è paragonabile a quella del genio più incompreso…che bello che tanta gente preferisca azioni becere e raffazzonate in fretta solo per mostrarsi, in pieno periodo elettorale come garanti della “morale comune”(il signore muratore aveva dalla sua la giustificazione alcoolica, e loro?).

  3. cattellan é un artista mediocre , adatto ai tempi in cui viviamo, tempi in cui si propagandano queste innoque trovatine
    come trasgressivi eventi che dovrebbero indurci a ” pensare”. Ma a che mai ci
    può indurre a pensare questo ragazzotto
    superficiale marionetta come le sue marionette,
    cresciuto male , che non ha mai superato il
    suo infantile complesso della furbizia italica del tutto va bene per tirare a campare? Si é cambiato anche l’accento nel cognome, veneto , temendo di farsi vedere com’è , un misero chirichetto in libera uscita!Tutti quelli che hanno avuto cose serie da dire sulla guerra negli USA sono stati censurati per più di un anno e le loro opere non sono state certo diffuse tramite queste aste truccate!
    Che cordate ci sono dietro quei prezzi?forse qualche suo strenuo difensore? Complimenti! Cattellan ci ha detto che Hitler era cattivo e che le guerre fanno male ai bambini! un pensiero davvero profondo, un ‘indagine circostanziata dei mali del mondo! Alla fine anche quelli della Lega si sono
    rivelati più intelligenti (E il che è tutto dire!)della furbizia scontata di questo venditore di tappeti usati.
    Chiunque ha letto la ridicola difesa di quest’opera banale e malriuscita pronunciata in un’intervista dalla signora Giannelli su “Repubblica”si renderà conto della povertà umana e intelettuale di chi stà da troppi anni ai vertici di uno dei nostri musei più importanti, il Castello di Rivoli, che ha avuto una parte tutt’altro che trascurabile,nalla sponsorizzazione della carriera di Cattellan.
    Da stigmatizzare anche altri suoi difensori d’ufficio che si annidano nelle cattedre dell’Accademia di Milano, allevando una generazione di imbecilli plaudenti come quelli che corredavano l’inaugurazione della cosidetta “opera”: se una nullità del genere può arrivare a vendere le sue opere a cifre altissimec’è davvero speranza per tutti gli altri imbecilli!

  4. Altro che laurea honoris causa, calci in bocca e a lavoarare, lui e i poteri che sostengono e finanziano le sue gaffes. Complimenti maurizio, propongo di eleggere i tuoi appesi come opera flop dell’anno, con buona pace di vanessa e delle sue inutili performances. Comunque noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere, riusciamo a vendere dei veri e propri flops a milioni di euro, professionisti del raggiro…

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