03 maggio 2012

Documenta 13 in arrivo. Svelato il tema, che promette di smantellare “la convinzione persistente della crescita economica”

 

di

Una rassegna in odore di “No Logo”. Ecco come sarà la 13esima Documenta di Kassel di Carolyn Christov-Bakargiev.
Una serie di punti di vista critici sul capitalismo, per smantellare la convinzione persistente che sia sempre necessaria una crescita economica. All’indomani del grido collettivo venuto dalla Biennale di Berlino, la Germania, motore dell’economia europea, si prepara (mancano 5 settimane all’apertura della grande quinquennale) ad un’altra kermesse che, secondo le parole della Christov-Bakargiev, sarà «guidata da un approccio olistico senza una visione logo-centrica» e comprenderà anche progetti di archiviazione e di ricerca “site specific”, esperimenti nel campo dell’arte, della politica, della letteratura, filosofia e della scienza per un totale di 150 artisti in rappresentanza di 55 Paesi.
Altra novità di quest’anno è che la mostra si estenderà dal Fridericianum, la Documenta-Halle e la Neue Galerie, i tre luoghi deputati all’avvenimento, anche in un cinema, un albergo, una stazione ferroviaria in disuso, un parco e nei palazzi “Ständehaus” e “Hugenottenhaus”.
Secondo la tradizione, gli artisti partecipanti non saranno annunciati ufficialmente fino alla conferenza del 6 giugno. E per evitare clamori, sensazionalismi e paralleli azzardati con la settima Biennale di Berlino ancora prima dell’opening, la Christov-Bakaragiev ha sottolineato che vi saranno anche molti medium “tradizionali” come pittura, scultura, fotografia, video, performance. Anche in questo caso una dimensione “olistica” dell’arte dentro e fuori gli spazi tradizionali.

3 Commenti

  1. Interessante coincidenza. Il progetto presentato per la prossima Biennale di Venezia tratterà proprio la rinegoziazione dei BISOGNI/NEEDS. Rinegoziare i propri bisogni significa poter fare a meno di modelli di crescita (economica ma non solo) che hanno portato ad una saturazione-fallimento.

    Ecco il progetto aperto a tutti: http://www.kremlino.blogspot.com

  2. Si parla di decrescita sostenibile da anni: Latouche sosteneva l’utilità di un cambio di paradigma già prima che la crisi economica facesse sentire i propri effetti, credo almeno dal 2004. La politica ha acquisito consapevolezza in ritardo, in tutto il mondo occidentale, e stenta a trovare ricette risolutive per fronteggiare un’emergenza che a volte è stata deliberatamente sottovalutata. La massa è rimasta serena e tranquilla, vivendo spesso al di sopra delle proprie possibilità, finché non è stata bruscamente risvegliata e costretta a enormi sacrifici dal precipitare della crisi. Ora proliferano i movimenti e le iniziative dal basso: è un bene che i cittadini siano attivi e partecipi. Il problema è che spesso non sono animati da spirito solidale, ma dalla necessità di tutelare i propri interessi. Se i piccoli egoismi prevalgono sul bene comune, saranno purtroppo i nuovi populismi e gli agitatori di piazze i protagonisti di questo momento storico. Il 2012 sembra l’anno in cui il mondo dell’arte cerca di sintonizzarsi con il clima socio-politico e con la realtà circostante. Succede per inerzia, per necessità o per deliberata scelta? Sarebbe interessante discutere sulle modalità e sulle strategie da mettere in atto affinché l’arte possa contribuire effettivamente al miglioramento della società. Come la politica, l’arte può avere un ruolo importante di indirizzo e di guida nei processi di evoluzione sociale. Purtroppo spesso, come fanno i politici, gli artisti ricercano il consenso del pubblico assecondando i suoi bisogni e le sue aspettative, senza avere il coraggio di avanzare proposte concrete.

  3. Caro Vincenzo,

    giustissimo quello che dici, l’arte non può cambiare il mondo ma aumentare radicalmente il grado di coscienza e consapevolezza. Questa funzione può essere molto più utile della politica che invece deve seguire anche il compromesso.

    Quindi non si tratta di aggiustare modelli che non funzionano quanto rinegoziare i propri bisogni per poter fare a meno di questi modelli. Questo è il punto che la biennale di berlino non ha capito. Senza poi avere alternative concrete, cosa propongono e cosa vogliono questi indignatos dell’arte???

    Vediamo cosa farà docuementa 13 che sembra centrata rispetto ai propositi.

    LR
    Biennale di venezia: http://www.kremlino.blogspot.com
    dOCUMENTA 13: http://whlr.blogspot.it/2012/04/blog-post_23.html

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui