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C’è una fotografia che in queste ore sta facendo il giro del web da un sito e da un social all’altro e che mostra la faccia tumefatta di un giovane. Occhi pesti, gonfiori, graffi. Si chiama Vasyl Cherepanyn, è un curatore d’arte contemporanea e attivista politico, e non vive in un ameno luogo della comunità internazionale dell’art world, ma a Kiev, capitale di quell’Ucraina, della cui situazione politica ormai poco si parla.
Ebbene il giovane in questione, impiegato al Visual Culture Research Center, nella capitale del Paese dell’est, è stato brutalmente picchiato da un gruppo di persone mascherate all’ingresso di una stazione della metropolitana. I motivi non sono chiari, ma come ha riportato anche The Art Newspaper, sarebbero riconducibili al suo lavoro. Durante la rivoluzione che ha visto rovesciato il potere di Viktor Yanukovich, Cherepanyn ha organizzato lezioni per gli attivisti e ha creato una rete di sostegno per impedire l’arresto di manifestanti ricoverati negli ospedali. Il curatore, che è anche docente di studi culturali all’Università di Kiev-Mohyla e anche nella redazione dell’edizione ucraina della rivista Polical Critique. Dichiaratamente di sinistra, è stato anche uno degli organizzatori di una conferenza che ha portato a Kiev, lo scorso maggio, personalità come la regista Agnieszka Holland, il filosofo francese Bernard-Henri Levy e lo storico Timothy Snyder. Il Ministero della Cultura dell’Ucraina ha condannato l’attacco parlando di una “manifestazione di intolleranza che contraddice i principi di democrazia, dove la violenza e l’intimidazione non devono essere utilizzati come metodi per influenzare la sfera culturale”.















