21 maggio 2012

Falcone e Borsellino. Per non alimentare il silenzio mafioso, a Palazzo Incontro di Roma, una serie di appuntamenti e una mostra fotografica

 

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Sono passati vent’anni dalla mattina del 23 maggio 1992, in cui nei pressi dello svincolo autostradale di Capaci persero la vita Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. L’emblema degli attentati mafiosi che, insieme a quello di via D’Amelio, dove perse la vita Paolo Borsellino e cinque suoi agenti (il 19 luglio dello stesso anno) è l’argomento che apre a Palazzo Incontro di Roma una serie di programmi e riflessioni che andranno avanti da oggi, conferenza stampa stamattina alle 11.00, fino al prossimo 19 luglio. Insieme al programma “Il tempo della lotta alla mafia. Lezioni Civili in ricordo di Falcone e Borsellino”, la serie di incontri che l’Amministrazione Provinciale di Roma promuove per l’occasione, sarà presentata in anteprima anche la mostra, realizzata per Contrasto, “Il Silenzio è mafia. Falcone e Borsellino vent’anni dopo” a cura di Alessandra Mauro e Franca De Bartolomeis, che resterà allestita nelle sale di Palazzo Incontro fino al prossimo 9 settembre. 
Stasera invece, alle 18.30, ora ufficiale dell’opening, saranno letti, da Monica Guerritore, alcuni brani dal “Diario di Rita Atria” la siciliana ribelle, come era stata dipinta in un film dedicatole, ragazza nata da una famiglia mafiosa in provincia di Palermo che dopo l’assassinio del padre e del fratello divenne collaboratrice di giustizia. La madre la ripudiò, e nel 1992 la ragazza si uccise a Roma, dove viveva segretamente. Una settimana esatta dopo l’attentato a Borsellino. 

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