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Ultimi ritocchi alla Fondazione Prada per l’imminente vernice della personale del bresciano Francesco Vezzoli prevista per il pubblico venerdì 26 marzo e attesa come il principale evento di primavera a Milano.
L’enorme spazio, per l’occasione suddiviso in due zone, ospita due nuovi e ambiziosi progetti. In un primo spazio sono collocate 120 sedie, Le famose Argyle di Charles Rennie Mackintosh, ognuna porta nella seduta un ricamo, gesto paziente e reiterato che appone il personale e malinconico “commento” dell’artista ai visi degli attori e non-attori del film Comizi d’amore. 120 sedie, esattamente come le 120giornate di Sodoma, il Salò sadiano, capolavoro maledetto di Pier Paolo Pasolini, una grande platea fantasma, impregnata di memorie e volti.
Nell’altro spazio, è in scena il film realizzato da Vezzoli: comizi di non amore, una pièce liberamente ispirata al film-inchiesta di Pasolini Comizi d’amore (1956). Tra realtà e finzione, bellezza e dolore, l’artista tesse le trame di un racconto intrecciando minuziosamente il cinema veritè con il linguaggio kitsch e attualissimo dei vari reality show televisivi. il risultato è un incredibile carosello di celebrità e dialoghi, dove ogni elemento non è mai lì per caso.
Per una volta visitare una mostra di arte contemporanea a Milano sarà come assistere alla croisette di Cannes con tanto di dive: Ella Weber, Catherine Deneuve, Marianne Fatihfull, Jeanne Moreau. Tutte protagoniste dell’ultima incredibile fatica di Vezzoli.
[exibart]
comunque, nonostante i proclami di Politi e gli sforzi dei galleristi, Vezzoli non è diventato quel fenomeno internazionale che doveva affiancarsi a Beecroft e Cattelan. Mezza bufala.
Bufala completa
Ho portato moglie e figli cercando come al solito di appassionarli all’arte. Che sbaglio! Miuccia, si ridia l’arte vera!