08 maggio 2002

Pitti Immagine Discovery diventa Fondazione. Maggiori stimoli per la contemporaneità a Firenze

 

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Pitti Immagine discovery nasce ufficialmente il 9 aprile del 1999 con la presentazione di These restless minds, una video installazione dell’artista californiano Doug Aitken. La scommessa di Pitti Immagine è quella di avere a Firenze un luogo dove concentrare l’attenzione sulle più stimolanti ricerche dei linguaggi contemporanei. Viene ritagliato uno spazio all’interno dell’edificio occupato da Pitti Immagine in via Faenza e reso luogo espositivo dall’architetto Claudio Silvestrin. Inizia così un’esperienza unica, sotto la direzione di Francesco Bonami: non è una galleria, non è un museo, non è una Total Livingcollezione. E’ un laboratorio dove si sperimenta la capacità di un’azienda di intervenire su una città e la sua vita culturale in modo preciso, in modo chiaro.
Nella primavera del 2002 Pitti Immagine e il Centro di Firenze per la Moda Italiana trasformano Pitti Immagine discovery nella Fondazione Pitti Immagine discovery, allo scopo di dare maggiore consistenza e rilievo istituzionale alle attività del Gruppo legate alla contemporaneità. La Fondazione ha il compito di promuovere in autonomia i progetti espositivi ed editoriali in cui si confrontano moda, arti visive, cinema, fotografia, pubblicità, architettura, musica. In altre parole, il compito di evidenziare i fenomeni artistici più innovativi dai quali la moda trae materia di progettazione e per i quali essa stessa è sempre più spesso motivo e materia di riflessione e di produzione. Il Cremaster Film Festival (giugno 2002) è il primo evento prodotto dalla Fondazione.
Presidente della Fondazione Pitti Immagine discovery è Alfredo Canessa, mentre il consiglio di amministrazione è costituito da Gaetano Marzotto, Raffaello Napoleone e da altri due membri che saranno scelti nei prossimi mesi tra personalità locali e nazionali dell’economia e della cultura. Il Segretario Generale è Lapo Cianchi, mentre il consulente responsabile per i progetti artistici è confermato Francesco Bonami. Consulente responsabile dei progetti editoriali e di comunicazione è confermata Maria Luisa Frisa.

Dal 1999 discovery ha presentato: Doug Aitken, che quell’anno vince ex-aequo il premio internazionale della Biennale di Venezia, Pipilotti Rist (maggio 1999), star svizzera dell’arte contemporanea, che per presentare il suo lavoro Sip My Ocean, trasforma lo spazio in uno spettacolare acquario. Juergen Teller (giugno 1999), propone in anteprima il suo ultimo lavoro fotografico Go-Sees, che impaginato dal gruppo Fuel diventa un libro di gran successo per le edizioni Scalo. Uno degli eventi più importanti di discovery è la presentazione, in anteprima europea, al teatro del Rondò di Bacco di Palazzo Pitti del film di Matthew Barney (settembre 1999) Cremaster 2. Il film è prodotto dal Walker Art Center di Minneapolis con la collaborazione di Pitti Immagine. L’occasione rafforza la collaborazione con la Galleria del Costume di Palazzo Pitti e la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici per le Province di Firenze, Prato e Pistoia. La collaborazione fra i tre soggetti porta in seguito a una vera e propria convenzione per l’utilizzo del Teatro e di altri spazi di Palazzo Pitti fondata sul comune intento di promuovere la cultura contemporanea a Firenze e su una visione dinamica delle istituzioni. Segue poi Sharon Lockhart (novembre 1999) che presenta il film Teatro Amazonas ancora al Rondò di Bacco e la serie di fotografie: Maria da Conceiçao Pereira de Souza with the Fruits of Island of Apeù, Parà, Brazil, nello spazio di via Faenza. Con l’installazione Structures discovery apre agli esiti della riflessione di una artista/stilista impegnata nella riconsiderazione dell’abito, l’americana Susan Cianciolo (marzo 2000). L’iraniana di New York Shirin Neshat, (maggio 2000) presenta il film Soliloquy al Rondò di Bacco. Sotto l’etichetta Today, today, today. Spazi mentali, spazi reali (ottobre 2000), vengono presentati i video di tre artisti europei: Diego Perrone con il cartone animato I verdi giorni (coprodotto da Pitti Immagine), Mark Leckey Demand. Rechner 437 per 175 cmcon il video Fiorucci made me hardcore e Philippe Parreno con il video Anywhere out of the world. E’ poi la Stazione Leopolda a ospitare 150 fotografie che documentano l’iter straordinario dell’artista olandese Inez Van Lamsweerde (giugno 2001) e del suo alter ego Vinoodh Matadin. E infine Thomas Demand con Caruso/St John Architetti (settembre 2001) presenta a Palazzo Pitti sei lavori fotografici con un allestimento pensato appositamente per poter dialogare con lo straordinario contesto delle sale del Palazzo.

Le situazioni presentate da discovery sono sempre il riflesso del variegato scenario artistico internazionale, ma la loro cronaca racconta anche i recenti sviluppi della strategia culturale e di comunicazione di Pitti Immagine (Premio Guggenheim Impresa & Cultura 2001) in particolare la costruzione di eventi e moduli di ricerca che approfondiscono di volta in volta fatti sociali e di costume, trend economici e come in questo caso i fenomeni artistici più innovativi, dai quali la moda trae materia di elaborazione e con i quali sempre più spesso si relaziona. Non a caso l’esperienza di discovery ha costituito la palestra in cui si sono formate le capacità progettuali e operative che hanno dato luogo prima all’evento espositivo ed editoriale Uniforme. Ordine e disordine, Stazione Leopolda (gennaio 2001), P.S.1 Contemporary Art Center, New York (maggio 2001), poi al progetto in forma di libro Total Living (aprile 2002).

[exibart]

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