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Per ora non si registrano reazioni, né fatwa. Ma il fatto è abbastanza curioso. Louise Bourgeois, la grande artista recentemente scomparsa, è attualmente presente con una retrospettiva dal titolo “Conscio e Inconscio”, curata da Philip Larrat-Smith, nel museo di Doha, in Qatar. Ebbene si, nel piccolo e ricchissimo stato islamico conservatore affacciato sul Golfo Persico, in cui sono vietati abbracci o baci in pubblico e dove si fa finta che la sessualità non esista, hanno trovato posto 30 opere dell’artista. I famosi Ragni, simbolo della maternità e della madre in particolare e le opere più audaci, dal taglio profondamente psicoanalitico, tra cui sculture come “Clamart”, dove falli in erezione rappresentano la fertilità e la crescita, “Avenza Revisited”, sculture in bronzo che raffigurano moltiplicazioni di seni femminili da una struttura che ricorda una serie di radici.
I giornali locali hanno riportato la notizia dell’apertura della mostra senza accennare alle rappresentazioni sessuali esplicite. Ma l’iniziativa sembra un ulteriore passo avanti nell’emancipazione dello stato del Medio-Oriente tradizionalista che, seppure in buoni rapporti diplomatici con l’Occidente, non disdegna la vicinanza con Hamas e Hezbollah. Ma evidentemente le istituzioni coraggiose, e danarose, hanno superato il limite politico nemmeno troppo tempo dopo l’Italia dove la prima, e unica, retrospettiva dedicata all’artista è stata realizzata a Capodimonte nel 2008. Non un secolo fa. (m.b.)












