16 dicembre 2015

Ferrovie dismesse come tracciati per un nuovo turismo sostenibile. E il Mibact tende la mano alla Fondazione FS

 

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Quante volte leggiamo di treni in ritardo, stazioni ferroviarie fantasma, treni roventi d’estate, freddi d’inverno, pendolari esasperati e chi più ne ha più ne metta. E che fare poi con tutti quei benedetti chilometri di ferrovie abbandonate o in corso di dismissione che affollano il nostro Paese che ormai sembra aver puntato tutto sulla TAV e lasciando intere zone scollegate degnamente dai grandi centri? C’è un’idea, che non è male, e che forse per certi versi sanerà – se non gli spostamenti – almeno il dramma di vedere un servizio ridotto a una strada ferrata e sterrata. 
Il Mibact, tramite il Ministro Franceschini, oggi alla Camera, alla Commissione Trasporti ha preso visione della legge per l’istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego proprio delle linee fantasma e situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
«Siamo disponibili a dare il nostro contributo e il nostro sostegno in tutte le forme possibili. Questo è un tema centrale nelle strategie del Mibact per lo sviluppo di un turismo lento e sostenibile e il fatto che ci sia una proposta di legge sul riuso di quasi 800 chilometri di linee ferroviarie dismesse in posti incantevoli del nostro Paese è davvero un fatto importante», ha dichiarato Franceschini che, già al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa aveva tenuto il summit sul turismo sostenibile.
Dunque, che fare? Costruire alberghi, rimettere in moto i binari con treni d’epoca, fare delle piste ciclabili (soluzione decisamente “easy” a livello economico) o che altro? «Non tutte le ferrovie storiche potranno essere oggetto di linee turistiche ferroviarie, si ragionerà su quali devono rimanere in uso». Aspettiamo proposte.

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