09 maggio 2011

RSQ-Rassegna Stampa Quotidiana: a Torino si va “Giorno per Giorno”, Shingle22j é la Biennale by Anzio e Nettuno, Sgarbi vs Vendola, Festival di Faenza boicottato

 

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Bellini e Merz, con la loro direzione del Castello di Rivoli, hanno rilanciato la scena culturale torinese. Il progetto “Giorno per Giorno”, ideato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea Crt e coordinato da Artissima promuove le realtà contemporanee del torinese. Il Sole 24 Ore annuncia un focus a tutto tondo su Alighiero Boetti con iniziative della Fondazione Trussardi e delle sedi della Torino Contemporanea.

Shingle22j è la Biennale di Anzio e Nettuno, che verrà allestita dal 20 al 30 maggio prossimi rispettivamente ad Anzio presso il Museo Civico Archeologico di Villa Adele e il Parco Archeologico della Villa di Nerone, mentre a Nettuno avra’ come sede espositiva il Forte Sangallo. Tra le sezioni presentate da Libero, spiccano “Eco-Arte” che raccontano il rapporto tra l’uomo e la natura e “Sperimentazione Audiovisiva”, che raccoglie video musicali incentrati sul tema dell’intreccio degli elementi naturali: acqua, aria, terra e fuoco.

E’ guerra aperta tra Sgarbi e Vendola. Il celebre critico, curatore del Padiglione Italiano della prossima Biennale di Venezia, si è recato a Bari per presentare gli artisti pugliesi selezionati a far parte del Padiglione Italiano. «È significativo – ha affermato – che la Regione Puglia, intesa come amministrazione regionale, non partecipi alla Biennale mentre vi partecipano le città di Bari e Lecce. La Puglia è stata massacrata da una forma di criminalità istituzionale che l’ha sfigurata con pale eoliche che non ho mai visto in una veste così inaudita. Credo che chiunque le abbia autorizzate – ha spiegato Sgarbi – si debba dimettere immediatamente». E’ sul Corriere del Mezzogiorno che Sgarbi si dice contento della scelta della Regione Puglia di non partecipare alla Biennale. In quanto responsabili dello scempio delle pale eoliche, li sarà dedicata una sezione nel Museo della Mafia. Ovviamente partono querele da entrambi i lati.

Il Fatto Quotidiano punta l’indice contro la cosiddetta inutilità del Festival di Faenza, una rassegna dispendiosa ed inutile. I costi della rassegna in questione, ormai alla quarta edizione, sarebbero dovuti essere utilizzati invece per ricomporre il tessuto urbano della città.

Gli interrogativi legati al tema di questa edizione del Festival, intitolata “Forms of Collecting”, quali:”Quanto il successo commerciale o il miraggio di raggiungerlo cambia l’opera? Quanto l’operato di un artista nasce per vocazione e quanto per vendere? Quanto passa la visibilità attraverso la cruna del prezzo?”, pare siano talmente poco dignitosi da valere giusto una risposta degli abitanti della casa del Grande Fratello. (selezione a cura di eleonora galasso)

[exibart]

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