10 ottobre 2022

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 10 al 16 ottobre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 10 al 16 ottobre, in scena nei teatri di tutta Italia

Soul Chain, Matti Tauru, Ensemble Tanzmainz, ph. Andreas Etter

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 10 al 16 ottobre.

Danza e Teatro

VISAVÌ A GORIZIA
Il festival internazionale trasfrontaliero di danza contemporanea ideato da Artisti Associati, che si svolge tra Gorizia e Nova Gorizia (dal 12 al 16 ottobre), s’inaugura il 12 al Teatro Comunale Giuseppe Verdi con la prima nazionale di “Soul chain” di Sharon Eyal della compagnia tedesca Tanzmainz (poi, nell’ambito del festival Aperto della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, il 5 novembre al Teatro Cavallerizza).

Il ricco programma del festival proseguirà con il debutto assoluto della nuova creazione di Monica Casadei per Artemis Danza “Pasolini – Fuochi Segreti”; la creazione vincitrice del Premio Scenario di Mattia Cason  “Le Etiopiche”, la prima nazionale “Sympòsion”, della compagnia Bellanda, nuova creazione del friulano Giovanni Gava Leonarduzzi selezionata dal network Pan Adria; l'”assolo percussivo” di Ezio Schiavulli “Heres: nel nome del figlio”; la prima nazionale di “Memento” di Nyko Piscopo; il Balletto di Roma con il nuovo “Première” firmato da Andrea Costanzo Martini; e in chiusura del festival, il 16, “Visavi’ Experimental Contest”, ospite la compagnia slovena MN Dance Company.

Simposio, Leonarduzzi & Latini, ph. Sara Meliti

LA DEMOCRAZIA DEL CORPO
L’annuale progetto di Virgilio Sieni, a cura del Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni di Firenze, che si svolge tra ottobre e dicembre, propone quest’anno un ciclo di visioni intese come escursioni nel corpo e sul corpo. Le performance e le ospitalità di questa edizione daranno luogo a un contesto di esperienze dove lo sguardo del pubblico partecipa ai temi fondanti dell’abitare il mondo.

Marco D’Agostin e Cristina Kristal Rizzo presentano in prima assoluta i nuovi lavori nati a seguito del “Bando Abitante ’21” così come le altre presenze, la giovane coreografa Stefania Tansini e il nuovissimo Collettivo Giulio e Jari, mostrano quel che di nuovo sta nascendo. Tra gli internazionali, Boris Charmatz torna con potenza a indicarci i giocosi modi di stare del sapiens, Annamaria Ajmone raccoglie ed espone i frammenti del suo gesto animistico, Michele Rizzo scava nel rito del passo ripetuto verso forme di possessione e Adi Boutrous avviluppa i corpi in gesti di vicinato che sembrano alludere alla costruzione di una città.

La Compagnia Virgilio Sieni si rivolge ancora una volta al passo di danza per capire se è ancora possibile individuare strade comuni con gli altri abitanti del pianeta. Inoltre, La Democrazia del corpo è arricchita dalle ospitalità de Lo Schermo dell’arte – Festival di cinema e arte contemporanea che propone la presenza di Rosa Barba, e di Radio Papesse per la IV edizione di Lucia Festival – Storie audio dal mondo.

Il 15 ottobre Mette Ingvartsen ed Eszter Salomon (DK / BE) presentano “Manual focus”, performance in cui i volti ruotano di 180 gradi, braccia e gambe si rovesciano sotto sopra, la parte anteriore del corpo si inverte con la parte posteriore. Scambio di corpi da animali, creature disarticolate, a umani senza testa e altre categorie senza nome. I mostri non sono una specie con cui puoi familiarizzare, scompaiono e scivolano via senza essere messi a fuoco.

