11 novembre 2016

Un “matrimonio all’italiana” a Bologna. E gli artisti raccontano altari, divorzi, apparenza. E forse amore

 

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Cinque artisti invitati a ragionare sul tema del matrimonio. Succede a Bologna, dove Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia promuove “Matrimonio all’Italiana”, una mostra-evento allestita da oggi fino a domenica 13 novembre negli spazi dell’ex Atelier Corradi (oggi Cavallo Spose), al numero 7 della centralissima via Rizzoli. 
Il matrimonio, ovvero il momento della vita croce e delizia per intere generazioni di italiani (e non solo, ovviamente) è analizzato in ogni suo aspetto, nelle sue codificazioni rituali immutabili per l’immaginario collettivo, e nella sua evoluzione moderna, in relazione ai cambiamenti religiosi, sociali e culturali in atto. 11 settembre 1966 è il titolo del grande murale di Flavio Favelli che apre la mostra, in cui l’artista reinterpreta il menù delle nozze dei suoi genitori. Un matrimonio dissolto tramite annullamento dopo soli dodici anni, raccontato da Favelli attraverso l’album della propria famiglia, un episodio privato scelto come metafora di un’istituzione formale spesso sentita più come imposizione sociale che come necessità affettiva, destinata quindi a dissolversi alle prime incomprensioni e dissapori. In That Strange Moment Fabio Giorgio Alberti analizza riti e atteggiamenti comuni di questo giorno speciale, attraverso un abile montaggio di filmati privati in cui il matrimonio è visto come una cerimonia dove l’apparire conta di più della stessa esperienza vissuta. In collaborazione con il musicista Federico Mengoni, Mirko Smerdel presenta il video Where Even the Darkness is Something to See, un’indagine tra i materiali dell’archivio di Home Movies per ricostruire il rituale del matrimonio, questa volta inteso come traccia fondamentale di una quotidianità perduta. Francesco Carone si concentra invece sul concetto di unione tra le due parti, il maschile e il femminile, in un intervento astratto che celebra il gesto di contatto tra due amanti. Infine Eleonora Quadri, che presenta Arboris eri certe mea [proiezione]: il primo piano del volto di una donna, una sposa qualunque, è trasposto sulla tela diventando quasi un’immagine sacra, resa icona del matrimonio stesso. 
Completano la mostra la proiezione del video Nella buona e cattiva sorte, a cura di Lucia Tralli e Sara Iommi in collaborazione con la Fondazione Museo Ettore Guattelli, incentrato sui racconti e i ritratti visivi di donne tra i 20 e i 70 anni, e la performance dei Fratelli Broche che domenica alle ore 18 (attenzione, la prenotazione è obbligatoria) presentano Dinamiche di Matrimonio, una riflessione sulla società moderna e i cambiamenti in atto. (leonardo regano)

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