18 marzo 2007

Roma, “quelli della new gallery”? Colpiranno ancora

 

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50546L’aspettavamo ed è arrivata. Puntuale. A ventiquattr’ore dal fattaccio è arrivata la rivendicazione. La rivendicazione di coloro che, nel comunicato inviatoci, si firmano “quelli della New Gallery”. Veniamo ai fatti. La New Gallery è un nuovo spazio espositivo inaugurato a Roma lo scorso giovedì 15 marzo. A fronte dell’eclatante assortimento di artisti (da Jeff Koons a Mattew Barney, da Damien Hirst a Paola Pivi fino a Maurizio Cattelan, Gilbert&George, Julian Schnabel e molti altri in una mostra intitolata In Credible Show), il vernissage ha offerto agli astanti la sorpresa di una non-mostra. Numero civico inventato, galleria inesistente e nessuna traccia di arte, salvo una fotocopia (nella foto) appesa su una porticina in fondo ad un vicolo malconcio indicato da alcune frecce a gessetto sul muro.
Nella rivendicazione giunta in redazione e indirizzata direttamente al direttore Massimiliano Tonelli, “quelli della new gallery” innanzitutto ringraziano Exibart per essere stata involontaria complice della “operazione artistica, che non sarebbe potuta riuscire senza la pubblicazione sul sito dell’annuncio dell’inaugurazione”, un grazie va poi anche al “pubblico così numeroso” (un esercente di fronte alla ‘galleria’ ha dichiarato di aver contato un andirivieni di quattrocento persone, con numerosi arrivi da fuori Roma). Ed ecco infine le spiegazioni: “Ci rendiamo perfettamente conto che il nostro ‘show’ abbia potuto procurare malumori e forse qualche incazzatura, ma anche questo fa parte del gioco. Si passano tante serate in giro per gallerie a vedere mostre assolutamente inutili. Almeno qui qualcosa di IN CREDIBLE è successo. Il discorso potrebbe diventare troppo lungo e non è nostra intenzione dilungarci. Le idee non ci mancano. Altre azioni artistiche seguiranno a questa e avremo modo di parlarne. Sperando in un’intelligente e spiritosa reazione, la salutiamo cordialmente”.
Operazione datata? Deriva neo-dadaista alla matriciana? Troppo tempo da perdere? Macchinazione di artisti sfigati all’ultima spiaggia? Doverosa condanna in una Roma eccessivamente ubriaca di arte contemporanea e di ‘nuovi spazi’? In ciascuno di questi casi è apertissima la caccia a chi si celi dietro la firma “quelli della new gallery”. Chi li smaschera, ci faccia sapere!

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[exibart]

7 Commenti

  1. NEW RIDOLINI

    Roma ha la sua statua di Pasquino, il mondo dell’arte avrà bisogno di “Quelli della New Gallery”?

    La dichiarazione di guerra di un Echaurren-Mishima al sistema dell’arte è stata prontamente raccolta da un manipolo di gagliardi Ridolini che si ripropongono di “fare arte” o in qualche modo e maniera trasgredire con una serie di proditori attacchi dalla potenza inaudita.

    Quindi New Gallery vuol smuover il panciuto e sonnolento mondo dell’arte gettando il cuore oltre l’ostacolo come la più fiera delle Avanguardie?
    Allora forse si dovrebbe spiegar a questi buffi guitti che se si vuol marciar in testa all’esercito come la più fiera delle Avanguardie, bisogna sincerarsi di aver una buona retroguardia pronta a coprir le spalle altrimenti si rischia di rimaner sperduti nel deserto, sparuti e comici sotto il fuoco nemico.

    Quelli della New Gallery ci hanno ben dimostrato che una mappa sbagliata può far perdere una battaglia ma la guerra è lunga e questa sorta di sgangherata rivoluzione di Masaniello rischia di durar veramente poco.

    Bisognerebbe forse alzar la celata e combatter a viso aperto, ci vuol poco a tender imboscate ma far guerra è ben altra cosa.
    Si dibatte tanto sulla povertà di contenuti e sulla vuota ridondanza di certe opere d’arte e certi personaggi che ruotano attorno alla sfera. Lo sbaglio è sfidar il vuoto con il vuoto di una satira ottusa e senza senso che ricorda siparietti di avanspettacolo o situazioni da caserma.
    L’arte è luogo di confine fra la realtà storica e quella psichica: lo spazio della vita dimora accanto a quello dell’arte, insieme e a vicenda confondendosi e compenetrandosi, condividendo un destino comune.
    Ed allora New Gallery: create, dateci un confine non uno spazio vuoto.

    Avete scoperto il Demone di Maxwell, avete dimostrato che lo spettacolo avviene non per qualcuno ma in presenza di qualcuno ed allora ?
    Cosa volete dimostrare?
    Cosa?
    Che il mondo dell’arte è morto?
    Viva il mondo dell’arte!
    http://monumento.splinder.com

  2. e invece bravi…
    peccato non esserci stati! Alle inaugurazioni si va soprattutto per fare public relations e, se c’era tanta gente… è stato comunque un grande successo!
    chi non è abbastanza ironico e, soprattutto, chi si prende troppo sul serio si occupi di informatica o religione!!!

