18 settembre 2003

Roma, arriva Toulouse-Lautrec. Al Vittoriano la collezione di cartelloni. E a sorpresa salta fuori Fellini

 

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henri toulouse-lautrec_ la roue _1893_gessetto nero e gouacheBallerine di can can, prostitute, assenzio. Montmartre, i caffè concerto, il Moulin Rouge. E una linea sinuosa, inconfondibile. È Henri Toulouse-Lautrec, raccontato in una mostra monografica che aprirà i battenti a Roma il prossimo 10 ottobre. Lo spazio – il Complesso del Vittoriano – in quanto a mostre dedicate ad Impressionisti, Postimpressionisti & co – ormai tiene testa alla Casa dei Carraresi di Treviso: all’appello dei top lot manca Van Gogh, ma questa mostra – dedicata ad uno dei geni maledetti della fine del secolo – già si preannuncia come uno dei successi della stagione. Del resto attraente un artista Toulouse lo è davvero e affascinante è la sua capacità di sintesi, di resa immediata (un’arte come un pugno, scrisse Maurice Joyant) e contemporaneamente raffinatissima di una realtà sfaccettata, scabrosa. non ho pietà per le protuberanze e mi piace adornarle di peli superflui, per accentuarle più di quanto siano in realtà e renderle evidenti diceva lui. Troppo semplice cadere nel cliché, cedere alla tentazione di farne un personaggio più che una persona. Questo allestimento – a cura di Julie Frey – promette di mostrarci un Toulouse tutto tondo e sceglie come titolo programmatico Uno sguardo dentro la vita. Tra le chicche i quadri ad olio meno noti e la possibilità di ammirare l’intera collezione di cartelloni.
E a sorpresa, a fine ottobre una giornata di studi ed un libro (edito da skirà) dedicati a Toulouse e Federico Fellini. Che dell’artista francese parlava con ammirazione, ironia, entusiasmo. Non sapeva niente sul buon gusto e avrebbe odiato e trovato kitsch l’invenzione del ketchup. Aveva l’infallibile intuizione del regista nato. Era una persona estremamente dotata – una grande testa su un piccolo corpo – che trasformò l’infermità in oro, come dovrebbe essere per ogni nevrotico col complesso d’inferiorità, ed io non faccio eccezione aveva detto in un’intervista, raccolta nel volume Sono un gran bugiardo. Così – complice una coincidenza di date che avvicina la mostra su Toulouse ad un allestimento su Fellini che sarà sempre ospitato al Vittoriano – è nata l’idea di un simposio. Per parlare di similitudini, tematiche comuni, immagini -donne e circo, per esempio – che in modo sorprendente ricorrono. (mcb)

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