04 giugno 2004

Milano, via dal centro storico le insegne arcobaleno di Banca Intesa

 

di

banca intesaFinalmente qualcuno ha avuto il coraggio di dirlo. Ed è stato ancora lui, quel Gabriele Albertini (primo cittadino di Milano) che ultimamente ci pare ben intonato per quanto riguarda le questioni artistico-culturali. Cosa ha fatto di così coraggioso il sindaco meneghino? Ha detto, chiaro e tondo, che le nuove insegne (color arcobaleno su sfondo bianco) della Banca Intesa non sono esattamente un prototipo di buon gusto italiano.
Secondo l’amministrazione milanese le insegne della banca turbano il decoro architettonico di facciate e palazzi e, a causa del loro eccessivo impatto ambientale, a loro si stanno via via sostituendo –nel centro della città- più eleganti scritte di color bronzo.
Certamente uno smacco per il secondo istituto bancario italiano che meno di un anno e mezzo fa aveva chiamato a ridisegnare il proprio logo il grande architetto Michele De Lucchi, con risultati tutt’altro che convincenti.

[exibart]

9 Commenti

  1. FINALMENTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!
    Per la cronaca anche il sindaco di Treviso, che crediamo conoscerete, ha chiesto a Benetton di togliere i fondali vetrina colorati dal megastore “in piazza” e sempre in favore del buon gusto.
    C’è da preoccuparsi che commenti di questo tipo, tra l’altro del tutto condivisibili, provengano da figure esterne al mondo “creativo”.
    BancaIntesa comunque ha accettato il nuovo star system’s logo senza pensare alle difficoltà che avrebbe potuto incontrare nella sua applicazione: dalle insegne multicolor alla riproduzione in una scala di ben 11 grigi un arcobaleno di quel tipo. I primi estratti conto, tutti rigorosamente in bianco e nero, riportavano il logo alquanto compromesso.
    Senza pensare all’occasione d’uso, BancaIntesa ha acquistato un costoso vestito firmato più adatto ad una allegra gelateria di provincia piuttosto che ad una banca del suo prestigio.
    Il PRESSAPOCHISMO che domina il mondo creativo attuale è frequentemente avallato dall’ADULAZIONE.
    Peccato dover sempre aspettare che qualche “innocente” gridi “…il re è nudo!”.

  2. Ma dai… Davvero? Le vetrine coloratissime della Benetton erano l’unica cosa ancora allegra di Treviso! Ma che cavolata. Treviso va in rovina, ci sono stupri e borseggi per strada, i miei amici mi fanno sapere che la sera nessuno più osa mettere la testa fuori dal cancello e il sindaco si preoccupa delle vetrine gialle e azzurre? Magari, essendo leghista, le vuole soltanto verdi.

  3. L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE.
    La notizia sulle insegne di banca intesa non mi ha stupito. Se le analizziamo con un po’ di rigore, aldilà del “a me piace il colore” e commenti del genere, queste insegne sono insolite dal punto di vista dell’Identità Corporativa (IC).
    Uno “esperto” nella materia, come Michele de Lucchi (oltre ai suoi lavori di architetto e designer ha curato l’immagine delle ferrovie tedesche e delle poste italiane), ha prodotto una IC per la banca Intesa che, se inserita in un altro contesto, potrebbe apparire come un’operazione carica di ironia. Invece sembra che non sia cosi, l’insegna arcobaleno è stata progettata sul serio per un’istituzione cosi “seria” ed importante come banca Intesa, che è quasi un ministero.
    Cosa avrà portato De Lucchi & Co. a produrre un risultato tale da sembrare un’opera di qualcuno senza conoscenza del significato della IC applicata…
    Spiego, quando si progetta l’identità corporativa di un soggetto X, si devono analizzare e sintetizzare le caratteristiche che definiscono quel soggetto come categoria (la banca) mirando poi a differenziare ed identificare quel soggetto all’interno del suo contesto. Probabilmente De Lucchi ha dovuto accontentare tutte le banche che hanno formato Intesa, concedendo ad ognuno il proprio pezzo di colore, senza pensare che un tale eccesso cromatico è più adeguato all’identificazione di un agglutinante sociale (la pace, la comunità gay) piuttosto che alla comunicazione della solidità strutturale e della forza di un gruppo integrato come il nuovo gruppo bancario in questione.
    Inoltre, un designer deve considerare l’effettiva implementazione dell’IC in tutte le sue applicazioni: carta, insegne, ecc. ed in diverse declinazioni cromatiche: bianco e nero, grigi, colore. Difficile immaginare un arcobaleno grigio: un uso cosi particolare del colore (contenuto) predomina sul font scelto per il logo “Banca Intesa” (contenitore), elemento fondamentale in qualsiasi IC, annullandolo; cosi il logo arcobaleno e il logo grigio o monocromatico non si relazionano facilmente.
    Un progettista con l’esperienza di un De Lucchi, sa che i regolamenti municipali Italiani sono molto “esigenti” (spesso ridicoli) relativamente alle insegne urbane, obbiettando anche le più semplici. In questo senso la proposta dell’insegna arcobaleno è:
    A- un atto eroico contestatario
    B- un’incosciente ingenuità
    C- una manifestazione di superbia di una riconosciuta “griffe” creativa…

