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“Questa performance è faticosa, sono specchi resistenti e quindi c’è una fatica fisica che interviene in una situazione tutt’altro che fisica, lo specchio riflette immagini, incorporee, è un dare corpo all’incorporeità, fissare dei momenti che sono fotografie di un istante”. Già proposta con successo presso le Corderie dell’Arsenale durante la 53esima Biennale di Venezia, è andata ora in scena a Parigi la performance Twenty-two Less Two di Michelangelo Pistoletto, per la rassegna Au-Delà, Ici che – nell’ambito della manifestazione Attraction! – presenta anche le opere The Fallen Ange di Ilya & Emilia Kabakov, e Mur ouvert di Pascale Marthine Tayou.
Location? Il giovane spazio dedicato alla creazione artistica Centquatre, che la promuove in collaborazione con la Galleria Continua di San Gimignano. La performance di Pistoletto consisteva nella distruzione di 22 specchi qui piazzati lungo i muri della navata Curial del 104. Una curiosità: nella seconda parte l’artista ha passato “lo scettro” a Lorenzo Fiaschi di Galleria Continua, che però, forse a causa di un gesto troppo energico, ha visto il suo specchio staccarsi dal muro intero, posandosi a terra come un foglio di carta…
“Sono molte le combinazioni che nascono da questa performance – ha sottolineato Pistoletto -, è un modo per cancellare in qualche maniera questa patina di falsa religiosità che c’è dietro agli specchi, quella che ti fa pensare che un ignoto è dietro lo specchio aspettandoci al varco, ma è un varco che dobbiamo dominare, riportare verso la vita e non verso un aldilà che non conosciamo”. (livia de leoni)
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Michelangelo Pistoletto / Pascale Marthine Tayou
comunque si piu fatica a dipingere
ma forse si stanca perchè fa sempre la stessa cosa da anni e anni
Ma non è pure noioso fare sempre le stesse cose e trovare pure le giustificazioni?
…però se lo pagano…
Pistoletto, la noia oltre la siepe!
Carmelo Bene, diceva: la cultura degli zombi viventi.
Direi, è proprio una grande fatica rompere gli specchi. Un gesto artistico irripetibile, una performance rivoluzionaria, che sconvolgerà di sicuro il mondo dal torpore. Un’azione che farà rabbrividire gli operai della catena di montaggio, i minatori che cavano la roccia.
Ma di cosa parliamo di tirrania dell’arte o di efficacia di estetica in catene? No, qui si parla di specchi mortiferi, nel sistema costituito, colonizzato dell’arte e della cultura di Stato. In proposito, Wladimir Majakovskij scrive: L’arte non è uno specchio per riflettere il mondo, ma un martello per forgiarlo.
fucking boring e anche un po’ ipocrita visto che l’arte dovrebbe essere creazione non distruzione .
comodo dire che tanto lo specchio non si distrugge ma si divide solo in tante parti che rappresentano una moltitudine di universi, allora andiamo a tirare un po’ di atomiche in iran dai die
Marseglia, è innegabile che Pistoletto abbia fatto sua la lezione di debord e messo a profitto la lezione proveniente dal testo “”la Societa’ dello spettacolo”.
p.s. : un profitto del tutto personale oppure vedila anche come personale interpretazione ai fini di profitto.
Lo spettacolo è un plus-valore.
Marras, sono d’accordo con le parole di Savino Marseglia. Non giustifichiamo ciò che non è giustificabile. La tua è una risposta sbrigativa e tradizionale del pensiero critico.
Parole che perdono il loro legame con esperienze note e rischiano ad ogni passo di tradursi in un gergo vacuo. Non scomodiamo i situazionisti e “La società dello spettacolo”, che sono ben altra cosa, rispetto all’ormai cupezza del linguaggio sedimentato dell’arte povera di Pistoletto. Socialmente riconosciuto nel mercato dell’arte e del capitale finanziario. La storia, un giorno dirà la sua.
France’ non l ho certo buttata li per partito preso ; ironia per ironia e siccome vedo riflesso un pubblico (presumo in adorazione) ho pensato : ecco uno che mascherando la faccenda con le piu’ deliziose intenzioni non è cosi’ diverso da chi vende delle tazzine di caffe’ in televisione.
Tutto qui.
Debord mi perdoni se ho preso a scrocco e non ho pagato i diritti.
Accidenti, quante menti all’opera per commentare. Senza scomodare Husserl o Wittgenstein molto semplicemnte la penso così: 1) Pistoletto ha 79 anni, dunque il titolo è stupidamente polemico; 2) non è vero che P da anni rompe specchi, lo ha fatto per la prima volta alla biennale Venezia dello scorso anno; 3) piaccia o non piaccia Pistoletto (con Merz, Boetti e altri 3-4 dell’Arte Povera è già nella storia); 4) P ha iniziato a dipingere a 14 anni nel laboratorio di restauro dei quadri, a 16 anni era già tecnicamente un ottimo pittore.
Nonostante tutto, posso dire a me stesso di sentirmi “LUSINGATO” quando qualcuno (seppure in modo beota) mi attribuisce il possesso di una “mente”; specialmente se questo qualcuno ( dopo attento esame delle sue parole) si contraddistingue solo attraverso la propria “Mentalita’”.
La Mentalita’ è tipica sempre di un sapere derivato, di seconda mano; In ambito “artistico” si acquisisce spesso orecchiando qua e la’ il vicinato (incluso quello cosidetto elitario) oppure per compulsazione di testi fabbricati da altri, ritenuti chissa’ perche’ sempre “rispettabili”. Infatti la nostra distratta commentatrice da il “meglio” di se stessa attraverso quattro fantomatici punti che , esordisce con finta ridicola modestia, pensati apposta senza scomodare dei noti buonanima che per fortuna non leggeranno i medesimi. e difatti al punto n.1 non risulta ad esempio, il titolo, polemico (verso un vecchietto di 79 anni) semmai il titolo è una volgare incensazione ad una lunga e storicizzata carriera che non è affatto diversa da quella di un comune manager.
punto 2 – non mi risulta tra i commenti che chicchesia abbia scritto : “da anni rompe specchi” bensi’ da anni FA le stesse cose; ed è la verita’ perche’ FA le stesse cose per il semplice motivo che non è diverso da un “BRAND” che ha l’obbligo di essere riconoscibile (perche’ molti qualcuno hanno investito il proprio denaro non sul prodotto, che da solo non significa nulla, ma sul prodotto associato al “BRAND”; C è qualcosa di strano ? no , niente di strano e difatti noi tutti NON abbiamo l’anello al naso.
punto 3 – chissa perche’, quando si legge di Arte povera (ma anche di altro a questo punto) la nostra “devota” commentatrice ci ricorda che ci troviamo dentro Chiesa mentre si canta Messa : dunque, è obbligo farsi il segno della croce, inginocchiarsi, pregare ed ascoltare zitti zitti la predica. Piaccia o non piaccia il testo è quello ( è la storia dell’arte, scrive ella ).
Si è chiesta se , per caso, la “devota” commentatrice se anziche’ “chiesa” ci trovassimo, che so, poniamo in un “casino” le cose sarebbero le stesse?
punto 4 – sorvolo su questo punto perche’ parlare di felice apprendistato in pittura mi fa ricordare il mio di Vicinato “artistico” e rischio di perdere la pazienza.
Buona notte a tutti.
