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Oltre all’occasione dell’arte per poter ammirare nel cortile di via Folli 50 – sede del neonato “project space” della Fondazione Bracco – il “vortice” di plastica di Maria Cristina Finucci, nuova opera del progetto Garbage Patch State, l’appuntamento di Milano è stato anche un approfondimento scientifico e decisamente interessante, sullo stato di salute del nostro Mar Mediterraneo, degli oceani, degli arcipelaghi di plastica e delle conseguenze sulla natura, nonché sull’uomo.
Il tema, introdotto da Cristina Fossi, professore in Ecologia ed Ecotossicologia dell’Università di Siena, tra i massimi esperti nazionali del tema, accompagnata da Alessandro Cecchi Paone, è stato a sua volta il preludio per un tour tra le tappe del’opera di Finucci, in divenire e che ha toccato anche i due luoghi simbolo delle istituzioni del pianeta: l’Unesco a Parigi, e il Palazzo delle Nazioni Unite a New York.
Uno stato vero e proprio, il Garbage Patch, per sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema che purtroppo non si vede a occhio nudo e nemmeno da qualsiasi satellite, e che nel prossimo futuro sarà in mostra anche all’Arsenale di Venezia e sull’isola siciliana di San Pantaleo, nei resti della città di Mozia.
Ma per ora restiamo a Milano, dove nel cortile di Folli 50.0, resterà in permanenza questo Vortice di sette metri di altezza «che non è soltanto simbolo di energia e vitalità, ma anche di potenza distruttiva come la plastica di cui è formato. Un’opera per dare immagine concreta a ciò che è quasi invisibile, il fenomeno della microplastica che sta uccidendo gli oceani, problema in qualche modo prodotto da ciascuno di noi e che ci riguarda tutti», ha spiegato l’artista. «Un’opera per comprendere meglio la realtà globale e i suoi molteplici aspetti», a detta della Presidente Diana Bracco. E Milano, così, avrà un po’ di mare e soprattutto il monito sempre visibile su come evitare di inquinarlo.