La Democrazia del Corpo, METTE INGVARTSEN, Manual Focus, ph. Eike Walkenhorst

L’ALBERO DI CAROLYN CARLSON
Con “The Tree”, una riflessione poetica sull’umanità e sulla natura sull’orlo del naufragio, l’icona della danza Carolyn Carlson, dopo “Eau”, “Pneuma” e “Now”, chiude il ciclo delle coreografie ispirate a Gaston Bachelard, filosofo della scienza francese. Partendo da “Des Fragments d’une poétique du feu”, opera letteraria di Bachelard, uscita postuma nel 1988, la coreografa statunitense ha scelto il potere poetico e simbolico delle fiamme e più in generale la complessità degli elementi naturali come ispirazione per questa creazione nata in collaborazione con il light designer Rémi Nicolas, e l’artista visivo Gao Xingjian che sublima le scene con i suoi dipinti astratti realizzati con la china e proiettati in diverse sequenze. Nell’unione tra il virtuosismo dei ballerini e la visione onirica di Carolyn Carlson, è una dichiarazione d’amore potente e vitale nei confronti di una natura sull’orlo del collasso, nella speranza che, come una Fenice, possa rinascere dalle proprie ceneri.

The Tree, Carolyn Carlson, © Frédéric Iovino

“The Three”, prima nazionale al Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara, il 14 ottobre.

IL SENEGALESE AMALA DIANOR
Il percorso di Torinodanza 2022 sulla scena coreografica africana giunge alla terza e ultima tappa: un ritratto di Amala Dianor, coreografo e danzatore di origini senegalesi che rappresenta la nuova generazione di artisti provenienti dall’Africa e cresciuti in Europa. La sua ricerca si fonda sulla necessità di portare l’energia dell’hip hop nella danza contemporanea, creando un linguaggio personale e ricco di riferimenti. Di Dianor verranno presentate in prima nazionale quattro creazioni: “Siguifin” e “Man Rec”, il 13 e 14; e “Wo-Man” e “Point Zéro”, il 15. Ognuno di questi quattro lavori ha un formato diverso ed è nato in un periodo diverso del percorso artistico di Dianor, testimoniando l’evoluzione del suo pensiero e della sua esperienza dalle danze urbane verso il linguaggio più articolato della scrittura contemporanea.

SIGUIFIN, Amala Dianor, Théâtre Jean Vilar, Suresnes, 2022

KRYSTIAN LUPA A VIE FESTIVAL
Prosegue fino al 16 ottobre nelle città di Modena, Bologna, Cesena e Vignola, uno degli appuntamenti più attesi di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale: VIE Festival, giunto alla sua XVI edizione, la prima con la direzione di Valter Malosti. Il progetto, a cura di Barbara Regondi, si conferma come osservatorio italiano di riferimento, capace fin dalle sue origini di intercettare linee e tendenze innovative.

Dopo le presenze, dal 7 al 9 ottobre, della coreografa marocchina Bouchra Ouizguen, de La Veronal, compagnia diretta da Marcos Morau, di Susanne Kennedy e Markus Selg, di Michela Lucenti / Balletto Civile, di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni / lacasadargilla, si prosegue con il debutto in prima assoluta di “Forma Sonata”, performance multimediale dell’eclettico artista Daniele Spanò, prodotta da ERT in collaborazione con Sagra Musicale Malatestiana; “Ecloga XI” di Anagoor, che si confronta, nel centenario dalla nascita, con la lezione di Andrea Zanzotto che da tempo il gruppo ha fatto propria. Per la prima volta in Italia, la regista greca Argyro Chioti con “Halepas”, una tragedia contemporanea che ripercorre la vita e il difficile rapporto con la madre dello scultore greco Yannoulis Halepas.

Il 14 e 15 ottobre, “Gli anni” di Marco D’Agostin che in veste di autore-coreografo dirige la danzatrice Marta Ciappina. Il titolo evoca il racconto biografico e insieme generazionale del romanzo di Annie Ernaux, così come la popolarissima canzone degli 883.

