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Gallerista, fotografo, tra i protagonisti di quell’age d’or impastata di mito che furono gli anni ’50-’60 a Roma, Plinio de Martiis è morto a Roma, venerdì sera.
La macchina fotografica sempre pronta –come un diario appassionante e divertente- il piglio deciso, un certo intuito, un instancabile entusiasmo. Circa 5000 negativi raccontano la vita della sua galleria, La Tartaruga, aperta a pochi passi da Piazza del Popolo. Dal nome, tirato a sorte una sera del 1954 con gli amici pescando un bigliettino dal cappello di Mario Mafai, alle tante mostre, ai visitatori eccezionali, come Marcel Duchamp, Tristan Tzara (che gira a Roma in compagnia di Ennio Flaiano), o gli americani Twombly, Rauschemberg, De Kooning, Rothko, Kline. E alla Tartaruga esporranno quasi tutti i protagonisti dell’arte italiana di quel periodo: da Fabio Mauri a Mario Schifano, da Kounellis a Piero Manzoni a Pino Pascali, fino alla chiusura (in bellezza) con il ciclo Teatro delle Mostre (un protagonista per una mostra al giorno). Poi restano le immagini che ricordano e documentano quei tempi e le persone: fotografie che iniziano a girare sistematicamente per tutte le esposizioni –piccole o grandi- dedicate agli anni della dolce vita a Roma. Fino al premio alla carriera, nel 2003 durante il 54 Premio Michetti.
[exibart]
peccato!
Con sincero dolore
avevo appena visto un suo libro di foto bellissime …e il racconto di una vita artistica romana che non esiste piu.
grazie plinio.