    Sono d’accordo quidi con “laraffica”, queste critiche dovrebbero venire dall’interno del settore creativo e non dall’esterno.

  4. FA VERAMENTE COSI’ SCHIFO IL LOGO DI BANCAINTESA?
    Ritengo non si tratta di un’operazione fallimentare quella operata dal designer nella creazione del multicolor, anche se un’algida analisi progettuale ci può far capire come l’arcobaleno sia travisabile nel suo significato (cioé è di facile richiamo o abbinamento ad altri enti non bancari) e non sia d’immediata identificazione qualora le dimensioni siano superiori e inferiori a quelle del tabellone pubblicitario e dell’insegna. Ritengo però che queste motivazioni, ammantate di cartesiana razionalità, nascondano una sorta di sentimento d’invidia: chi non ricorda il significato di questo arcobaleno abbinato alla banca? chi non sa riconoscere il logo in una selva urbana di cartelli ed insegne stradali?
    La facilità di comunicazione, la semplicità di forme e colori, il minimalismo della scritta e degli archi sono stati vincenti, ammettiamolo. Dietro alla questione del buon gusto (ma di chi? del sindaco Albertini? e perché? è un laureato in filosofia del gusto? è uno storico dell’arte e della comunicazione visiva?) si cela tutto un “non saper fare” dell’Amministrazione che a ben guardare, tra piazze e nuovi monumenti e piazzette ricostruite con uno stile cimiteriale tra beoline e porfidini, andrebbe licenziata seduta stante.
    I capricci del sindaco sono oramai diventati non solo leggenda ma triste realtà di un uomo che non sa come esprimere le sue incompetenze anche laddove decide d’imperare senza scettro e senza corona.
    E se facessimo un’indagine sulla base della fisiognomica, e valutassimo la compatibilità ambientale dei volti dei politici nell’amministrazione, ovvero valutassimo l’immagine della città con la faccia del sindaco e compagnia, quanti di costoro dovrebbero scomparire definitavemente dalla compagine della politica e delle istituzioni ?

    Angelo Errico

  5. …sì…ora milano ha un solo grande problema: le scritte colorate… mi ricorda un po’ Berlusconi a Genova prima del G8: il problema lì erano le mutande stese… e a proposito di mutande: il buon gusto di albertini, in fatto di biancheria intima, l’abbiamo potuto constatare tutti!

  6. A me le insegne di Banca Intesa fan cagare.
    Anche le mutande del mio vicino di casa stese fuori dalla finestra.
    E anche Berlusconi.

  7. Altre star di grande calibro hanno giocato con i colori: ricordate l’incredibile proposta del mega Rem Koolhaas/AMO per la nuova bandiera della Comunità Europea?
    http://flagspot.net/flags/eun-cha.html#not
    Date un’occhiata e poi immaginate la seguente domanda da Trivial Pursuit: elencare in ordine da sinistra a destra i colori della nuova bandiera EU.
    Divertentissimo!!!
    Comunque senza pensare a domande da quiz, per capire se la proposta è valida basta immaginarsela riprodotta su una targa in bronzo… non più stelline ma un anonimo codice a barre…mah!

  8. non so ma a me piace il logo di bancaintesa, mi arriva sempre l’estratto conto con quella bella intestazione colorata, non mi disturba per niente, anzi prima mi pare fosse gialla e blu, forse assomigliava troppo allo stemma del Verona. La verità è che qualcuno si sarà pentito di avere dato l’incarico ad un architetto che ha sfornato un logo troppo multietnico per via del multicolor, quindi noglobal con tutto quello che ne consegue. Hanno pensato bene di ripiegare in loghi meno caleidoscopici e più seriosi, in fondo tutto in una banca è molto serioso (chissà mai perché, anche se lo so bene) il mistero è di questo logo così esuberante mah.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui