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La scorsa settimana lo si poteva incontrare a Foggia, impegnato febbrilmente sul set del corto che verrà veicolato come Pubblicità Progresso tra reti televisive nazionali, locali e festival cinematografici. Lui, Giovanni Albanese, scultore di strane macchine celibi, in equilibrio tra ironia e messaggio sociale, è da sempre anche regista impegnato. L’ultima breve storia – che porterà il titolo di Una via d’uscita – racconta l’accurata vestizione allo specchio di un giovane uomo; ma sarà un cappio a prendere il posto della cravatta. La metafora è allusione nemmeno tanto sottile ai cosiddetti “cravattari” che “strozzano” la vita di tanta gente comune. Un corto contro la pratica dell’usura che colpisce nel segno senza patetismi e che Albanese ha voluto girare con attori e maestranze pugliesi, con la fondazione “Buon Samaritano”.
[exibart]









