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Aveva iniziato a 15 anni ed era stato uno dei protagonisti di Woodstock. Si spegne oggi, a 70 anni, dopo una lunga malattia, l’ex idraulico di Sheffield, Joe Cocker.
Una carriera passata tra l’amore per il blues, il soul e la musica nera, e una voce sporcata da alcool e droghe. Ma al contrario di molti suoi coscritti Joe era rimasto alla vita terrena, anche se ci volle molto tempo perché dopo la sua interpretazione di With a little help from my friends, nel 1969, nel raduno più folle di tutti i tempi, tornasse ad essere una star mondiale.
Servirono gli anni ’80, e uno spogliarello che è entrato a far parte più che della storia del cinema in quella del costume: quello di Kim Basinger in 9 settimane e 1/2. Le note, indimenticabili, erano quelle del brabo di Randy Newman You Can Leave Your Hat On.
Nella sua lunga carriera anche Oscar e Grammy, ma nel 2007 fu anche nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, quasi a sancire una trasformazione da ribelle a “lord”. Ma gli ideali non tramontano, e Woodstock brucia ancora, insieme a tanti altri amati “eroi” scomparsi troppo presto, Janis Joplin in primis. Ciao Joe, che questo viaggio ti sia lieve!
E’ stato quello che ha resistito di più di tutti gli altri che ci hanno lasciato prima del tempo. E’ un tributo troppo caro che si paga per cavalcare le scene mondiali, il successo non fa sconti a nessuno e ciò dispiace moltissimo a noi che stiamo dall’altra parte della barricata.Il suo cuore d’acciaio di Sheffield si è crinato. Ciao Joe, ora riposa in pace