28 gennaio 2004

Daverio stronca Weiermair. “La mostra alla GAM è arrogante, volgare e pornografica”

 

di

Venerdì 23 Gennaio, presso la sede centrale della Cassa di Risparmio di Bologna, si è tenuta A Fior di Pelle, conversazione aperta al pubblico tra il critico Philippe Daverio ed il filosofo Stefano Bonaga. Il tema era il nudo nella storia dell’arte e l’incontro aveva lo scopo di offrire una didascalìa interpretativa e una spinta promozionale alla serie di esposizioni sull’argomento disseminate per le gallerie bolognesi.
Fulcro di questa serie di esposizioni è la grande mostra Il nudo fra ideale e realtà organizzata da Weiermair alla Galleria d’Arte Moderna.
L’aspettativa del pubblico era quella di ascoltare un elogio più o meno marcato della GAM, ma si è invece ritrovato davanti questa feroce stroncatura di Daverio:
La prima volta che sono andato a vederla non mi è piaciuta molto, ma non ho capito subito cosa non andasse bene. Ieri sono tornato a rivederla e mi hanno cacciato via alle 19 dicendomi che stavano arrivando delle persone che avevano pagato molto. Ho allora capito che quella mostra è piena di arroganza e di volgarità. […] Ci sono il Degas e il Gauguin più brutti che abbia mai visto, appesi solo perché in quei quadri c’è un nudo. Si è così passati dall’arte alla pornografia”.
Il paffuto critico italo-alsaziano ha poi continuato a parlare di altre gallerie in giro per l’Europa in cui è stato accolto oltre l’orario di chiusura, come intendeva proprio fare alla GAM, aperta al pubblico fino alle sette di sera.
Gli spettatori erano assai più soddisfatti della critica alla mostra che della visita ad essa, ma mentre Daverio concludeva il suo discorso ricordando la sua amicizia e stima verso Weiermair sarebbe stato giusto chiedersi se la sua critica non si basi solo sul fatto di aver dovuto rispettare per una volta gli orari di chiusura dei comuni mortali? (carolina lio)

[exibart]

6 Commenti

  1. Come poteva mancare l’immancabile bonaga!
    Ormai a Bologna se succede qualcosa chiamano nell’ordine: Benni, Bifo, Bonaga. In alternativa Vito o Susy Blady e consorte.
    Il triumvirato delle 3B miete gettoni di presenza nella capitale felsinea! Bologna ai Bolognesi!
    D’altra parte Bonaga sì che parla di nudo con cognizione di causa essendo un noto dongiovanni nonché ex compagno della superbona Alba pariettona (che mi sta molto più simpatica di lui). E alla sera li potrete ritrovare a turno al club amici del biliardo sotto le due torri in compagnia dell’ex-terrunciello Abatantuono (gran bell’uomo) e di Stefano Nosei… questa si che è la bologna dove la cultura scende tra la gente!

  2. Che uomo noioso questo Bonaga! Ha iniziato la serata leggendo il commento di mezz’ora che s’era preparato(interrotto solo dall’accensione di una ventina di sigarette). Il discorso prevedeva anche, ogni 7 minuti, l’estrapolazione casuale di una frase da THE NUDE di Kenneth Clark. Nel frattempo Daverio si metteva apposto il papillon e cercava di alzarsi i pantaloni per sfoggiare le calzettine arcobaleno. Quando finalmente Bonaga aveva fumato tante cicche da non avere più voce, è toccato a lui. Quello che ha detto lo avete già letto nella speed. Ha sputato una marea di cattiverie su Weiermair definendolo peraltro “un amico”. Insomma: Cronaca di un’amicizia sull’orlo del disastro.
    La gente era assai contenta, ma di quella contettezza cattiva che si manifesta quando qualcosa che loro non sarebbero in grado di fare viene smantellato. Daverio ha anche cercato di sfoggiare qualche conoscenza tecnica, riuscendo solo a dire che Matisse usava dei bei colori accesi e che Gauguin a un certo punto della sua vita ha deciso di partire. Bonaga s’è ingelosito di questa esplosione di cultura e dopo aver citato Platone ci ha meravigliati dicendo che il corpo morto per eccellenza nella storia dell’arte è quello di Gesù e che gli animali anche se non sono vestiti non sono nemmeno spogliati.

