05 maggio 2025

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 5 all’11 maggio

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 5 all'11 maggio, in scena nei teatri di tutta Italia

Le Sommet, Ph. Nora Rupp

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 28 aprile al 4 maggio.

Teatro e danza

Un incontro al vertice con Christoph Marthaler

Sei attrici e attori, diverse lingue parlate, un incontro al vertice da organizzare. In tedesco, vertice si dice Gipfel, parola che designa la cima di una montagna, un meeting politico, ma anche…un croissant. In questo caso di che cosa si tratta? Il regista svizzero Christoph Marthaler si metterà in cammino con degli esperti di arrampicata, delle delegazioni politiche o dei pasticcieri? Come spesso accade con il regista svizzero, le risposte a queste domande non sono chiare.

Chi ha appena messo mano all’impasto prende il microfono e si rivolge alle nazioni del mondo. Chi ha appena piantato i chiodi di sicurezza nella roccia canta improvvisamente la canzone Lassù sulla montagna. Una sola cosa è certa: Marthaler parte per una spedizione in terre inospitali con un gruppo di attrici, attori e musicisti italiani, francesi, svizzeri, austriaci e scozzesi, per un incontro… al vertice.

Le Sommet © Matthias Horn

“Il vertice”, di Christoph Marthaler, con Liliana Benini, Charlotte Clamens, Raphael Clamer, Federica Fracassi, Lukas Metzenbauer, Graham F. Valentine, drammaturgia Malte Ubenauf, scena Duri Bischoff, costumi Sara Kittelmann, trucco e acconciature Pia Norberg, luci Laurent Junod, suono Charlotte Constant. Produzione Théâtre Vidy-Lausanne, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, MC93 – Maison de la culture de Seine-Saint-Denis. A Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 6 all’11 maggio.

Guerra, memoria, identità. È ancora tempesta

Ancora tempesta (Immer noch Sturm), opera teatrale di Peter Handke, pubblicata nel 2012, affronta temi complessi e profondi legati alla guerra, alla memoria e all’identità. Un’opera con una struttura poco tradizionale, che contiene nei dialoghi le didascalie di scena, le indicazioni per gli attori, le ambientazioni e le suggestioni sonore. Diretto da Fabrizio Arcuri, lo spettacolo è il primo atto di un progetto speciale dedicato alla figura dello scrittore Premio Nobel per la Letteratura 2019.

Il titolo, con la sua premeditata eco shakespeariana (Re Lear, III, 2), ci introduce immediatamente nella tonalità epica, amara e folle che la pervade. L’opera si articola in cinque dialoghi che l’autore, ormai anziano, intrattiene con i suoi avi, sloveni di Carinzia, qui più giovani dello scrittore che li mette in scena. I nonni, la madre giovanissima, due zii caduti al fronte e due che si sono dati alla macchia per combattere i nazisti, sono tutti riuniti per evocare l’epopea tragica e dimenticata di una minoranza oppressa, ma orgogliosamente protagonista dell’unico episodio di guerra partigiana svoltosi entro i confini del Terzo Reich.

Ancora Tempesta @ Serena Pea

“Ancora Tempesta”, di Peter Handke, regia Fabrizio Arcuri, drammaturgia di Fabrizio Sinisi, con Filippo Dini, Isacco Bugatti, Michele Guidi, Margherita Mannino, Simone Pedini, Tommaso Russi, Jessica Sedda, scene Daniele Spanò, costumi Sonia Marianni, luci Giulia Pastore, sound design Giulio Ragno Favero. Produzione Teatro Stabile del Veneto. A Venezia, Teatro Goldoni, dal 9 all’11 maggio; al Teatro Verdi di Padova dal 14 al 18.

L’ultima domenica di agosto, da Tolstoj

Affonda le radici nell’opera teatrale La potenza delle tenebre di Lev Tolstoj (testo poche volte allestito in Italia), il nuovo lavoro di Fulvio Pepe, L’ultima domenica di agosto, rappresentando il sogno d’amore di una donna vitale e senza scrupoli, invaghita di un uomo più giovane. L’attore e regista ribalta il genere dei personaggi spostando la vicenda nella metà degli anni ’50 e ambientandola in un’azienda agricola tra l’Emilia Romagna e il Veneto.