In chiusura, il 15 e 16, uno spettacolo evento firmato da un grande maestro della scena: “Imagine” Krystian Lupa in prima nazionale al Teatro Storchi di Modena nell’ambito del progetto internazionale “Prospero Extended Theatre”. La nuova creazione del regista polacco prende il titolo dalla nota canzone di John Lennon. Analizzando gli ideali della controcultura degli anni ’70, porta sul palcoscenico il tema della pace. Proprio nei giorni di prove il lavoro è stato interrotto dalla notizia della guerra in Ucraina e dall’arrivo di molti profughi in Polonia e nel Teatro di Varsavia, adattato poi per l’accoglienza: un’esperienza che ha influenzato l’allestimento, che ha debuttato a Łódź alla fine di aprile.

Imagine, Krystian Lupa, foto NK

“I RIFIUTI, LA CITTÀ E LA MORTE” DI FASSBINDER
Il testo, scritto dal drammaturgo tedesco Rainer Werner Fassbinder per concludere la sua esperienza come direttore del Theater am Turn di Francoforte nel 1975, fu oggetto di uno dei più violenti casi di censura del secondo novecento. “I rifiuti, la città e la morte” è una gangster story atipica, ambientata nei bassifondi di Francoforte, una riflessione tagliente sui meccanismi di esclusione e dipendenza tra esseri umani, che trasporta la corruzione umana e morale del mondo criminale in una dimensione tragica al di fuori del tempo, cui pochi autori hanno saputo accedere.

È un testo allo stesso tempo blasfemo e religioso, che mette sulla croce chi nel racconto biblico si può trovare ai piedi di Cristo. È una moderna Passione in cui, a fare le spese della natura crudele degli uomini e della loro propensione naturale verso il male è una giovane prostituta, Roma. Presa sotto la sua ala da A., ricco speculatore edilizio ebreo, tanto odiato quanto temuto dai concittadini, la ragazza inizia una rapidissima ascesa sociale che, pur migliorando le sue condizioni materiali, la lascerà sempre più sola e isolata, spingendola a un atto simbolico quanto definitivo.

I rifiuti, la città e la morte di Fassbinder

“I rifiuti, la città e la morte”, di Rainer Werner Fassbinder, traduzione Roberto Menin, regia Giovanni Ortoleva, con Gabriele Benedetti, Marco Cacciola/Giovanni Drago, Andrea Delfino, Anna Manella, Camilla Semino Favro, Edoardo Sorgente, Werner Waas, scene e costumi Marta Solari, movimenti di scena Leda Kreider, musica Pietro Guarracino, disegno Luci Andrea Torazza. Produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, coproduzione, Theaterdiscounter, in collaborazione con Barletti /Waas e ITZ Berlin. A Genova, Teatri di S. Agostino, dal 14 al 16 ottobre; il 18 ottobre al Teatro Astra di Torino nell’ambito del Festival delle Colline Torinesi.

LA SPOSA DI MELANIA MAZZUCCO
Scritto per la radio nel 2001 da Melania Mazzucco e premiato al 53° Prix Italia come miglior radiodramma dell’anno, è un testo dalle forti tinte noir. La storia è quella di una coppia sposata, tormentata dal fantasma di una ragazza annegata nella piscina del loro condominio. Dialogo dopo dialogo, una spessa spirale di domande prende corpo e si fanno strada dei terribili sospetti: qual è la vera indole dell’uomo? E chi era davvero quella ragazza, tradita dai propri sogni e piena di disincanti? Melania Mazzucco nelle sue note al testo racconta del suo incontro fortuito con due giovani donne straniere (conosciute la prima durante un viaggio in Asia centrale e la seconda in Italia) e scrive: «La loro determinazione – disperata e invincibile – a rivendicare per sé un’altra vita, e a mettere noi di fronte alle nostre scelte e ai nostri comportamenti, ha segretamente lavorato nei miei pensieri, fino a prendere la forma di un breve racconto, Seval, che nel 1991 fu pubblicato su Nuovi Argomenti. Forse parlava di immigrazione, forse d’amore, di responsabilità, dominio e sottomissione, o del conflitto fra opportunità e visioni della vita di genti nate in zone diverse del mondo».

