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Tutti con gli occhi al cielo anche se, a dir la verità, turisti, passanti e newyorkesi lo erano già da diverso tempo nell’osservare la nuova meraviglia architettonica della città, la sesta per altezza della Grande Mela. E che sorge in un luogo non poco controverso, visto che si tratta di Ground Zero, lo spazio del vecchio World Trade Center.
Larry Silverstein, il costruttore, con l’architetto giapponese Fumihiko Maki, 83 anni e Priztker Architecture Prize nel 1993, incaricato del progetto, erano vicini quando si è ufficialmente inaugurato il grattacielo numero 4 ieri sera, che sorge proprio, insieme al grattacielo numero 3, sull’area dove era l’ex 4 del WTC, che non era crollato nell’impatto delle torri ma irreparabilmente danneggiato, issandone una guglia metallica sulla cima.
Eppure, nonostante la magnificenza e la maestosità di questa torre, alta complessivamente quasi 350 metri, con 72 piani e una superficie calpestabile di 167mila metri quadrati, la sensazione è quella di un’estrema leggerezza, di una struttura che non disturba ma che anzi, resta quasi celata alla vista. È grazie a una particolare inclinazione del vetro usato per le facciate che la superficie del grattacielo risulta una specie di specchio, che riflette non tanto gli edifici circostanti quanto il cielo, l’atmosfera, restando rarefatto.
Niente “espressionismi” come accaduto con i progetti di Richard Rogers e Sir Norman Foster, ma un approccio quasi zen, che rispetti l’alone di dolore, e allo stesso tempo di voglia di ricominciare, che si respira nella zona dell’attacco. «Volevamo un edificio che riuscisse a smaterializzarsi e che fosse una sorta di secondo “memoriale” della zona di Ground Zero, un monumento dignitoso» ha affermato Maki. Che ha dimostrato la grandiosa capacità di vedere il portento nella semplicità di un palazzo che in alcuni momenti della giornata si confonde con il resto dello skyline newyorkese. I primi inquilini della struttura, costata più di un miliardo di dollari, sono proprio la municipalità di New York e la Port Autority della Grande Mela e del New Jersey.