Amen
-ed è la verita’ perche’ FA le stesse cose per il semplice motivo che non è diverso da un “BRAND” che ha l’obbligo di essere riconoscibile-
in effetti tra dolce&gabbana e pistoletto preferisco D&G
-chissa perche’, quando si legge di Arte povera (ma anche di altro a questo punto) la nostra “devota” commentatrice ci ricorda che ci troviamo dentro Chiesa mentre si canta Messa : dunque, è obbligo farsi il segno della croce, inginocchiarsi, pregare ed ascoltare zitti zitti la predica. Piaccia o non piaccia il testo è quello ( è la storia dell’arte, scrive ella ). –
è storia dell’arte ancora per poco, sta andando tutto a pezzi anche se nessuno lo dice, forse un po’ lucarossi per secondi fini nell’ombra (evidentemente anche il pistoletto ne è un conscio dentro di sé e i cocci dello specchio lo rappresentano in pieno) la chiesa ormai è vista da tutti come una favoletta fastidiosa mentre la bibbia è una storia di sangue e lotte fratricide di gente paranoica pedofila e repressa, nessuno fa più figli, tra 100 anni l’europa muterà forma ci saranno più immigrati del resto, i ricchi vivranno in quartieri ghetto separati dal resto, tutti saranno microchippati dalla nascita per garantire l’ordine e la vita sarà rappresentata da un terminale dalla nascita alla morte e chi non vivrà al suo interno semplicemente non esisterà, pistoletto fra 200 anni sarà un anonimo nome di un file di un computer letto da gente totalmente avulsa e disinteressata da un contesto del genere che forse andrà a scuola rimanendo a casa in solitudine sul computer a leggere file impostigli da avatar inesistenti, la lobotomizzazione generale avverrà via computer con pubblicità subliminali e altre tecniche ancora segrete, magari ci sarà l’avvento di un nuovo cristo alieno telecomandato per convincere i gentili che il bene e il male vanno divisi (così chi opera il male può agire indisturbato e impunito perchè il perdono è sinonimo di bene) solo che nessuno ci crederà più perchè la metà della gente sarà musulmana e il resto buddista. questo sempre se non scoppia una terza guerra termonucleare globale prima, in ogni caso gli usa e sion soccomberanno con l’europa come è giusto che sia. anzi direi che la prima mossa della terza guerra termonucleare globale sarà sganciare una decina di atomiche su israele per raderla al suolo. in mancanza di altro va bene anche l’odiato vaticano (i sionisti infatti si sono stancati di mantenerlo). per iniziarla ci vuole una mossa del genere, un autosacrificio autoimposto spacciato per attacco terrorista internazionale è assolutamente necessario sisi
Lorenzo Marras: è raro imbattersi in una scrittura – la sua – così pesante, ‘gesuitica’, lontana dalla contemporaneità. Non credo di limitarmi a orecchiare. Non so lei: ho una laurea alla Normale di Pisa, una specializzazione alla Sorbonne e un PhD in arte contemporanea al Royal College di Londra, conseguito un discreto numero di anni fa. A suo tempo ho frequentato con discreta assiduità Debord, Guattari e Deleuze. Leggo/studio molto e frequento gallerie, mostre, fiere e artisti. Sono laica e le mie considerazione sul già avvenuto riconoscimento di Pistoletto da parte della storia dell’arte si basano su elementi oggettivi: presenza e acquisizioni anche recenti di opere in musei di livello internazionale e giudizio di critici e teorici di grande reputazione (eg Benjamin Buchloch, Rosalind Krauss etc.). Sul fatto di fare le stesse cose per anni questo vale anche per Morandi, Fontana, Pomodoro ecc. Artisti di serie B tutti quanti ? Può darsi, per lei. Ma la cosa non mi stupirebbe. Sono un discreto numero gli artisti e i critici (normalmente degli sfigati o dei falliti collerici, poche le eccezioni) ai quali ho sentito dire che Picasso era solo un furbacchione o che Matisse era un imbrattatele.
cara marcella, siamo tutti nella storia… 🙂
non basta essere recensiti da famose firme, avere opere nei maggiori musei internazionali, pistoletto è interessante non per questo.
P.S. matisse era un’imbrattatele.
Caro/a PP, lei esprime sue apodittiche convinzioni personali, senza argomentarle. Che le piaccia o no (di quello si discuteva precedentemente) il ‘passare alla storia’ di un artista è legato alla musealizzazione delle sue opere e al giudizio degli studiosi più qualificati.
cara marcella, sono un lui… 🙂
“passare alla storia” vuol dire “morire”.
“essere nella storia” vuol dire “vivere”.
io sono un’artista.
produco opere.
molte opere.
nessuna delle mie opere è presente nei musei.
nessun articolo è mai stato scritto su di me.
nè sulle mie opere.
non vorrà mica dire che io non sono nella storia?
forse lei per “storia” intende “libri di storia”,
io quando dico o scrivo “storia” intendo “storia”.
un saluto affettuoso…
Gentile, nonche’ colta, Signora la sua aggettivazione rappresenta per la mia persona , un complimento (confesso immeritato). Con licenza, ho il dovere tuttavia farLe osservare che il primo termine “pesantezza” è inesatto;Lei, Signora, avrebbe dovuto scegliere “durezza” ; gli dico questo per una elementare quanto necessaria “strategia” bellica (seppure verbale) laddove , non è difficile nel suo intento, una chiara volonta’ di offrire un “bersaglio” (Un Gesuita si contraddistingue, infatti, per la sua durezza verso se e verso gli altri).