La sposa Dulan

Dulan la sposa”, di Melania Mazzucco, regia Valerio Binasco anche interprete con Mariangela Granelli e Cristina Parku, scene Maria Spazzi, costumi di Katarina Vukcevic, luci Alessandro Verazzi, suono Filippo Conti. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. A Torino, Teatro Gobetti, dall’11 al 30 ottobre e in tournée in Italia fino a dicembre.

L’HAMLET DI LENZ FONDAZIONE
L’attrice Barbara Voghera è l’interprete del capolavoro shakespeariano in un allestimento creato per e con lei da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Lo spettacolo, realizzato all’interno del progetto I Teatri della Salute, cartellone regionale curato da ATER Fondazione e Centro Diego Fabbri di Forlì, è il primo appuntamento di Abitare Utopie / Eventi, programma realizzato da Teatro dei Venti.

Spiegano Maestri e Pititto: «In questo “Hamlet Solo” si esplicita un dispositivo drammatico che rivela la natura orfana di Amleto, la sua inevitabile e assoluta solitudine scenica ed esistenziale; in un attraversamento senza respiro del testo, l’attrice implode dentro gli altri personaggi, unico strumento ‘vivo’ di una partitura visiva di spettri. I dialoghi con Orazio, la Regina, il Fantasma del Padre, Guild and Rose, gli Attori, I Becchini, Re Claudio vengono inflessi nell’unico duello eroico possibile, quello dell’attore con sé stesso».

Hamlet Solo, Lenz Fondazione, ph. Francesco Pititto

“Hamlet solo” di Lenz Fondazione. A Modena, Teatro dei Segni, il 12 ottobre

APP ASCOLI PICENO PRESENT
Un fine settimana, il 14 e 15 ottobre, all’insegna delle arti sceniche contemporanee e un’occasione per vivere e conoscere la città marchigiana. La settima edizione del festival multidisciplinare APP – Ascoli Piceno Present, prevede la prima italiana de “L’amica geniale a fumetti” di Fanny & Alexander, con Chiara Lagani che recita i testi di Elena Ferrante e alle sue spalle corrono i disegni animati tratti dal libro, per dar corpo e volto ai momenti evocati dalle parole del racconto.

Uno spettacolo ironico e graffiante e profondamente toccante, che parla di un dramma umano dell’oggi attraverso le tensioni del mito, è “Kassandra” di Sergio Blanco con Roberta Lidia De Stefano. Microfono e synth alla mano, la profetessa compone sonorità in cui si fondono il lirismo del verso greco e la musica elettronica, nello spettacolo diretto da Maria Vittoria Bellingeri. Con lei, la sua automobile che le è casa, palcoscenico, memoria, tomba.

KASSANDRA, ph. Serena Serrani

IL PESO DELLA FARFALLA A BARI
Dagli inizi di ottobre a fine novembre, il festival diffuso, diretto e ideato da Clarissa Veronico, Il peso della farfalla, ospiterà a Bari tre spettacoli in anteprima regionale. Dal 7 al 16 ottobre è in scena “Con la carabina”, testo di Pauline Peyrade portato in scena dalla Compagnia Licia Lanera, con gli interpreti Danilo Giuva e Ermelinda Nasuto diretti dalla stessa Lanera. Una bambina di 11 anni che un tribunale francese ha riconosciuto consenziente allo stupro che ha subito da parte di un amico del fratello maggiore, decide, diventata donna, di farsi giustizia da sola. La storia è continuamente divisa tra passato e presente: il primo ambientato in un luna park, il secondo a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti.

“Con la carabina” è un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti. Uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce. Uno spettacolo che impone un rapporto strettissimo tra attori e pubblico favorito dalla secret location che ospiterà le repliche (prenotazione obbligatoria e conferma della location tramite titolo d’ingresso alla email: punticospicui@gmail.com).

Il peso della farfalla, Vivere!

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