05 maggio 2015

Venezia/Il monocromo per raccontare la Corea nell’ultimo mezzo secolo: ecco “Dansaekhwa”, la scuola del bianco

 

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I loro nomi rispondono a Chung Chang-Sup, Chung Sang-Hwa, Ha Chong-Hyun, KIM Whanki, Kwon Young-Woo, Lee Ufan e Park Seo-Bo. Alcuni sono star internazionali, altri forse meno conosciuti. Cos’hanno in comune? Primo che sono raggruppati a Palazzo Contarini Polignac a Venezia, grazie alla Fondation Boghossian in collaborazione con Kukje Gallery, Seoul e Tina Kim Gallery, New York. Secondo, perché non sono qui per caso, ma per raccontare al grande pubblico dell’arte che cos’è stato – e cos’è – “Dansaekhwa”, movimento artistico fondamentale della Corea del dopoguerra, la “Scuola del bianco” che richiama alle sperimentazioni occidentali sul tema (Espressionismo Astratto) e si collega anche ad un altro gruppo asiatico, visto a Punta della Dogana durante la Biennale di due anni fa: Mono-Ha.
Anche in questo caso è l’unione tra l’artista e la natura, la ricerca del segno, la filosofia taoista e quella buddhista a fare da paesaggio comune, che hanno permesso al movimento di avere – anche a distanza di oltre 50 anni dalla sua nascita – un forte appeal sul presente dell’arte.  
A cura di Yongwoo Lee la mostra si svolge sui tre piani di Palazzo Contarini-Polignac, e Lee Ufan, sicuramente il più celebre del gruppo, al piano piano terra avrà un lavoro scultoreo completamente nuovo e commissionato per l’occasione.Un altro padiglione coreano, non ufficiale, ma sicuramente da vedere. 
Foto sopra: Ha Chong-Hyun, Conjunction, 1974, Olio su carta, 120 x 175cm, Fotografia di Sang-tae Kim, Collezione di Leeum, Samsung Museum of Art

in home page: Lee Ufan, From Point, 1974, Olio su carta, 160 × 130cm, Fotografia di Sang-tae Kim. Per gentile concessione di Kukje Gallery

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