02 agosto 2001

Dopo il restauro, l’attribuzione

 
Un recente studio promosso dal CNR conferma l’attribuzione: il crocifisso ligneo che recentemente è tornato nella chiesa del Santo Spirito, a Firenze, dopo un lungo intervento di restauro, si può considerare opera giovanile di Michelangelo Buonarroti...

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L’attribuzione
Umberto Baldini, direttore del Progetto finalizzato Beni culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a seguito di una lunga serie di analisi e studi che hanno interessato il Crocifisso conservato a Firenze nella Chiesa del Santo Spirito, ha presentato la conclusione della ricerca, dichiarando che non ci sono elementi contrari all’attribuzione dell’opera ad un giovane Michelangelo Buonarroti. Con la collaborazione di due esperti di medicina anatomica del CNR sono state, infatti, analizzate l’ossatura e la struttura muscolare del Cristo Crocifisso, eseguite in maniera che ricorda molto da vicino lo stile di Michelangelo. Lo studio è stato presentato nel corso del III Congresso internazionale del CNR dedicato a Scienza e tecnologia per la salvaguardia dei Beni culturali del Paesi del bacino del Mediterraneo che si è tenuto a Madrid. Non tutti gli storici dell’arte si sono detti però d’accordo con i risultati della ricerca: in particolare il professor Alessandro Parronchi ha contestato l’attribuzione.
Il restauro
Il restauro del Crocifisso ligneo si è concluso alla fine del 2000 e dal dicembre di quell’anno l’opera è di nuovo tornata nella chiesa. Il Crocifisso attribuito a Michelangelo risale al 1492-94 e venne scoperto casualmente nel 1962; dopo essere stata sottoposta ad un primo intervento di restauro, nel 1964 l’opera venne trasferita nella Casa-Museo Buonarroti di Firenze. Solo nel 1998 il Crocefisso venne consegnato ai padri Agostiniani del Santo Spirito, in tempo per un ultimo, urgente intervento di restauro, affidato a Barbara Schleicher, sotto la direzione dei Musei Comunali e della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Firenze. L’intervento cui è stata sottoposta ha ripristinato i toni cromatici originari dell’opera, grazie alla rimozione dei residui di antiche ridipinture. Nel frattempo è iniziato anche il restauro della facciata della Chiesa del Santo Spirito, progettata dal Brunelleschi, che sarà sottoposta, grazie al finanziamento di una nota casa di moda fiorentina, ad un lungo intervento – si prevede la durata di un anno – per la ripulitura del complesso monumentale, il consolidamento delle coperture, la collocazione di protezioni antivolatili, con una spesa complessiva di 430 milioni di lire.

A cura diROL






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