13 maggio 2025

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 13 al 18 maggio

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 13 al 18 maggio, in scena nei teatri di tutta Italia

Ritorno a casa, ph © Claudia Pajewski

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 13 al 18 maggio.

Teatro e danza

Ritorno a casa, di Harold Pinter

Massimo Popolizio mette in scena Ritorno a casa di Harold Pinter che, a 60 anni dalla sua prima rappresentazione, mantiene intatta la sua forza nell’esplorare le dinamiche familiari distorte, il potere, la violenza e la disgregazione dei rapporti. Ambientato in una claustrofobica casa alla periferia di Londra, lo spettacolo ritrae un vero e proprio “Gruppo di famiglia in un interno”, dove si innesca una spirale di tensioni e desideri repressi.

In questo soffocante contesto casalingo, la cui solitudine è spezzata solo da continue liti familiari, ritroviamo il padre Max, ex macellaio e frequentatore di ippodromi, con i suoi figli Lenny, un trentenne ex “pappa” che si vanta di avventure erotiche violente con tendenze mitomani, e Joey, il fratello più giovane aspirante puglie professionista ma il più fragile della famiglia; insieme a loro convive lo zio Sam che guida un taxi non suo e vive a spese del fratello Max, subendone i continui rimproveri.

Il precario equilibrio familiare viene sconvolto dall’arrivo notturno del figlio Teddy, affermato professore di filosofia, che dopo sei anni torna dall’America con l’enigmatica moglie Ruth, madre dei loro tre figli, presentandola al padre, allo zio e ai fratelli.

Ritorno a casa ph © Claudia Pajewski

“Ritorno a casa”, di Harold Pinter, traduzione Alessandra Serra, regia Massimo Popolizio, con Massimo Popolizio, con Christian La Rosa, Gaja Masciale, Paolo Musio, Alberto Onofrietti, Eros Pascale, scene Maurizio Balò, costumi Gianluca Sbicca e Antonio Marras, luci Luigi Biondi, suono Alessandro Saviozzi. Produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. A Roma, Teatro Argentina, dal 7 al 28 maggio.

I Pink Floyd nella danza della MM Contemporary Dance Company

Nella nuova produzione The Wall & Pink Floyd Greatest Hits con i danzatori della MM Contemporary Dance Company, interpreti delle coreografie di Michele Merola, con l’attore Jacopo Trebbi, e la regia di Manuel Renga, prende vita lo storico concept album dei Pink Floyd, pubblicato nel 1979, e dall’omonima pellicola cinematografica di Alan Parker.

The Wall è un manifesto, un atto di protesta contro una società che non rispetta gli uomini in quanto esseri senzienti e liberi. The Wall è un’opera progressive, nata dal sentimento di rabbia e frustrazione del leader della band britannica, Roger Waters, conscio del progressivo allontanamento tra artista e pubblico, del distacco tra performance e fruizione. Uno spettacolo cangiante dove le musiche (riadattate da Roberto Molinelli), la danza, la recitazione e le videoproiezioni si intersecheranno senza un confine preciso e definito, con la storia, i flashback, le voci dei personaggi in continua condivisione.

Prima assoluta al Teatro Comunale di Ferrara, il 17 e 18 maggio; poi al Municipale Valli di Reggio Emilia, dal 23 al 25; e al Ravenna Festival il 15 giugno.

MMCDC, foto di Tiziano Ghidorsi

FuturoRoma, Festival Internazionale di Danza e Cultura Contemporanea

Futuro Festival, un riferimento per la danza e la cultura contemporanea, cambia nome e diventa FuturoRoma – Festival Internazionale di Danza e Cultura Contemporanea. Non è solo una modifica formale, ma un’evoluzione strategica che rafforza il legame con il territorio, ampliando al tempo stesso la portata internazionale dell’evento (dal 16 maggio al 21 giugno). La quinta edizione si apre il 16 maggio con un’incursione urbana outdoor, danzata da 100 performer. Segue l’evento rĕ-mŏvēre, tre tavoli di lavoro per un dibattito peer-to-peer, intorno a temi di attualità del mondo delle arti performative; e subito Futuro Roma Experimental Battle con più di 60 danzatori con differenti background, provenienti da tutta Italia, e l’amatissima Jam Session.

Nel ricco programma i Dacru Dance Company, Mandala Dance Company, BrancaccioDanza Junior Company con l’inedita produzione Giubo, coreografata da Gianni Notarnicola; The Dance Theatre Zawirowania dalla Polonia, Ritmi Sotterranei Contemporary Dance Company, Spellbound Contemporary Ballet, Vortice Dance Company dal Portogallo, Zakuro Company, e la berlinese Frantics Dance Company.

Il programma intero sul sito futuroroma.com.

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Il caso Kaufmann nella Germania nazista

Trasposizione teatrale del romanzo di Giovanni Grasso, ispirato a una storia vera nella Germania nazista, Il caso Kaufmann vede in scena, Franco Branciaroli protagonista nei panni di un anziano uomo ebreo, legato da un sentimento proibito a una giovane donna “ariana”. È il 1941, in una cella di massima sicurezza del carcere di Stadelheim a Monaco di Baviera. Sono le ultime ore di Leo Kaufmann, condannato a morte per aver commesso il reato di “inquinamento razziale”. Nonostante si sia sempre dichiarato innocente, la corte ha infatti stabilito l’esistenza di una relazione di carattere sessuale tra l’anziano ebreo e la donna “ariana”, poco più che ventenne, Irene Seidel.

Giunto alla vigilia dell’esecuzione, il prigioniero chiede di poter vedere il cappellano. Non per una conversione in punto di morte ma per far recapitare un ultimo messaggio alla donna. Davanti al prete cattolico, nelle angoscianti ore prima della fine, Kaufmann ripercorrerà la sua drammatica vicenda, terribile scontro tra odio e giustizia.

Il caso Kaufmann, Ph Umberto Favretto

“Il caso Kaufmann, di Giovanni Grasso, regia Piero Maccarinelli, con Franco Branciaroli, Stefano Santospago, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Andrea Bonella, scene Domenico Franchi, luci Cesare Agoni, musiche Antonio Di Pofi, costumi Gianluca Sbicca. Produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Atlantide – Teatro Stabile di Verona, Il Parioli. A Milano, Piccolo teatro Grassi, fino al 18 maggio.

Duello tra Beckett e Handke

L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett e Finché il giorno non ci separi di Peter Handke: un duello tra i due grandi maestri del teatro, in cui la recitazione incontra la performance, il passato si scontra con il presente, l’arte di recitare si misura con quella di ascoltare, la ripetizione con l’imprevedibilità del qui ed ora. Un unico spettacolo per due testi diversi, due monologhi lontanissimi in tutto, giocati uno di seguito all’altro come in un dialogo, come un’eco, per favorire un confronto sul potere e la memoria. Ma come nasce un dialogo? Chi avrà l’ultima parola? L’attore di Beckett o la donna senza nome di Handke?

Ma soprattutto: è davvero necessario che qualcuno abbia l’ultima parola? Il progetto, dal titolo L’ultima parola, è di Barletti/Waas, con Lea Barletti e Werner Waas, in scena al Teatro Astra di Torino per la stagione del TPE, dal 17 al 31 maggio.

L’ultima parola

Eugenio Barba si interroga su Amleto

Le nuvole di Amleto di Eugenio Barba, segna il ritorno a Bologna (all’Arena del Sole, dal 14 al 18 maggio, poi alla Biennale di Venezia, dal 2 al 4 giugno), di uno dei maestri della scena contemporanea col suo Odin Teatret. Barba, regista e teorico tra i più influenti del Novecento, propone una lettura profonda e originale di uno dei temi più affascinanti della storia del teatro, intrecciando passato e presente in una riflessione intensa e appassionata.

«…Perché oggi Amleto? – si chiede Barba – Cosa dice oggi a noi la vicenda di un padre il cui fantasma appare al figlio e gli lascia il compito di uccidere e vendicarlo? Qual è l’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri padri e che trasmetteremo ai nostri figli? Cosa succederebbe se Amleto, come Antigone, affermasse: non sono nato per condividere l’odio, ma l’amore? Il dubbio rende l’uomo debole dice il principe di Danimarca».

Le nuvole di Amleto ph Stefano di Buduo

La danza sulle tracce di Pasolini

Ispirato ai documentari di Pier Paolo Pasolini, lo spettacolo Dittico Orientale. Sulle tracce di Pasolini, firmato dai coreografi Jari Boldrini e Maurizio Giunti per la COB Compagnia Opus Ballet, esplora e reinterpreta le atmosfere suggestive e le tematiche profonde del visionario italiano. Lo spettacolo (a Firenze, Cango Cantieri Goldonetta, dal 14 al 17 maggio) si sviluppa attorno a un filo conduttore che affonda le sue radici nell’estetica pasoliniana; gli spazi scenici sono abitati da ombre e luci, come se il paesaggio stesso fosse un protagonista silenzioso, che racconta le sue cicatrici e la sua speranza di rinascita. Un’immersione sensoriale e intellettuale nelle culture orientali, nutrendosi di suggestioni e restituendo significati impliciti che emergono dall’esplorazione dei corpi.

DITTICO ORIENTALE. Sulle tracce di Pasolini ©Jari Boldrini

Una coppia Come nei giorni migliori

La quotidianità di una coppia, tra dialoghi serrati, incomprensioni e affetti. Sul palco va in scena l’amore tra A e B, poco importa chi sono veramente questi due amanti, ciò che conta sono le loro anime, travolte da questo sentimento inesplorabile. Piccoli oggetti, gesti quotidiani, gli scontri, gli avvicinamenti, il segreto inesprimibile di tutto ciò che costituisce la vita di una coppia, nelle sue gioie e nei suoi dolori, dall’inizio alla fine.

«“Proviamo” è l’ultima battuta del testo scritto da Diego Pleuteri e messo in scena da Leonardo Lidi. “Proviamo, allora, a raccontare una storia. Il titolo Come nei giorni migliori l’abbiamo scelto – dichiara il regista – quando il testo non esisteva ancora, forse oggi si chiamerebbe Jessica e Billy o Billy e Jessica, non lo sapremo mai. Un nuovo copione, una storia d’amore, un Romeo e Giulietta senza balcone».

Come nei giorni migliori, ph Luigi De Palma

Come nei giorni migliori”, di Diego Pleuteri, con Alessandro Bandini e Alfonso De Vreese; scena e luci Nicolas Bovey, costumi Aurora Damanti, suono Claudio Tortorici. Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. A Roma, Teatro India, dal 14 al 25 maggio.

Tulsa Ballet in tournée in Italia

Compagnia americana di fama internazionale, fondata in Oklahoma nel 1956, composta attualmente da quaranta danzatori guidati da Marcello Angelini, il Tulsa Ballet giunge in tournée in Italia (a Modena, Teatro Comunale, il 15 maggio; al Comunale di Vicenza, il 16; a Rovigo, Teatro Sociale, il 17; a Treviso, Teatro Mario Del Monaco, il 18) con lo spettacolo Made in America, un trittico coreografico che cattura l’essenza della danza americana, intesa come sintesi di molteplici radici culturali. È un viaggio attraverso identità, contrasti ed energia: un ritratto coreografico dell’America contemporanea, potente e profondamente evocativo.

Il repertorio, che spazia dal neoclassico alla danza contemporanea fino ad accenti street, interpreta il “sogno americano” nella sua complessità, alternando leggerezza e introspezione, dinamismo e lirismo. Le coreografie sono firmate da artisti differenti, Yuri Possokhov, Nicolo Fonte, Andy Blankenbuehler.

Tulsa Ballet Ph Bethany Kirby

Valentina Dal Mas e Stefania Tansini a Rovereto

Prosegue, il 17 maggio, al Teatro alla Cartiera di Rovereto, la rassegna Sottoscritta! diretta da Antonella Bertoni, con due spettacoli: Privé Tavolo firmato dalla stessa Bertoni, e interpretato da Valentina Dal Mas, e La grazia del terribile, di e con Stefania Tansini.  Interagendo con un tavolo Dal Mas, intende portare lo spettacolo dal vivo nelle case delle persone, uscendo dagli spazi tradizionali del teatro, cercando una “finzione” diversa rispetto a quella del palcoscenico, attivando una riflessione sul valore della partecipazione culturale come attimo di condivisione. L’assolo di Tansini, del 2019, è un viaggio di trasformazione di un corpo in balìa delle sue possibili metamorfosi, tra pulsioni fuori controllo e gesti naturali.

MoniQue foto – Monica Condini – BECOMING FESTIVAL 2022

Beckett nei bassi napoletani

Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e i protagonisti di Giorni Felici di Samuel Beckett. Un lavoro, scritto e diretto da Emanuele D’Errico, nato da un’esperienza ben precisa, vissuta attivamente da Putéca Celidònia nel Rione Sanità di Napoli, dove la compagnia cura diversi progetti teatrali. Dopo aver preso confidenza con il quartiere ed essere entrati all’interno di alcuni “bassi” – la tipica abitazione al piano terra con ingresso su strada – il collettivo ha iniziato a intervistare le donne e gli uomini che abitano nel quartiere.

Delle loro storie si compone Felicissima jurnata (al Teatro Vascello di Roma, dal 13 al 18 maggio), che pone l’accento sulla paralisi emotiva e fisica che queste persone si impongono per mancanza di mezzi. Molti di loro non sono mai usciti dalla loro città – nel migliore dei casi – e nel peggiore non sono mai usciti dal proprio quartiere e chissà da quanto tempo dalla propria casa.

