12 marzo 2015

Riscoprire Osvaldo Licini, con “L’Amalassunta”. Non un dipinto ma un romanzo sospeso tra ieri e oggi, pubblico e privato, partendo da Monte Vidon Corrado

 

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L’autore è un giovane della provincia di Teramo, quasi un conterraneo del pittore di Monte Vidon Corrado, Osvaldo Licini.  Con l’artista Pier Franco Brandimarte si porta quasi un secolo di differenza (Licini nato nel 1894, lui nel 1986) eppure, sulle tracce del pittore, è riuscito a creare una storia di stampo leopardiano, alla ricerca di una “nuda verità”, di sé stesso e di un tempo perduto partendo proprio dallo stesso paese dell’autore marchigiano, dove il nonno del giovane narratore era titolare di una barberia. 
Come il pittore anche Brandimarte ha studiato a Bologna, e sulle tracce della stessa luna argentata di una delle regioni d’Italia più suggestive, dalla quale il poco sopra citato Leopardi cercava l’infinito e che ha dato i natali anche ad Enzo Cucchi, per citare un contemporaneo, Antonio – giovane protagonista del romanzo (L’amalassunta, appunto, edito da Giunti) – si incontra con la figura di Licini. 
“Lasciare Torino e la fidanzata Nina per capire Licini – stanarne testimonianze, forzando un istinto logico e ferino a un tempo a seguirne le tracce ovunque – è per il narratore una personale recherche verso un “oggetto inusuale”, L’Amalassunta, perfetto nel suo genere”, ha dichiarato la giuria che ha deciso di omaggiare questo romanzo d’esordio con il Premio Calvino, tra i riconoscimenti più prestigiosi nella scoperta di nuovi scrittori.

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