16 gennaio 2012

Yoga davanti al Duomo. Uno scherzo? No, un modo per avvicinarsi alle teorie di Lucio Fontana secondo il museo del 900 di Milano

 

di

Museo del Novecento, Milano
“Si richiede un cambiamento nell’essenza e nella forma. Il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica”. Così scriveva Lucio Fontana nel 1946 sul “Manifesto Blanco”. Ebbene, il Museo del 900 di Milano, all’Arengario, ha superato in qualche modo sé stesso e la fruizione dell’arte.  Nella sua sala più famosa, con vista su piazza Duomo e al soffitto un “Concetto Spaziale”, si trasforma in una palestra dello yoga. Yoga, avete capito bene. Dal prossimo 24 gennaio, per due volte alla settimana, in pausa pranzo dalle 13.00 alle 14.15 la sala ospiterà le lezioni di meditazione di Elena De Martin, una delle maestre yogi più famose in Italia per chi vuole andare oltre nel concetto dell’arte e della sua visione.
Un sacrilegio? In realtà Marina Pugliese, direttrice del Museo del 900 parla di un rispettoso e bizzarro omaggio al pensiero del grande spazialista. Anche perchè il Museo, ma non diciamolo troppo ad alta voce in questa epoca di disastri non è affatto in crisi (oltre cinquantamila presenze tra novembre e dicembre). Quanto costa? Poco se consideriamo l’esclusività della location e dell’iniziativa: 150 euro a bimestre (120 per chi possiede la 900card).
Un’operazione dunque che si profila sotto l’incentivo della curiosità e che secondo Stefano Boeri è il cambiamento di prospettiva per la fruizione dell’arte: «visitare un museo non è solo piazzarsi davanti a un quadro per venti minuti». La Fondazione Lucio Fontana ha apprezzato il progetto. Voi che ne pensate? (m.b.)

1 commento

  1. Alt.. il corso ha la durata di 2 mesi
    Tutti i martedì dal 24 Gennaio al 20 Marzo, ore 13.00 – 14.15 , sala Fontana
    Non 150 euro per tutto l’anno, per un corso di due mesi..un corso di Yoga nelle sale del museo del 900..
    ho visto un breve servizio al Tg3 su questo e credo, in base alle testimonianze, che chi lo ha frequentato lo ha apprezzato per la struttura dell’Arengario, aperta, luminosa e grandissima, non perché a contatto con Fontana..

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