13 ottobre 2003

Roma, e al Senato sbarcò l’arte contemporanea

 

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Che Roma stia vivendo un recupero di attenzione verso i temi dell’arte di oggi è un fatto assodato, ma che questo comportasse anche una virata verso il contemporaneo per quanto riguarda i palazzi del potere è una nuova e -a tratti- piacevole novità.
E se il ministero con la collezione più cospicua rimane quello degli esteri, c’è un palazzo outsider che sta facendosi sotto. Si tratta dell’austero, vetusto e serioso Palazzo Madama. Si, insomma, il Senato della Repubblica.
Grazie all’interessamento del Presidente Marcello Pera e con l’aiuto di una commissione bipartisan che -a quanto anticipa il Corriere della Sera– è composta tanto dall’ulivista Ottaviano del Turco (che si diletta a dipingere) quanto dal polista Antonio d’Alì (che si diletta a collezionare), il Senato sta acquisendo opere d’arte contemporanea a tutto spiano.
Giuliano Vangi e Luciano Ventrone ci sono già, Piero Guccione e Mimmo Paladino sono in arrivo. A Sandro Chia sarà proprio dedicata una stanza (la Sala Chia).
I senatori? Quasi tutti contenti. Da dove arrivano le uniche polemiche? Indovinato, dalla Lega! Ma il presidente Pera difende la scelta culturale: “le polemiche sono mediocri e strumentali“.

[exibart]

3 Commenti

  1. Non sono mai abbastanza soddisfatto per dare credibilità e fiducia a tali iniziative fino a quando non vedrò, oltre ai soliti palloni gonfiati, qualche artista, che se anche sconosciuto ai più risulta altamente valido e all’altezza di reggere la scelta ed il confronto. Basta cercare seriamente, e vedrete che, oltre a rendere giustizia a questi Artisti solitari e umili, si rendererà un buon servizio alla vera cultura senza spendere grosse cifre.
    P.S. Non sperperate il denaro pubblico.

  2. ….ma io dico ….certo che investono in arte contemporanea, sono tutti nomi famosi: chia e gli altri artisti strafamosi inclusi nella lista dell’articolo, investissero sui giovani !!!!

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