  3. non sono caduto nella…burla perchè in genere non vado alle vernici che sono terreno solo per incontri come ai matrimoni e funerali e non per vedere delle opere in mostra. Da questo punto di vista una bella lezione per tutti i presenzialisti ai quali non fotte nulla dell’arte e degli artisti

  4. Ottima iniziativa invece.Rischiosa per le successive,ma senz’altro profonda.Chi si muove esclusivamente per vedere qualcosa con una cornice appeso ad una parete bianca, ha un’idea un pò ristretta di Arte.E chi crede di aver perso un pomeriggio, evidentemente non solo non sa vivere(a Roma altri intrattenimenti certo non mancano), ma non sa nemmeno cogliere l’occasione proposta per partecipare ad azioni davvero “collettive” quali socializzazioni,commenti,riflessioni,risate. Purtroppo non vi ho partecipato, ma mi gusto a distanza tutte quelle persone che si erano preparate facce serie e assorte,giacche ben stirate,e commenti aleatori sul decostruttivismo popolare improntato sulla rivalutazione economico-politica!Sono solo un piccolo artista,uno tra i tanti del pubblico,nessuno forse,ma qualcuno per applaudire!

  5. chi si nasconde dietro “LANACAPRINA” non abbiamo nenmeno il coraggio di apparire
    cosa ci si puo aspettare…
    il vuoto come i signori della NEW GALLERY…
    inoltre avrei voluto sentire i commenti di quelli che secondo lei avevano tempo da perdere…
    si guardi una parete vuota, evidentemente
    il vuoto la affascina.
    MI PERDONI SE PUO.

  6. Ma caro signor Ferrari,lei temo fraintenda parecchie cose. Innanzitutto non penso si sia trattato di coraggio o pavidità. Forse lei a tutt’oggi ancora non ha ben inteso la performance, che consisteva proprio nella provocazione del non presentarsi, del far partecipare il pubblico ad una non-mostra.
    Seconda cosa fraintesa: non metto in dubbio che lei ed altri partecipanti abbiate molto da fare e non possiate perdere tempo, sono d’accordo con voi, tanto che mi permettevo appunto di suggerire per la prossima occasione (che siano New Gallery o altri contrattempi) un modo per non perderlo il tempo. Rilassatevi in un caffè, ammirate il Lungotevere, guardate il cielo, oppure provate a riflettere sulle cose che vi accadono o vi propongono come quella della non-mostra. E se incontrate altri furibondi appassionati d’arte che s’indegnano alzando al cielo vanghe e forconi, scherzate assieme, ridete: vi accorgerete che nessun minuto sarà andato perso, e salute e fegato ne guadagneranno.
    Terzo fraintendimento: non so dove lei abbia potuto capire che a me piacciono le pareti vuote, ma non solo le dico che anch’esse potrebbero essere interessanti (ho il brutto vizio di non escludere nulla), se inducono a riflessioni particolari, ma forse è lei che dovrebbe riflettere sul concetto di vuoto. Vuoto, mi creda, non è la mancanza di cose. Ad esempio io penso che la TV (fatte poche eccezioni) sia vuota. Eppure è piena di programmi e personaggi, ma forse quel “pieno” non è degno di alcuna attenzione. Così come Roma è piena di gallerie piene di “pieni”, ma ripeto mi creda, totalmente vuoti. Forse il “vuoto” di fronte al quale si sarà trovato lei ed i rivoltosi amanti dell’arte, è stato molto più “pieno” e ricco di quanto una superficiale analisi le ha potuto permettere di osservare. Le potrei citare un abusato Exupery: “l’essenziale, è invisibile agli occhi”. Ci rifletta, fosse forse che siamo così pieni di superfluo che ci sconvolgiamo eccessivamente quando ci viene tolto? Fosse forse che dobbiamo riempire i nostri sguardi a tutti i costi solo di tele? Fosse forse che dobbiamo riempire a tutti i costi il nostro tempo solo di appuntamenti o gallerie rispettabili? Io me lo pongo il dubbio, e ho la presunzione di credere che così facendo sto rispondendo proprio come la New Gallery si aspetterebbe: pensando! Pratica forse in disuso ultimamente. Signor Ferrari, non ho nulla da perdonarle, figuriamoci. La ringrazio, anzi, di questo scambio di battute. Mi dispiace solo di una cosa: che alla fine lei avrà perso tempo e si sarà arrabbiato, ma io e qualcun’altro invece avremo riso, riflettuto, ed apprezzato.
    Approfitto dell’occasione per chiedere (magari scrivendo alla mia mail) un contatto di qualche esponente della New Gallery, avrei piacere a parlarci.

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