Il testo del 1883 si ispira alla vicenda reale di Efrem Koloskov: un contadino che uccise il neonato frutto della sua unione con la figliastra e che, pentito dall’insano gesto, confessò pubblicamente il delitto in occasione del matrimonio della ragazza. Tolstoj venne a conoscenza della vicenda dalla cronaca e ne fu profondamente colpito, al punto da visitare l’uomo detenuto nel penitenziario di Tula.

Lo spettacolo conserva tutti gli accadimenti scenici distribuiti da Tostoj nell’arco di cinque atti, ma svincola la storia dalla struttura originaria, introducendo personaggi diversi che ribaltano generi e prospettive, ma soprattutto alleggerendo l’atmosfera fosca e cupa dell’originale con i toni della commedia all’italiana.

L’ultima domenica di agosto @ Luca Baggio

“L’ultima domenica di agosto”, testo e regia Fulvio Pepe, da La potenza delle tenebre di Lev Tolsoj, con Gianluca Gobbi, Ilaria Falini, Debora Zuin, Leone Tarchiani, Paolo Li Volsi, Beatrice Schiros, Denis Fasolo, Federica Sandrini, Gianluca Gobbi, Riccardo Livermore, scene Alberto Nonnato, costumi Aurora Damanti, luci Oscar Frosio, musica Aleph Viola. Produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale. A Padova, Teatro Verdi, dal 7 all’11 maggio; a Venezia, Teatro Goldoni dal 16 al 18 maggio.

Roberto Bolle è Caravaggio

Il 9, 10 e 11 maggio, nell’ambito dell’87ma edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino, Roberto Bolle è in scena con Caravaggio, un capolavoro di danza, firmato dal geniale coreografo Mauro Bigonzetti al debutto in Italia, e un viaggio emozionante nell’animo inquieto e geniale di un artista immortale. Uno spettacolo potente e viscerale ispirato alla vita e alle opere di Michelangelo Merisi, che trasforma in movimento la drammaticità e la teatralità rivoluzionarie del grande pittore. Protagonista assoluto l’Étoile internazionale, affiancato da un cast di straordinari talenti e da una compagnia creata ad hoc. Con le musiche di Claudio Monteverdi, riorchestrate da Bruno Moretti, una suggestiva scenografia di Carlo Cerri, e i costumi di Lois Swandale e Kristopher Millar.

 

Roberto Bolle in Caravaggio

Danzare, come se fosse l’ultima volta

Lo spettacolo Last Work non sarà l’ultima opera di Ohad Naharin, ma il suo titolo è una promessa di intensità. Impegno fisico e determinazione politica, linguaggio del corpo visivo e messaggio eloquente: il lavoro del grande coreografo israeliano di fama internazionale, ha tutte le carte in regola per essere un manifesto quale è diventato.

Last Work, creato nel 2015 dalla Batsheva Dance Company, è entrato in repertorio perché porta all’estremo lo spirito di Naharin, occupando un posto speciale nell’opera di questo coreografo inventore del Gaga, il vocabolario corporeo che ha creato. Più crepuscolare e onirico di altri pezzi, Last Work, sulla musica di Grischa Lichtenberger Maxim Warratt, lascia spazio alle personalità degli interpreti, mostrando tutto il virtuosismo degli artisti del Ballet de l’Opéra de Lyon (a Reggio Emilia, Teatro Municipale Valli, il 10 maggio).

Last Work @ Ascaf

Le foreste che bruciano

Con Antigone in Amazzonia il regista Milo Rau utilizza la tragedia sofoclea come strumento allegorico per costruire un affondo sulle violente devastazioni e gli sfollamenti causati dallo stato moderno, che pone la proprietà privata al di sopra del tradizionale diritto alla terra. Realizzato insieme agli attivisti del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra, ad attori professionisti e non professionisti e con il coinvolgimento di popolazioni indigene, lo spettacolo (a Prato, Teatro Metastasio, dall’8 all’11 maggio) mette in scena la realtà dello stato brasiliano del Pará, dove le foreste bruciano a causa dell’espansione delle monocolture di soia e la natura viene divorata dal capitalismo.

Antigone in Amazzonia

Sfida dialettica tra due donne

Il testo di Ivan Cotroneo, La denuncia, diretto dallo stesso autore, con Marta Pizzigallo ed Elisabetta Mirra (a Roma, Teatro Belli, dal 6 all’11 maggio, per la rassegna Expo – Teatro Italiano Contemporaneo), affronta i temi del consenso, del rispetto, della manipolazione, del ricatto emotivo che possono nascondersi dietro un rapporto tra docente e discente. Un rapporto in cui in qualche modo la seduzione entra fatalmente, a volte in maniera innocente, come arma e strumento maieutico, come persuasione intellettuale. Altre volte, invece, prende le forme di una violenza e diventa abuso di potere.

Un testo teso, con un epilogo sorprendente. Una sfida dialettica e di visioni del mondo tra due donne in due età̀diverse della vita, che si rivelano, solo alla fine, più vicine di quanto si potrebbe immaginare.  Il tono è quello teso di un mistero da ricostruire, ma nella storia un twist trasforma il mistero quasi processuale in una dichiarazione d’amore.

LA DENUNCIA

Decisione consapevole

Il coreografo Roberto Tedesco in Decisione consapevole mette in scena quattro danzatori si confrontano con le proprie scelte, in uno spazio vuoto da riempire e liberare attraverso la consapevolezza e il potere decisionale Isolamento, Intimità, Comunicazione, Comunità: quattro parole chiave per quattro corpi, in un campo d’azione così denso da lasciare spazio solo all’io e all’incontro. Ogni parola apre possibilità infinita, un ventaglio di modalità dove lo sguardo esterno modella la composizione e lo spazio comune. Da qui nasce la consapevolezza del gesto.

Nella struttura irrompe improvvisa una nostalgia inconsapevole: ricordi d’infanzia, immagini adolescenziali, profumi di casa riemergono e alterano il fluire del lavoro. Così, da semplice mappa su un foglio, il progetto diventa un viaggio tra frammenti di vita passata, presente e forse futura.

Decisione consapevole, di Roberto Tedesco

A Catania, Scenario Pubblico per il festival FIC, il 6 maggio; a Roma, Spazio Rossellini, per Orbita, il 9 maggio.

Simone Zambelli e Michele Ifigenia a Danza in Rete Off

In chiusura, il 9 maggio, della programmazione di Danza in Rete Off, la sezione di Danza in Rete Festival di Vicenza, viene ripreso il Focus Figure Femminili e Divine costruito con una serie di rimandi in diverse performance tra personaggi mitici della tragedia greca e della memoria collettiva, ma anche tra personalità reali e iconiche che hanno rinnovato l’arte di stare in scena.

A riprendere il filo della narrazione a partire dal mito arcaico saranno i nuovi lavori di due coreografi: la nuova creazione Citerone di Michele Ifigenia / Tyche, ispirato alle Baccanti di Euripide e all’origine della tragedia greca, seguita dal potente assolo Cuma nato dalla fascinazione per la Sibilla Cumana; e, in prima nazionale, Lacrimosa, la nuova creazione di e con Simone Zambelli, ispirata all’assolo di Fokine e all’eterna dicotomia nascita e morte, generata dall’assenza del sentimento amoroso.

Lacrimosa di e con Simone Zambelli

Una storia contro la violenza di genere

Torna in scena il 6 maggio, e fino all’8, al Teatro Massimo di Palermo, Anna, la creazione di danza contemporanea per il Corpo di ballo del Teatro, diretto da Jean-Sébastien Colau, firmata dal coreografo Vincenzo Veneruso con le musiche di Paolo Buonvino che dirige l’Orchestra. Il balletto narrativo trae ispirazione da una storia vera, eco di innumerevoli vicende silenziose che svelano le contraddizioni della società contemporanea. Storie di dipendenza dalle droghe e abusi fisici e psicologici che le donne affrontano spesso in solitudine.

«Mi sono liberamente ispirato a una storia realmente accaduta – dice Veneruso – per immaginare questa coreografia come una sorta di risarcimento al dolore e alla solitudine della persona che lo ha subìto. Mi piacerebbe che, attraverso il potere comunicativo della danza, senza bisogno di parole o grida, questo spettacolo lasciasse un segno indelebile nella coscienza e nell’anima di ogni spettatore». A dare forma alla narrazione è il Corpo di Ballo del Teatro Massimo e due coppie di solisti che si alternano nei due ruoli principali: Francesca Bellone e Alessandro Casà, e Yuriko Nishihara e Andrea Mocciardini.

Ph. Rosellina Garbo

Una storia di resistenza spagnola

L’acclamato capolavoro ¡Ay Carmela!, del drammaturgo spagnolo José Sanchis Sinisterra, chiude la rassegna Herencias scritture di memoria e identità, un’immersione nella cultura ispanica e una riflessione collettiva sui processi di liberazione e di resistenza (in prima nazionale a Roma, al Teatro Palladium – Università Roma Tre, dal 6 all’8 maggio). Elisa Di Eusanio e Andrea Lolli, diretti da Ferdinando Ceriani, in collaborazione con Società per Attori, daranno voce e forza a una storia che affronta con profondità e ironia temi fondamentali come la memoria storica, la dignità umana e il potere del teatro.

La pièce segue le vicende di due guitti-artisti di varietà: Carmela, danzatrice di flamenco, e Paulino, cantante e cabarettista. Durante la guerra civile spagnola, cadono prigionieri dei falangisti e sono costretti, loro malgrado, a improvvisare per le truppe uno scalcinato ma esilarante spettacolo di varietà dall’esito tragico.

¡Ay Carmela ! di José Sanchis Sinisterra

Il medico dei maiali

«Cosa succede quando muore un re? E non un re qualsiasi, ma il re d’Inghilterra. Cosa succede in quei pochi momenti in cui la monarchia si mostra fragile, il popolo aspetta e il tempo corre, come in pericolo? Cosa succede se il re non è veramente morto d’infarto, ma è stato assassinato? E cosa succede se il principe ereditario è solo un ragazzotto arrogante e presuntuoso, del tutto impreparato alle responsabilità che lo attendono? Tra il potere e il nuovo re interverrà un medico veterinario, pronto a cogliere un’occasione che forse, poi, non si rivelerà racconto».

Attorno a questa fatale peripezia si aggira la trama de Il medico dei maiali scritto da Davide Sacco – che ha curato anche la regia della messinscena –, terzo capitolo della trilogia dell’autore “La ballata degli uomini bestia” (Caracò Editore). Protagonisti sul palco sono Luca Bizzarri e Francesco Montanari, e Davide Sebasti, Mauro Marino, e Luigi Cosimelli (produzione Ente Teatro Cronaca e LVF-Teatro Manini di Narni. A Bologna, Teatro Celebrazioni, il 9 e 10 maggio).

Il Medico dei Maiali, ph. Salvatore Pastore

Intersezioni & Next Generation a Parma

Giunge alla sua sesta edizione Intersezioni & Next Generation, la rassegna di danza e arti performative diretta da Monica Casadei, curata da Artemis Danza, Sei gli appuntamenti diffusi, dall’8 maggio al 10 giugno a Parma, in vari spazi della città anche non convenzionali. Tra gli spettacoli Roberto Tedesco in Standpoints della Compagnia Opus Ballet, che amalgama le note di Vissi d’arte sulla partitura musicale elettronica composta da Giuseppe Villarosa dentro la quale mixa brani d’interviste e interferenze di voci; in prima nazionale Valerio Longo del Balletto di Roma-Cap Project presenta Garden; la Compagnia Artemis Danza dedica all’incontro fra danza e musica religiosa con un estratto dal nuovo lavoro dedicato allo Stabat Mater di Gioachino Rossini; Balancier, coreografie di Paola Sorressa di Mandala Dance Company; Schegge, coreografie di Giulia Spattini e Paolo Rosini di Balletto Civile.

Standpoints, di Roberto Tedesco, ph. Paolo Bonciani

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