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Alla fine, la montagna partorì… se sarà un topolino, lo vedremo nei mesi che ci separano da qui all’apertura della Biennale, il 4 giugno. Intanto possiamo registrare che, al terzo rinvio, un risultato c’è: il futuro Padiglione Italia alla Biennale Arti Visive griffato Vittorio Sgarbi è stato presentato, anche con l’essenza del presidente Baratta, forse esasperato dai continui rinvii.
Poche se non nessuna le novità, tutte ampiamente anticipate dal certo non riservato critico. Di alcune registriamo con piacere la conferma, come il taglio “diffuso”, con il coinvolgimento di 27 città in Italia e degli 89 istituti italiani di cultura all’estero. Omaggi dichiarati all’Italia per il suo 150° compleanno, così come 150 saranno i curatori improvvisati ai quali Sgarbi chiederà di suggerire gli artisti partecipanti. Esperti e studiosi di diverse discipline, da Alberto Arbasino a Gianni Vattimo, Elisabetta Rasy, Aldo Busi (che ha smentito il proprio coinvolgimento, con una sdegnata lettera a Dagospia), Paolo Mieli, Furio Colombo, Ferzan Ozpetek.
Novità sarà quella del raddoppio dello spazio disponibile per il padiglione tricolore, che potrà contare su 6mila metri quadrati, con cento televisori sui quali scorreranno immagini delle altre “sedi” individuate in Italia e all’estero.
Già ampiamente nota anche la lettura che il curatore da della “contemporaneità”, e che certamente troverà riflessi nelle scelte veneziane: tutto ciò che oggi possiamo vedere e conoscere è contemporaneo, da Caravaggio fino ai Bronzi di Riace. Annuncia uno spazio a tutti i Blob di Enrico Ghezzi, ribadisce la presenza di disegni inediti di Enzo Cucchi, e di altri creativi oggi piuttosto defilati, dal ceramista Federico Bonaldi al designer Luigi Caccia Dominioni.
Ed il topolino (eventuale)? Potrebbe arrivare dall’aspetto economico. Sgarbi annuncia budget per un milione e mezzo di euro, dal Ministero Mario Lolli Ghetti si affretta a precisare che la disponibilità per l’edizione 2009 fu di 800mila euro, e che nel 2011 non potrà discostarsi di troppo…
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A mio parere una progetto più autentico di quello di beatrice e beatrice del padiglione 2009. Un’impostazione diretta e quasi banale, una tensione verso il cercare di rappresentare la contemporaneità nel modo più veritiero. Se Bismark parlava di REAL POLITIK quì potremo parlare di REAL ART. Tutto: curatori di ogni genere e decine di televisori sono pronti per i contenuti. Staremo a vedere se, come per il padiglione di beatrice e beatrice, il tam tam comunicativo e polemico supererà ancora la valenza dei contenuti. Superamento su cui fa leva lo stesso Luca Rossi per indicare i suoi contenuti. In un mondo veloce e cinico vedremo se l’arte è condannata a feticcio per arredamento di interni e per arredare coscienze che hanno bisogno di sentirsi sofisticate.
Per la cronaca, Aldo Busi mandò il suo reclamo al sito Altriabusi.it più di una settimana fa. Dalla redazione abbiamo mandato a suo tempo la notifica anche a Dagospia, che non la prese affatto in considerazione. Visto che si faceva ancora il nome dello Scrittore a sproposito abbiamo insistito con Dagospia e con la stampa. Forse, solo forse, si comincerà ad ascoltare la volontà dello scrittore ora che Dagospia si è gentilmente appropriato della notizia.
Cordialità.
a parte le chiacchiere siamo passati dal nulla a qualcosa, poi si spera con Sgarbi di passare da qualcosa a qualcosa di più. Gli artistucoli istituzionali si devono mettere in testa che del riconoscimento internazionale non ce ne frega niente.
Gli italiani ogni tanto dovrebbero essere un po’ più british. Raffreddare i proprio giudizi, pensare più di quanto parlano. Attendere l’ultimo grado di giudizio prima di cominciare a tirare i pomodori. Partire dai dati positivi per mettere su la tappa successiva di un lavoro complesso.
Non ho letto una sola critica intelligente a Sgarbi. Tutto ciò che ho letto fin ora è in qualche modo slegato dal suo progetto per la Biennale, e lo si sarebbe potuto dire anche prima che gli venisse affidato l’incarico. Eppure di critiche se ne potrebbero fare, di critiche seriamente efficaci e fiaccanti.
Boh. Facciamoci del male.
ma cosa dite??????
è solo l’ennesima farsa provinciale all’italiana che ci farà ridere dietro ancora da tutto il mondo….
gli effetti della silvio-lega cultura si sono affermati anche qui…
quando l’Italia tornerà paese europeo?
non vi preoccupate! ci pensa Rivoli a farci sentire europei, ignorandoci come sempre e occupandosi solo dell’attenzione di chi ritengono importante
@silvio b
cazzo c’entra la silviolega cultura con enricoghezzi scusa? non ci si può attenere ai fatti invece di sbrodolare sempre fuori dal vaso? uno può farsi delle idee e arrivare a conclusioni attenendosi ai fatti, i fatti sono che enrico ghezzi e la lega non c’entrano assolutamente nulla quindi parti a ragionare da lì. tanto sgarbi farà semplicemente quello che gli dicono di fare.
A Venezia la Biennale Internazionale dell’Arte 2011 avrà un Padiglione Italia
curato da Vittorio Sgarbi che lo ha annunciato “esteso”, perché plurinsediato con le opere di 150 artisti invitati (compresi Mantegna e Tiziano): in 6.000 metri quadri alle Corderie veneziane, in 27 città di regioni diverse dalla regione veneta e in 89 Istituti di Cultura italiani sparsi (alcuni anche dispersi) all’estero che biennalizzeranno “maitres” politicamente clientelati ( raccomandati) ad hoc. L’occasione è ghiotta per gli artisti che operano e si danno visibilità espositiva e mediatica in soggiorno creativo obbligato nel territorio natio: possono biennalizzare “sgarbatamente” il curriculum personale attivandosi per essere invitati ad esporre nel Padiglione Italia insediato in una città della loro regione.
ma che c’entra la silviolega cultura?OZPETEK E’ SILVIOLEGA-TO? lo sgarbato internazionale in assenza di idee e di professionalità si para …regalando visibilità a chi nulla ha a che fare con arte contempranea, quella vera, senza giochetti di parole…vanifica,per l’ennesima volta a vantaggio del suo solo narcisismo, l’occasione che gli e’ data di avvalersi della collaborazione di tanti giovani valenti curatori che conoscono artisti e territorio.ennesima regalia ai soliti noti utile solo ad alimentare manie di protagonismo…l’idea di avvalersi della rete degli istituti italiani di cultura e di una mia compagna d’università e viene riciclata in tutte le salse dai docenti sinistrozzi che spalleggiano lo sgarbo nazionale.valga per la diffusione dell’inizitiva sul territorio e per la ubiquità visiva grazie alla trasmissione video…che il solito professorone, pluriconsulente culturale , ha propinato prima alla scala e che poi muti continua a far sua….
vogliamo far lavorare chi ha le idee e la professionalità?