10 novembre 2016

Paris & Photo/5. Benvenuti all’edizione 2016 di Fotofever, dove alle pareti si vedono anche giovani. E bravi

 

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Quel che balza subito all’occhio, in questa edizione 2016 di Fotofever, è la disposizione degli stand. Via i cubi, le stanze, le scatole anguste, per una “spina di pesce” che rende la visita al Carrousel du Louvre, spazio della fiera, davvero più arioso e coinvolgente. Le fotografie, così, si guardano in longitudinale. Forse non sarà così semplice dividere le “appartenenze” delle varie immagini, ma l’idea non è affatto male. 
Iniziamo subito con le lodi all’Italia; Archivio Fotografico Italiano ha una parete molto ben allestita, con i bianchi e neri di Mario Giacomelli, la Sicilia di Claudio Argentiero, accostati accanto alla taiwanese 5K8K Photo. L’estetica qui è diametralmente opposta, con le elaborazioni metropolitane coloratissime di Yu Pu Pin, che è qui per la prima volta con la galleria e che a suon di inchini ci dice di essere molto contento, e di preferire Fotofever rispetto agli “old” di Paris Photo. Sabrina Raffaghello, da Milano, espone italiani: Franco Fontana, Alessandra Baldoni, Toscani, mentre per la francese Quai Est un solo show di Didier Fournet e delle sue stampe che sembrano collage un poco surreali. Non a caso la serie si intitola “Vibration” e l’artista spiega che – guardandole – si possa percepire una evoluzione, un movimento suggestivo del mondo. 
Da Art22 di Brussels le divertenti immagini di Sandro Giordano, dove un universo femminile al limite del transessuale giace riverso a terra in iperboliche posizioni (dopo la caduta, e senza rimbalzi) in set che richiamano le estetiche di LaChapelle. E che avevamo visto pure lo scorso anno. 
Sapete invece che c’è di nuovo? Che la sezione Young, che porta qui gallerie con meno di tre anni di attività, è davvero fresco e con protagonisti niente male! Alla Thierry Bigaignon di Parigi, per esempio, c’è Catherine Balet che con l’aiuto di Ricardo, il suo modello argentino di 77 anni, da tre anni ha riletto oltre 170 tra le più grandi immagini dei fotografi del 900, da Nan Goldin a Egglestone a Saul Leiter, con un risultato che spiazza, diverte e affascina.
Conturbanti le vicine immagini di “Diluted Shades” di Houda Kabbaj, promossa da La Micro Galerie di Parigi. Al limite tra il voyeurismo e l’impermanenza, sono immagini che ricordano gli interni e le sequenze di Duane Michals, rivestite di una patina forse più hipster ma non per questo meno degne di nota. Un po’ come accade per le strade scure di Julian Mauve, rappresentato da Intervalle (Parigi) che sarà pure giovane ma che quest’anno ha vinto il Sony World Photography Award con la serie “Greetings from Mars”. 
Nel complesso? Per quanto ci riguarda Fotofever è promossa, nonostante a qualche parete la qualità non sia esattamente alta, e in altre l’originalità sia degna delle pagine del National Geographic. Scegliete voi cosa portarvi a casa.

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