16 gennaio 2017

“Tirana 2030”: Il Consiglio della città albanese dà l’ok definitivo al progetto di Stefano Boeri. Che si toglie qualche sassolino dalla scarpa

 

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Si chiama “Tirana 2030″, e il Consiglio Comunale di Tirana l”ha definitivamente approvato. Di che si tratta? Di una sorta di nuovo piano generale per la città, che dopo un secolo – ovvero dopo il piano generale di Armando Brasini – apre una nuova strada per la Capitale albanese, città “senza piazze e senza catasto”.
A usare queste parole è Stefano Boeri, architetto ed ex Assessore alla Cultura del Comune di Milano, che ha vinto il concorso con UNLAB e IND. 
Il nuovo Piano è stato fortemente voluto dal Premier Edi Rama (artista ed ex sindaco di Tirana) e dall’attuale amministrazione guidata da Erion Veliaj, e comprende l’intera area metropolitana di Tirana, con conseguenti collegamenti ferroviari con l’aeroporto cittadino e il porto di Durazzo, aree e corridoi verdi, la messa in atto di nuovi trasporti pubblici, nuove aree di sviluppo controllato e la valorizzazione del patrimonio architettonico della città, oltre alla nascita di quella che per Boeri è una “foresta orbitale” da 3 milioni di nuovi alberi che cingerà i confini attuali della metropoli, per evitare una dispersione dell’area urbana. 
Tra le altre cose anche la realizzazione di 20 nuove scuole pubbliche, l’istituzione di una tassa per chi entra nelle zone centrali in auto (una sorta di Area C milanese), per promuovere bike e car sharing. Insomma, una città che si prevede diverrà verde e a misura d’uomo. In barba alle critiche, e in barba a chi sta già mettendo Boeri alla gogna per le sue dichiarazioni. Già, perché l’architetto, dalle colonne de La Stampa, non le ha mandate a dire: «L’Albania è più avanti di noi. Ha una classe dirigente giovane, colta e cosmopolita, che hanno sbloccato il Paese dopo 50 anni», ha riportato, facendo infuriare parecchi. E Milano? «Dopo l’Expo ha una grande occasione, ma preferisce autocelebrarsi».
Quali sono gli argomenti di chi contraddice quest’idea? 

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