12 marzo 2002

Genova, dopo lo scandalo per falso Vrubel’ solidarietà degli intellettuali verso Ragazzi

 

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Mentre la mostra genovese Kandinsky – Vrubel- Jawlensky e gli artisti russi a Genova e nelle Riviere si è chiusa con oltre 73.000 visitatori, con una lettera inviata ai quotidiani genovesi un’ottantina di intellettuali, hanno voluto esprimere solidarietà a Franco Ragazzi, curatore della mostra travolto dalla vicenda del presunto quadro falso di Vrubel’.
Artisti, critici, storici dell’arte, editori da tutta Italia dichiarano di non voler “entrare nel merito di una questione di cui si sta occupando la magistratura” ma di voler “portare una testimonianza della serietà professionale di Franco Ragazzi” da parte di chi ha “avuto modo di conoscere direttamente e di apprezzare le sue capacità di organizzatore di eventi culturali e di studioso”
Tra le firme degli intellettuali liguri, quelle dei docenti dell’Università, Franco Sborgi, Marco Salotti, Roberto Trovato, dei funzionari della Soprintendenza, Franco Boggero, Marzia Gallo, Caterina Olcese, degli artisti Eugenio Carmi, Giannetto Fieschi, Emanuele Luzzati, Aurelio Caminati, Francesco Arena, dei critici Germano Beringheli e Claudio Bertieri, dell’editore Gianfranco De Ferrari.
La lettera riporta anche nomi noti e prestigiosi del panorama storico-artistico nazionale: Rossana Bossaglia , Giorgio Di Genova, Arturo Schwarz tra i critici, Agostino Bonalumi, Gillo Dorfles, Lucio Del Pezzo, tra gli artisti.
I firmatari della lettera, affermano che “i successi delle numerose iniziative che hanno visto a diverso titolo coinvolto” Franco Ragazzi sono stati, in molti casi, anche i successi di Genova, in un decennio che ha visto un susseguirsi di manifestazioni artistiche di alto profilo. Pertanto: “alla vigilia del 2004, anno che vedrà Genova premiata per gli sforzi compiuti per diventare una vera ‘capitale della cultura’, screditare senza appello l’operato di Franco Ragazzi significa compromettere un lavoro dalle forti prospettive
Il modo stesso in cui viene affrontata questa vicenda – continua il testo – pone degli interrogativi. Troviamo infatti singolare che non si esiti ad attaccare senza mezzi termini chi potrebbe avere commesso un errore di valutazione e si trascuri invece il fatto della messa in circolazione di un dipinto eseguito su un antico cartone recante l’apparente firma di “Vrubel’”, nonché indicazioni equivoche a tergo, in assenza d’ogni altra dicitura che ne conclamasse la natura di “esercitazione.

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[exibart]

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