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Jason Rhoades, l’irriverente e anticonformista artista californiano conosciuto come il “bad boy” dell’arte contemporanea americana, è morto in agosto nella sua casa di Los Angeles, a soli 41 anni, per un’overdose. Nato nel 1965 a Newcastle (California), da oltre un decennio nel ristretto giro dei big internazionali, aveva raggiunto presto una grande notorietà, esponendo nel 1993 a New York da David Zwirner in una personale. Nel suo lavoro concettuale installativo, sempre molto monumentale, faceva un grande uso dei materiali più disparati ed inusuali, dalle automobili alle luci al neon, dalle componenti elettroniche ai manufatti artigianali, come nel caso della sua grande mostra, Tijuanatanjierchandelier, attualmente visibile – fino al 29 ottobre – al Centro de Arte Contemporáneo di Málaga, in Spagna. Aveva esposto frequentemente anche in Europa, da Basilea a Nizza, Zurigo, Amburgo, Francoforte, Madrid, Vienna. In collaborazione con l’artista danese Peter Bonde, nel 1999 aveva partecipato anche alla 48a Biennale di Venezia, con il progetto Snowball al Padiglione Danese. La vita e l’opera di Rhoades saranno commemorati pubblicamente nel corso di una cerimonia organizzata dal MOCA di Los Angeles il 10 settembre.
[exibart]








ogni tanto grazie a Dio una buona notizia. Per la mia prossima morte, se vorrete darne informazione, vi sarei grato di scrivere che non bevo, non fumo, e anche da giovane potendo scegliere fra una scopata e un buon libro non ho mai dubitato: ho scelto il libro.
Grazie e complimenti Ando Gilardi
ci lascia un grande
Invece è proprio una brutta notizia. Specie quando a morire così giovane è un grandissimo artista. Jason Rhoades il re dell’orror vacuii. Rip’n’roll!