18 aprile 2002

Le nuove Papesse esordiscono con Barbara Kruger e Studio Azzurro

 

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Facciata PapesseSaranno presentate a Milano il prossimo 23 aprile le prossime mostre del Palazzo delle Papesse – Centro Arte Contemporanea di Siena. Barbara Kruger e Studio Azzurro inaugurano la nuova gestione del museo che ha sostituito a Sergio Risaliti Marco Pierini

LE MOSTRE

Barbara Kruger
22-6/5-9-2002
Palazzo delle Papesse Centro Arte Contemporanea ospiterà, a partire dal mese di giugno, per la prima volta in una istituzione pubblica, una mostra personale dedicata all’artista americana. Per l’occasione il primo e secondo piano dello storico palazzo saranno interamente destinati ai lavori di Barbara Kruger. Verranno esposte circa venticinque opere, delle quali alcune ancora inedite, per lo più di grande formato e provenienti da collezioni pubbliche e private europee. Uno dei pezzi più significativi sarà la video-installazione “Power/Pleasure/Desire/Disgust”, presentata qui in prima assoluta in Italia, e rielaborata appositamente dall’artista per adattarsi ai difficili spazi del Palazzo delle Papesse. Barbara Kruger, inoltre, realizzerà fuori dalle Papesse alcuni interventi specificamente pensati e progettati per la città di Siena, che coinvolgeranno il sistema dei trasporti pubblici e delle comunicazioni pubblicitarie, in accordo con lo spirito e la natura della sua produzione-provocazione artistica.Il catalogo, edito da Gli Ori, conterrà un testo di Angela Vettese.

Studio Azzurro. Caveau
22-6/25-8-2002
Palazzo delle Papesse apre con Studio Azzurro un nuovo importante ciclo espositivo. Il nome del nuovo progetto deriva da uno degli spazi più suggestivi e caratteristici del palazzo, il caveau appunto, costruito dalla Banca d’Italia che, prima del Centro Arte Contemporanea, occupava i locali del prestigioso edificio. Questa sala blindata, che ancora oggi conserva gli arredi e le strutture di protezione originali, ospiterà dal mese di giugno una rassegna di opere espressamente pensate per tale spazio. I più rappresentativi esponenti della scena artistica nazionale e internazionale verranno chiamati a misurarsi con questo inconsueto ambiente, dando vita a un ciclo continuo di trasformazioni e metamorfosi. Gli eventi si alterneranno con cadenza trimestrale e si inaugureranno sempre in concomitanza con le altre mostre.Il compito di aprire questa rassegna è stato affidato a uno dei gruppi più rappresentativi fra coloro che, da sempre, lavorano sullo spazio e attraverso l’interazione con l’osservatore: Studio Azzurro. Per il Caveau Studio Azzurro ha progettato un originale lavoro che coinvolge il visitatore, interagendo con i suoi sensi e le sue percezioni spaziali. Una visione tecnologica che traviserà questo ambiente chiuso in se stesso (introverso) in una proiezione espansa del reale e dell’irreale.Il catalogo, edito da Gli Ori, conterrà un testo di Andrea Lissoni.


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[exibart]

2 Commenti

  1. Caro Tonelli,
    è un po’ che volevo intervenire su Exibart su una questione che non riguarda me, te o qualche piccola bega tra amici, ma riguarda, credo, tutto il sistema dell’arte contemporanea e il modo parrocchiale e becero in cui viene gestita in Italia. Vedo che avete dedicato una fredda notiziola, beninteso priva di commenti, al fatto che le Papesse abbiano presentato il programma delle prossime mostre della nuova gestione Pierini: due mostre, se mi permetti, per così dire “inattaccabili” (forse anche troppo…), molto “contemporanee” e “internazionali” e di sicuro interesse. Questo modo di gestire le notizie mi ricorda, scusa il paragone, certe ben calibrate “notiziole brevi” molto in uso in certi giornali di regime… una fredda colonnina in cronaca, giusto per lavarsi la coscienza, e via andare. E il polverone di qualche mese fa, con strilli e urla (“clamoroso a Siena!”, “Le urla di Achille Bonito Oliva contro il Comune di Siena”, reo di “voler affondare uno spazio meraviglioso come il Palazzo delle Papesse”)? Solo un ricordo…
    Se ti scrivo è perché stimo te, il tuo lavoro ed Exibart come uno dei migliori e più informati giornali on-line che ci siano in Italia nel campo dell’arte. Ma ogni tanto peccate anche voi (non siete i soli, certo!) di faziosità, e la gestione del ricambio alle Papesse lo dimostra.
    L’estromissione di Risaliti è stata accolta da voi, seguiti a ruota dai soliti pecoroni conformisti (forse gli stessi che oggi esultano- chissà perché: forse non lo sanno neanche loro, ma sanno che è molto “in” farlo – per la nomina di Bonami alla Biennale) come un motivo di scandalo.
    La “cacciata” di Risaliti, quello che (leggo a casaccio dalle colonne dei commenti dei vostri lettori), “dopo duccio, aveva rifatto siena capitale dell’arte”, “uno dei migliori direttori di museo degli ultimi anni, nel panorama europeo” (parola di Massimo Minini), “giovane brillante innovativo intellettuale”, e via di questo passo, e la sua sostizuzione con Pierini, “l’ex direttore di un museo diocesano”, a voi dava la “netta sensazione di inaugurare un 2002 poco fausto non solo per la città di Siena, ma per la vita culturale di tutto il nostro Paese”, e per i vostri molto poco critici lettori era nientemeno che “un insulto non da poco per la storica sensibilità laica di Siena e per la sua neonata vocazione a promuovere l’arte contemporanea”, che avrebbe “scaraventato nella spazzatura sia la storia che l’avvenire della città”, una decisione che “stupra i Centri d’Arte per soddisfare a piccole logiche da sezione”, che “si basa solo sulla solita ignoranza (in senso letterale) di qualche sindaco od assessore che ignorano, appunto, i delicati meccanismi che regolano la vita culturale (e quindi democratica) di una città” (è ancora Minini che parla, che consiglia al sindaco Cenni, “cui nemmeno la laurea sembra aver portato consiglio”, di “rivedere la propria sciagurata (per lui e per Siena) decisione”); una vicenda “che conferma, ancora, il disamore, il disprezzo e la poca lungimiranza verso l’arte contemporanea” (questa volta è l’illuminata Tersa Macrì che parla, dalle colonne del “Manifesto”), perché, “prosciogliendo Risaliti dall’incarico, le Papesse restano un prestigioso giocattolo inanimato, quasi un ufo atterrato improvvidamente… uno spazio quasi epifanico che diverrà un probabile deposito di opere di artisti fané, senza quell’anima sperimentativa che lo rendeva un prezioso dribblatore di commistioni e connessioni linguistiche. Poiché nel destituirne l’idea, il sentire e praticare l’arte delle Papesse cosí come si è fatto, si destituisce la qualità e la vivacità intorno alla cosa”. Siena con Pierini sarebbe dunque certamente diventata “una città ormai cambiata, invecchiata, abbandonata, illusa di poter crescere rispolverando figure stantie e logore, motivate da vendette personali e antichi rancori nei confronti di chi ha avuto coraggio, volontà e rispetto per Siena e per i suoi cittadini”. Insomma, per dirla con le parole di un vostro lettore di Livorno: “sono cose che rattristiscono tutto il Paese!!”.
    Già, e ora? Pierini porta a Siena Barbara Kruger, un’artista internazionale tutt’altro che “logora, vecchia, stantia” o diocesana che dir si voglia, e Studio Azzurro, su cui non c’è bisogno di spendere parole. E’ questo il “mostro” che avrebbe sgretolato i “delicati meccanismi che regolano la vita culturale (e quindi democratica) di una città”? E’ questo il direttore che puzzava di sagrestia e di vecchiume, che avrebbe sicuramente “scaraventato nella spazzatura sia la storia che l’avvenire della città”, che i radicalchic dell’arte contemporanea vedevano come il diavolo che aveva osato profanare il santuario della contemporaneità?
    Forse, caro Massimiliano, qualche volta prima di lanciarvi, lancia in resta, nelle Grandi Crociate in difesa dell’Avanguardia, dovreste fermarvi un momento a riflettere, e chiedervi a chi, a quali poteri e a quali interessi privati e commerciali possono far comodo gli inutili polveroni. O magari, a cose fatte, fare anche un po’ di autocritica…
    Alessandro Riva

  2. Caro Ale,

    la velina fascista che tu hai individuato è tutt’altro che tale. E’, anzi, l’esatto contrario.
    Se è vero che non mi sono trovato e non mi trovo d’accordo con l’avvicendamento che ha interessato il museo senese, è ancor più vero che le Papesse – essendo nella stessa città in cui io vivo – godono da sempre su Exibart di un certo occhio di riguardo. Il pubblicare le prossime mostre in programma, dunque, non è uno sminuire, bensì un’eccezione a tutto vantaggio del centro d’arte diretto da Marco Pierini. Se le Gam, le civiche di Bergamo, di Modena o di Roma (o altri) presentano il prossimo programma espositivo, Exibart non ne fa solitamente una notizia, ne grande ne piccina. Pensa che il prossimo venerdì partirà la programmazione del Centro Nazionale per le Arti Contemporanee di Roma, ebbene controlla pure e non troverai alcun accenno a queste mostre. Insomma, caro Alessandro, non esiste ombra di fumus persecutionis: al futuro programma delle Papesse (nonostante io stesso sia quantomai scettico) è stata data la più grande e prestigiosa visibilità possibile, come per nessun’altro. Ciao. M.

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