Debbo comunque darLe dell’incauta non per il suo inoffensivo attacco (che sospetto sia incosciamente rivolto a se stessa) ma piuttosto riguardo alla faccenda “pistoletto” che ritengo ella non abbia gestito al meglio, infatti :
a) le ricordo che ho messo in discussione tre punti del suo commento e non mi sembra abbia scritto che il dott. Pistoletto non fosse presente nella storia (santa, dell’arte); forse , Lei ha interpretato la locuzione “non è diverso da un manager” in modo strettamente letterale e ne ha dedotto che il medesimo fosse fuori dale categorie cosi tanto a Lei care. Ho usato la similitudine per mettere in evidenza il PRAGMATISMO che pare sia condiviso sempre piu’ da entrambi giusto per fare omaggio alla sua esigenza di OGGETTIVITA’ (esigenza presente nella sua piccata lettera).
b)dunque non ho messo in discussione le “categorie” semmai le pratiche e se avesse letto con piu’ attenzione il contesto (tipicamente ironico) nei commenti che hanno preceduto il suo ,Lei, si sarebbe accorta che se è stato fatto il nome Debord e la sua societa’ dello spettacolo, gli stessi avevano una funzione meramente interpretativa di un fenomeno (quello artistico) sempre e sempre piu’ sfacciatamente contiguo (nei mezzi, badi nei mezzi) a questo che non esito a definire “deserto-occidentale” senza piu’ confini, ma presente ovunque , terzo mondo, compreso).
c) dunque se lei ha esibito nel suo reattivo commento frequentazioni (nonche’ presumo letture) con i personaggi da Lei citati , era , OSO dirlo obbligata non dico a comprendere ma ad interpretare correttamente, SI.
d) vivaddio, Signora, mi spiega cosa significa poi dichiarare essere LAICA ? se sono ricorso nel mio commento alla figura retorica “CHiesa” e relativi devoti fedeli gli stessi non andavano sicuramente letti in modo superficiale come ha dimostrato fare; infatti Lei scrive al punto 3) piaccia o non piaccia Pistoletto e compagnia cantante(arte povera) è gia’ nella storia, Al che ho pensato ecco una persona che crede fermamente e senza nessun dubbio alla storia dell’arte, cosi come ad ad esempio si crede alla sacre scritture : ovvero senza SE e senza MA, oggettivamente per dato di fatto.
Da Laica , non ha il dovere, ma posso dire lo spirito di mettere in discussione se stessa , gli altri e l’altro?
Storia dell’Arte come le tavole della Legge, ETERNA.
Sulle sue osservazioni circa il fare le stesse cose a proposito di Morandi Fontana ecc ecc ecc ecc Le faccio notare che le stesse sono vistosamente Arbitrarie ed incluso l’appunto su Picasso hanno l’unico scopo di rendere il tutto spettrale e dunque NON leggibile.
nessuno ha fatto classifiche di artisti di serie A e B o C e mi meraviglio lo faccia Lei, considerati i suoi studi.
La saluto.
Marras
Marcella,”riconoscimento di Pistoletto da parte della storia dell’arte” – contemporanea? Attenzione: può essere un’affermazione, arbitraria, relativa al nostro momento sttrico, senza nessun fondammento. Ma ti sei mai domandata: Chi scrive la storia dell’arte? Chi decreta la validità di un’opera e di un artista? La storia dell’arte è fatta più di errori che di esattezze. Perfino la scienza è basata sull’errore, figuriamoci poi il linguaggio dell’arte. E’ poi detta fra noi, l’arte povera non è altro che una sotto- forma rivisitata e corretta di un linguaggio preso a prestito dal dadaismo e dal poverismo. Quest’ultimo movimento artistico, poco noto, ma diffuso nell’ambiente intellettuale e artistico nel secolo scorso. Per concludere, coloro che scrivono libri di soria dell’arte: i cosiddetti esperti, non sono i soli detentori di verità divine o per decreto.