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Dopo la confessione di Bill Cosby, secondo la quale avrebbe somministrato farmaci a una donna per avere un rapporto sessuale, numerose persone dello spettacolo e non si sono schierate contro il celebre attore afroamericano.
Lo Smithsonian National Museum of African Art, che attualmente espone la collezione dei coniugi Cosby, ha cercato dopo le accuse di non entrare nella faccenda, ma recentemente è venuto alla luce che il museo ha tenuto nascosto che i coniugi Bill e Camille Cosby, oltre a prestare le proprie opere, hanno anche finanziato la mostra “Conversations: African and American Artworks in Dialogue”, con una donazione di 716mila dollari.
A sua difesa lo Smithsonian ha affermato che chiunque può venire a conoscenza dei nomi dei finanziatori, dietro richiesta. Tuttavia i criteri dettati dall’Alliance of American Museums imporrebbero ai musei di rendere pubblico quando un prestatore è anche donatore, “Per assicurare l’integrità intellettuale e il controllo istituzionale sull’esposizione”. Questo per evitare eventuali conflitti di interesse o altre questioni etiche.
Dopo le recenti vicende che hanno coinvolto la famosa star dei Robinson molti hanno criticato la scelta del museo di continuare ad esporre la collezione, ma lo Smithsonian è rimasto fermo sulla propria decisione. Ma c’è un però, tenuto nascosto, che cela un po’ di malafede: altro conflitto in questa vicenda riguarda la signora Cosby, che fa parte del consiglio d’amministrazione del museo e che, nel proporre in prestito la sua collezione, ne ha aumentato inevitabilmente il valore. Niente male come idea.












