12 giugno 2004

Il Governo Berlusconi per la cultura, una pubblicazione del Ministero

 

di

“Da una eredità stracolma di problemi irrisolti, un bilancio di innovazioni governative senza precedenti: nuove leggi, nuove fonti di finanziamenti, nuovi servizi ai cittadini”.
Con queste parole viene presentato il corposo documento Il Governo Berlusconi per la cultura, lo spettacolo e lo sport presentato dall’Ufficio stampa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in questi giorni. La pubblicazione si sviluppa in ben otto quaderni: patrimonio e paesaggio, architettura e arte contemporanea, patrimonio archivistico-librario, cinema, musica e teatro, sport, cultura italiana nel mondo, rinnovamento istituzionale del ministero. Ogni sezione è dotata di appendice legislativa.
Seppur pubblicata e lanciata con evidenti secondi fini propagandistico-elettorali, la documentazione ministeriale è di interessante consultazione.


Per consultare il documento:
http://www.beniculturali.it/news/comunicati/homeQuaderni.asp
con programma Acrobat Reader


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3 Commenti

  1. Ok, ma ditemi perchè la ritenete di interessante consultazione, altrimenti io, al di là del farsi due risate [amare] non ci vedo alcun motivo di interesse.

  2. ormai nel mondo dell’incredibile: i progetti citati e positivi sono stati traguardati ora ma dopo anni di gestazione e studio. Di vero c’è questo: il codice urbani, dopo aver definito cosa sono i beni culturali, spiega subito come alienarli. Che si tratti dell’alienazione delle sempre citate caserme, è una fola: chi sarà il privato entusiasta di acquistare una caserma anni cinquanta? lo straniero di turno non sarà piuttosto interessato all’acquisto di una villa, magari non ancora completamente censita? il ministero è in questo momento al grado più basso della sua storia: per implementare le direzioni generali a roma(con la mirabile riforma del ministero voluta da urbani), tutte ovviamnete cariche politiche, scompariranno importantissime soprintendenze territoriali: si parla di quelle emiliane, di molte toscane, di alcune lombarde, di città d’arte così importanti che viene male a citarle (ma facciamolo, così il redattore lo troverà “interessante”: Mantova, Siena, Arezzo, Parma, Modena). Sono, tra l’altro, tutte sopr. storico-artistiche, sicchè la figura dello storico dell’arte si arroccherà solo nei poli museali, come in un’oasi protetta, che però sono sotto schiaffo di privatizzazione, sicchè aspettatevi le prossime mostre sulle tette di venere. colleghi, che schifo!

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