    Carolina Lio

    Questo è il mio retro-articolo alla serata di Venerdì scorso. E’ assai poco giornalistico, ma quando ce vò ce vò.

  3. E’ vero, l’opera di Gauguin è orrenda! Ma anche Munch…e poi, ci sono troppe, troppe, troppe fotografie!
    Un allestimento con meno opere e più selezione avrebbe reso la mostra interessante.

  4. L’arte è morta perché non c’è più voglia di comunicare, voglia vera di trasmettere conoscenza.
    Sede importante: Carisbo di Bologna, invitati di tutto rispetto: la Daverio & Bonaga co. Tema: gioco filosofico estetico sulle tracce del nudo nell’arte.
    Svolgimento: una sproloquiata sequela di parole attorno ad una desolazione fatta di nulla.

    Uno aspetta pazientemente le 10,30 di sera per sentire qualcosa da portare via, da ricordare “dentro” e si trova davanti alla presa in giro.
    Discorsi spiraleggianti attorno alla nudità o non nudità dell’uomo vitruviano di Leonardo, la splendida esposizione del pensiero

    “siccome io sono diverso dall’animale perché provo piacere, godo, anche nel cosciente farmi male, ti fumo bellamente in faccia e me la rido” anche se nel luogo è vietato, anche se chi mi viene ad ascoltare è contrario e “volutamente” omettendo che quell’azione fa male anche a chi sta attorno:
    sublime esempio di arroganza e stupidità.

    Questo è lo specchio dell’importanza dell’Arte di punta, che fa tendenza, perchè fatta da chi “conta” – autoreferenzialismo al cubo.
    E questa è la cultura imperante: fatta da gente piena di sé e che non ha interesse a comunicare “conoscenza” perché non gli frega niente di comunicare qualcosa: basta presenziare, tanto l’applauso è scontato.
    Perché nessuno ha le palle (me compreso) di alzarsi e dire “ma questa è una conversazione culturale o una presa per il culo? L’assessore di Roncofritto a Zelig fa dei discorsi molto più profondi!

    Ecco perché l’arte, la cultura si trova in queste condizioni: non è colpa della Moratti perché taglia è colpa di un’intera classe di gente che una volta arrivata in poltrona ci si rotola, senza “crescere” senza “trasmettere conoscenza”, una vera selezione a rovescio, al ribasso perché a loro volta studia su libri di 500 pagine fatte probabilmente di sproloqui interminabili. Ecco il problema della nostra società: stiamo cadendo sopra a noi stessi per burocrazia e parassitismo. Una classe che dovrebbe guidare e prende profumati stipendi, che omologa se stessa e si ossequia il lunghi discorsi fatti di nulla desolante. Politicanti nel senso peggiore del termine. La parola ha perso il valore, il rispetto: 5000 anni per forgiare un linguaggio per vederlo buttato nel cesso da chi per primo dovrebbe onorarlo: misurare, scegliere, distillare parole per esprimere concetti, idee, trasmettere…. e invece nulla: barbarie.
    Le scimmiette sono uscite dalle gabbie del laboratorio e si stanno divertendo un mondo con microscopi atomici e acceleratori nucleari nel plauso della gente che non sa se ridere o piangere, ma per non sembrare maleducato rimane zitto a guardare.

  5. certo che se d’averio si metteva nudo lui, solo con papillon al posto del pisello, allora sì che almeno faceva ridere, con il panzone, i denti gialli storti, la voce da gattosilvestro, lo zampone con le lenticchie e tutto il resto…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui