03 aprile 2002

Libri d’artista, uscito il volume di Gabriele Picco

 

di

Gabriele PiccoAureole in cerca di Santi, Gabriele Picco, 2002

L’AUTORE
Gabriele Picco, nato a Brescia nel 1974, è laureato in lettere moderne a Milano. Alla sua prima prova letteraria, è anche artista visivo emergente nel panorama internazionale: per le sue opere ha ricevuto il Premio Michetti 2000 per la pittura ed è stato finalista al Premio Guarene 2001. Attualmente sta lavorando al suo secondo romanzo.

IL LIBRO
Trent’anni, storico dell’arte, per cacciare la malinconia Andrea tampona le auto delle scuole guida, tappezza la sua camera di airbag già esplosi, e intanto non smette di interrogarsi sulle difficoltà che noi incontriamo nell’adattarci alle cose e nell’adattare le cose a noi: “La terra ruota o la ruota è a terra?”
Un giorno, ecco finalmente l’occasione che Andrea aspettava: un’offerta di lavoro prestigiosa, uno stravagante progetto di risonanza mondiale, che potrebbe davvero cambiargli la vita. Ma il mondo continua a imporsi su Andrea come grandine dal cielo: il suo coinquilino si innamora di una donna vista in televisione; la sua ex si inventa un nuovo partito politico; con Laura, sospetta feticista, nasce una relazione improbabile.
E alla fine ad Andrea parrà di scorgere, nella schiuma del mare, una cosa strabiliante, impossibile da vedere: il futuro…

www.ponteallegrazie.it

[exibart]

7 Commenti

  1. Scusate, ma “libro d’artista” indica qualcosa di ben preciso, una branca della sperimentazione nel campo dell’arte contemporanea iniziata ai primi degli annni Sessanta. Cosa c’entra questa se pur degnissima pubblicazione? Per favore, meno confusione!

  2. senza indignarsi troppo direi semplicemente che non è un libro d’artista, ma un romanzo scritto da un artista visivo, ci state?

  3. Un’opera letteraria scritta da un artista non è un “libro d’artista”, ma, appunto, un romanzo o altro scritto da una persona che è anche artista, o che fa prevalentemente l’artista. Per “libro d’artista” si intende una sperimantazione artistica sul libro, sia nella sua forma (libro-oggetto) che nella sua funzione di medium, nell’ambito appunto di quella sperimentazione sui nuovi linguaggi che tanto ha interessato l’arte visiva dei decenni Sassanta-Settanta. Se Annigoni si fosse scritto un’autobiografia, che sarebbe, secondo voi, un libro d’artista? Non sarà per caso, invece, il libro di un artista? Ad ogni modo, a chi interessasse (evidentemente non all’estensore della notizia) esiste fior di letteratura sull’argomento. Varie importanti esposizioni ne sono state fatte, la Biblioteca Nazionale di Parigi possiede uno dei più importanti fondi di libri d’artista al mondo e anche se la canonizzazzione si è avuta appunto un quarantennio fa, già coi futuristi (russi e italiani) abbiamo bellissimi esempi di libri d’artista (litolatte, Depero futurista ecc).

  4. E chi ve l’ha detto che non è un “libro d’artista” ?
    Siete settari e schiavi dei canoni ermeneutici…comprate e giudicate!

  5. Mi sono laureata con una tesi sul Libro d’artista, studiando l’argomento per due anni e mezzo. E’ vero che la definizione di questo medium artistico è alquanto sfuggente, e che questo ha determinato un allargamento “a piacere” della ‘categoria’ da parte di soggetti poco informati o “interessati”, tuttavia è possibile porre dei paletti:
    sicuramente un libro tradizionale scritto da un artista non è un libro d’artista.
    Il caso in questione o non rientra nella “tipologia” dei libri d’artista (che è l’ipotesi più probabile, visto che si parla di «prova letteraria»)o comunque non presenta sufficienti elementi di valutazione (materiale/i di supporto,tecniche, struttura, codici di comunicazione)
    Al fine di interrompere la ‘catena della disinformazione’ sull’argomento, si invita perciò il redattore dell’articolo in questione ad un approfondimento del tema su cui scrive.

  6. Cara Dina, è proprio quello che intendo dire e che mi pare giusto dire. L’indignazione, ovviamente, non è verso l’autore, ma verso chi magari spacciando chi sa quali capacità critiche, fa questo guazzabuglio di definizioni elementari. O scandalizzarsi se qualcuno seriamente presenta Michelangelo come sommo maestro del cubismo vuol dire essere settari? Una cosa è la rigidità, altra cosa l’ignoranza. Chi parla a vanvera almeno prima abbia l’umiltà di documentarsi un minimo

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