Felicissima Jurnata © Laila Pozzo

Canile Drammatico a Parma

Seconda edizione di Canile Drammatico, festival di teatro contemporaneo per un pubblico giovane (a Parma dal 15 al 18 maggio) con spettacoli, da mattina a sera, di performance, musica, incontri, laboratori, momenti di convivialità nel Dopofestival Randagio, negli spazi del Teatro Europa e Ratafià. Un progetto della Fondazione Federico Cornoni, nata per mantenere viva la memoria di Federico, giovane attore parmigiano scomparso per malattia il 16 maggio 2023. Un’edizione multidisciplinare, intitolata a denti stretti, dedicata al tema del fumetto nel suo incontro con la varietà dei linguaggi, dalla nuova drammaturgia alla stand-up comedy, dalla danza contemporanea al circo e al teatro di figura.

Babilonia Teatri tra le compagnie di Canile Drammatico Ph Sara Castiglioni

Silvia Gribaudi e il flusso vitale di una cinquantenne

Nell’ambito di Torinodanza Extra, il 17 e 18 maggio debutta alle Fonderie Limone di Moncalieri, Suspended Chorus, spettacolo ideato, diretto e interpretato da Silvia Gribaudi, artista associata del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale (co-regia e video di Matteo Maffesanti, musiche di Matteo Franceschini, disegno luci di Luca Serafini). Lo spettacolo è un assolo nato dal bisogno della coreografa di rinnovare il proprio dialogo con il pubblico e di riflettere sul modo in cui guardiamo il corpo altrui, in quali forme lo ingabbiamo e come possiamo rivoluzionare il nostro sguardo. Dallo studio di pioniere della danza come Isadora Duncan, Anna Pavlova e Pina Baush, Gribaudi traccia una narrazione scenica attraverso immagini e movimento, portando al limite lo sforzo del suo corpo cinquantenne per rivelare il flusso dinamico che va oltre il cambiamento legato all’età.

Suspended Chorus, ph Andrea Macchia

Tipi umani seduti al chiuso. Partitura sentimentale per biblioteche

Scritta e diretta dalla prolifica, dissacrante e romantica drammaturga Lucia Calamaro, la commedia vede due donne, un’autrice e una bibliotecaria e quattro uomini, tre bibliotecari e un artista aspirante bibliotecario, un ragazzo poco più che adolescente, muoversi in una biblioteca, spazio consacrato all’intelligenza addomesticata, al silenzio, alla contemplazione. Libri e tavoli diventano un habitat di sicurezza e di conforto, ma anche di litigio e violenza, espressione di un’umanità̀ spesso disgraziata, problematica ma anche felice, dove fa capolino ogni tanto l’autore del libro che si sta consultando (Joyce, Pirandello, Santa Teresa, Molière, Plath).

Una commedia variegata, spiazzante, dolente, china su pagine di carta che girano e girano e penne che scrivono e graffiano i fogli fino a diventare, a volte, una partitura musicale.

Tipi umani seduti al chiuso

“Tipi umani seduti al chiuso. Partitura sentimentale per biblioteche”, testo e regia Lucia Calamaro, con Riccardo Goretti, Lorenzo Maragoni, Cristiano Moioli, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Susanna Re, Simona Senzacqua, scene Alberto Nonnato, costumi Lauretta Salvagnin, luci Nicolò Pozzerle, musiche Susanna Re. Produzione TSV – Teatro Nazionale. A Milano, Teatro Franco Parenti, fino al 18 maggio.

Marisa Laurito è la Duchesse Krakenthorp ne La Fille du régiment

Le donne forti sono una costante nella produzione di Gaetano Donizetti. Tra tutte, Marie, protagonista della Fille du régiment, è la più solare e insieme la meno femminile: allevata da un reggimento dell’esercito napoleonico, ha imparato ad amare la patria e…a imprecare come un soldato. Per la ragazza tutto cambia quando, giunta tra le montagne del Tirolo, scopre di essere la figlia di una marchesa; la vita aristocratica, però, la incupisce: ritroverà il sorriso e l’amore del suo adorato Tonio con l’aiuto dei suoi tanti “papà” militari.

Marisa Laurito veste il ruolo della Duchesse Krakenthorp ne La Fille du régiment opéra-comique in due atti musica di Donizetti libretto di Jean-François Bayard e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges, nell’allestimento del Teatro San Carlo di Napoli, Dal 18 al 27 maggio, con la regia di Damiano Michieletto, e il direttore d’orchestra Riccardo Bisatti.

Fille du regiment, Venezia

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