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Dopo il prestigioso riconoscimento American Art Award del Whitney Museum di New York, la Collezione Maramotti è di nuovo in corsa verso gli orizzonti esteri.
Stavolta il grande nome reggiano va in Belgio, nel periodo più caldo della sua capitale, presentando ben venti opere in occasione della mostra “Resonance(s)” alla Maison Particulière di Bruxelles. Quattro grandi collezionisti europei (Collezione Maramotti appunto, Josep Maria Civit, Henk e Victoria de Heus-Zomer, Amaury e Myriam de Solages), un artista ospite, il pittore Gauthier Hubert, e un tema su cui ragionare: questo è il format proposto dalla Maison per creare un confronto tra le diverse realtà rilevandone un punto in comune. Quale? La passione per l’arte e la condivisione delle opere con il pubblico. Ciascun collezionista è stato invitato a selezionare opere dalla propria collezione, con il proposito di essere esposte congiuntamente a pezzi di altre raccolte. Il risultato? Un esercizio di riflessioni ben superato: il gioco di ragionamenti e considerazioni, non indifferenti, è l’effetto di un confronto al pari dei protagonisti. La storica Collezione Maramotti, che da generazioni si affaccia al sistema dell’arte contemporanea, racconta nella capitale del Belgio la storia dell’arte in Italia dagli anni Sessanta a oggi, con riferimenti all’architettura e alla natura, e qualche incursione alle problematiche sociali e politiche. Gli artisti della Collezione in trasferta sono Massimo Antonaci, Evgeny Antufiev, Bertozzi & Casoni, Huma Bhabha, Andrea Büttner, Gianni Caravaggio, Flavio de Marco, Francesco Gennari, Gregory Green, Emilio Isgrò, Kaarina Kaikkonen, Jacob Kassay, Claudio Parmiggiani, Beatrice Pediconi, Laure Prouvost, Luisa Rabbia, Daniel Rich, Tom Sachs, Thomas Scheibitz e Michael van Ofen. (Martina Corbetta)